La Confcommercio: "Siamo arrabbiati, la Tares è il peggior regalo di Natale ai messinesi"

La Confcommercio: “Siamo arrabbiati, la Tares è il peggior regalo di Natale ai messinesi”

La Confcommercio: “Siamo arrabbiati, la Tares è il peggior regalo di Natale ai messinesi”

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lunedì 02 Dicembre 2013 - 14:54

"Non si possono trasferire i debiti delle casse comunali alle famiglie". Il presidente della Confcommercio Carmelo Picciotto pensa ad una mobilitazione contro la tares "E' un pessimo modo per iniziare il confronto sulla fiscalità locale. Dalla politica ci aspettiamo soluzioni". E mentre la Confcommercio ricorre al Tar contro la prosecuzione del commissariamento, domani c'è la prima iniziativa sul fronte "Lavoro e opportunità".

“Siamo arrabbiati e delusi. La Tares è il regalo di Natale che i messinesi troveranno sotto l’albero. E’ una pessima premessa per iniziare un confronto serio con l’amministrazione sulla fiscalità locale”. Non le manda a dire il Presidente della Confcommercio Carmelo Picciotto, perchè sa bene che un’imposta così pesante, alla vigilia di Natale non grava solo sulle famiglie ma sull’intera collettività. Se le famiglie non spendono sarà un Natale povero per tutti, commercianti e imprenditori per primi.

“E’ un cocktail di tributi locali micidiale, stiamo pensando ad una mobilitazione- prosegue il Presidente della Confcommercio- Dalla politica ci aspettiamo soluzioni, non il trasferimento dei debiti dalle casse del Comune alle tasche dei cittadini. E mi riferisco anche alle decisioni del governo nazionale. Aumentando le tasse non si potrà mai creare nuova occupazione. Quanto alla Tares ed alla raccolta dei rifiuti noi abbiamo anche un progetto che presenteremo nei prossimi mesi. Con questa tares non c’è alcun rapporto costi-servizi, si deve risparmiare sui costi, non fare gravare tutta la spesa sulle famiglie a fronte di un servizio che non esiste. Non mi pare che abbiamo strade pulite e raccolta differenziata”.

Se non dai ossigeno alle famiglie e alle imprese è impossibile creare occupazione e qui entra in campo l’avvio di una serie di iniziative che la Confcommercio vuol portare avanti, come spiegato da Carmelo Picciotto e da Massimo Donato, componente del direttivo e promotore finanziario. La prima tappa di questo percorso che vuol riportare la Confcommercio ad essere punto di riferimento di una rete di aziende e società per fare un lavoro di squadra, è il seminario che si terrà domani mattina alla Camera di Commercio “inFORMARE PER CRESCERE”, un gioco di parole per ricordare che senza l’informazione è impossibile anche solo pensare di avviare un circuito di sviluppo.

“Noi puntiamo ad educare al cambiamento, la nostra formazione si svolge all’interno delle aziende- spiega Massimo Donato- Ma prima ancora della formazione è indispensabile la conoscenza, l’informazione sulle opportunità. Attraverso l’informazione e la formazione le imprese e i lavoratori possono essere in grado di fronteggiare i processi di cambiamento del mercato”.

Domani si parlerà di riforma del lavoro, apprendistato, tipologie di contratti, orientamento, partite Iva, opportunità della bilateralità nell’attuale contesto economico, grazie anche agli interventi del Direttore Ente Bilaterale Nazionale Terziario Giuseppe Zabbatino e degli esponenti dell’Ordine dei commercialisti di Messina. Saranno presenti anche il sindaco Accorinti e l’assessore alle attività produttive Panarello.

E se le iniziative in programma serviranno a ricucire quella rete di rapporti e servizi con le imprese, c’è un’altra iniziativa che al presidente Picciotto sta a cuore, perché interessa da vicino il rilancio stesso della Camera di Commercio: il ricorso al Tar contro la Regione che sta consentendo un’anomala prosecuzione del commissariamento.

“Non abbiamo nulla contro il commissario nominato dalla Regione, Giovanni De Francesco, ci mancherebbe- spiega Picciotto- ma troviamo anomalo il comportamento dell’assessore che revoca un suo stesso provvedimento e lo fa senza la sussistenza di gravi ragioni, senza indicare scadenze e causando un pregiudizio all’attività stessa della Camera di Commercio, che rischia di essere commissariata per chissà quanto altro tempo ed immotivatamente. Un commissario non può avere lo stesso slancio di un imprenditore che conosce bene il settore e può operare insieme alla giunta. Non possiamo restare ancora senza gli organi statutari, a maggior ragione dopo che ad agosto lo stesso assessore aveva incontrato le categorie e individuato il Consiglio Camerale. Poi, un mese dopo ha revocato un suo stesso decreto, senza indicarne i motivi e senza, soprattutto indicare i tempi per la nomina del Consiglio. Se non riusciamo a fare rete Messina finirà con l’essere devastata dal virus dell’antieconomia”.

L’assessore regionale Linda Vancheri, che tra l’altro conosce benissimo, da rappresentante di Confindustria, le difficoltà del settore, dopo un anno di commissariamento dell’Ente aveva avviato l’iter per la nomina del Consiglio camerale, avvenuta poi con un provvedimento ad agosto. Peccato che ad ottobre, dopo un ricorso, la Vancheri abbia fatto marcia indietro su una sua stessa decisione, sospendendola, senza indicare però fino a quando e soprattutto per quali “gravi motivi”. Morale della favola: la Camera di Commercio resta commissariata, che in tempi neri come quelli che stiamo vivendo, equivale a paralizzare qualsiasi tentativo di rinascita. Da qui la decisione della Confcommercio di ricorrere al Tar.

Rosaria Brancato

4 commenti

  1. La TARES?
    Colpa di Accorinti!
    (sicuramente ho fatto contenti tanti sostenitori di Felicino prossimo Sindaco; appena sale Lui la leva, dichiara guerra all’Italia e la leva!)

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  2. parlare a cose fatte è facile

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  3. sarebbe stato uguale, ma non vedo perchè difendere a tutti i costi accorinti, specialmente quando non sta facendo nulla per distinguersi dai brutti e cattivi del passato

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  4. il problema non è l’imposta…

    i problemi sono:
    – il regolamento comunale che la regola
    – l’assenza di censimento dei contribuenti
    – la mancanza di clausole di salvaguardia per i più deboli
    – la non compressione dell’inspiegabile costo di 44 milioni di euro
    – l’assenza di un servizio sufficiente (la città è un immondezzaio)

    la tares non è colpa di accorinti, la sua applicazione scellerata sì.

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