L'amministrazione chiede 24 ore di tregua, tra i sindacati non si placano le polemiche

L’amministrazione chiede 24 ore di tregua, tra i sindacati non si placano le polemiche

Francesca Stornante

L’amministrazione chiede 24 ore di tregua, tra i sindacati non si placano le polemiche

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martedì 11 Marzo 2014 - 17:46

L’integrazione oraria verrà decisa nelle prossime 24 ore. Tutto dipenderà dall’ennesimo confronto che l’Amministrazione Accorinti avrà con i revisori dei conti, l'obiettivo è riuscire a deliberare un atto d’indirizzo da approvare in giunta. Fp Cgil soddisfatta, critici Cisl Fp e Uil Fpl, duri botta e risposta tra i sindacalisti.

Ventiquattr’ore di tempo. Un giorno di tregua per capire prima di tutto se ci sono le condizioni per poter dare seguito alle buone intenzioni ed, in tal caso, per mettere a punto un documento. E’ vero che ormai da oltre una settimana ci si incontra, si valuta, si discute per riuscire a dare una risposta ai precari di Palazzo Zanca, rimasti dal 1 marzo senza l’integrazione oraria. L’amministrazione Accorinti punta ad un obiettivo più ambizioso, la stabilizzazione attesa per oltre vent’anni, prima però c’è da risolvere anche il problema del mancato rinnovo dell’integrazione che ha portato i precari del Comune a lavorare da 35 a 24 o 18 ore, a seconda dei contratti, con inevitabili ripercussioni sullo stipendio e non poche conseguenze sulle attività amministrative, con uffici ridotti al collasso. Così, dopo l’occupazione pacifica di ieri, oggi sono stati rispettati i patti e si è riunito per la prima volta il tavolo tecnico che ha riunito i sindacati, il segretario e direttore Antonio Le Donne, gli assessori Nino Mantineo e Guido Signorino, il presidente della commissione Bilancio Franco Mondello, il ragioniere generale Antonino Cama, il dirigente del Personale Giovanni Di Leo. Mancavano i revisori dei conti, ieri il presidente del collegio Dario Zaccone aveva ribadito i motivi dell’alt all’integrazione per evitare lo sforamento della spesa massima prevista, oggi non avrebbe che potuto ribadire il concetto. Dunque cosa potrebbe cambiare in 24 ore? L’amministrazione dovrebbe incontrare di nuovo i revisori per capire se ci sono i margini per una diversa interpretazione della norma di riferimento. E’ questa la strada che si spera di poter percorrere, con un impegno ben preciso che gli assessori Mantineo e Signorino oggi si sono assunti con i sindacati. “Vogliamo preparare un atto di indirizzo da approvare in giunta per l’integrazione oraria –ha spiegato Mantineo- le 24 di tempo che abbiamo chiesto potranno servire anche a questo in base a come andranno i nuovi confronti che avremo”. Si aspettava qualche notizia da Palermo ma al momento tutto tace.

Soddisfatta del tavolo tecnico la segretaria della Fp Cgil Clara Crocè che ricorda che l’integrazione è fondamentale anche per evitare che il Comune si trovi obbligato a dover ricorrere alle ore di straordinario per far funzionare gli uffici. La sindacalista, insieme a Nino Cammaroto, responsabile enti locali della Funzione pubblica, ha ribadito una diversa interpretazione della norma che, secondo la lettura proposta, non prevede limiti per i precari. Per la Fp Cgil l’atto d’indirizzo della giunta dovrebbe essere redatto tenendo conto della decisione della Corte dei Conti (provvedimento n. 11 del 17 aprile 2012) che “in relazione alle problematiche connesse all’applicazione del citato art.9 comma 28, del DL n. 78/2010, ha ravvisato l’esigenza che gli Enti Locali si dotino di specifica regolamentazione per la disciplina della materia, in quanto la predetta norma costituendo “principio di coordinamento della finanza pubblica” non è direttamente applicabile agli Enti Locali che, tuttavia, sono tenuti ad adeguarsi ai principi generali al fine di garantire i contenimento della spesa. Inoltre l’atto d’indirizzo dovrebbe essere adottato tenendo in considerazione del riconoscimento agli enti Locali di uno spazio di autonomia nell’adeguamento al principio generale della riduzione della spesa di personale a tempo determinato tale da consentire l’individuazione di particolari modalità applicative”.

Il sindacato ha spiegato che la mancata integrazione oraria potrebbe impedire l’assolvimento delle funzioni fondamentali del Comune di Messina in quanto, stante la grave carenza di personale in organico, non esistono altri rimedi organizzativi per fronteggiare la situazione ed è quindi possibile configurare un adeguamento al vincolo attraverso lo specifico strumento regolamentare .

“Confidiamo che l’interlocuzione tra l’Amministrazione e i revisori – ha concluso Clara Crocé – possa veramente andare a buone fine, perché di mezzo c’è la sopravvivenza economica di oltre 300 persone. Se così non dovesse essere, però, invitiamo il primo cittadino a proseguire comunque lungo la strada dell’integrazione oraria, se necessario, anche su quella della disobbedienza civile. Ci sono tanti enti che nonostante parere contrari dei revisori, decidono comunque di portare avanti degli atti di importanza vitale per l’ente stesso. Tutto dipende dalla volontà politica che questa Amministrazione”.

Meno soddisfatti i segretari delle Funzioni Pubbliche di Cisl e Uil Calogero Emanuele e Pippo Calapai che invece sono certi che già oggi c’erano tutte le condizioni per dare il via alla delibera di integrazione oraria. “Dove ci porterà questa riflessione non è dato sapere e per questo manteniamo lo stato di agitazione dei lavoratori precari” hanno spiegato i sindacalisti che raccontano di aver assistito a “ dichiarazioni contradditorie, favorevoli e contrari, ma sempre con riferimento alla nota con la quale i revisori dei conti hanno solo invitato l'Ente a rispettare la normativa vigente in materia di contenimento della spesa e il rispetto delle altre norme vigenti. Appare mancare la necessaria sinergia tra amministratori e dirigenti e si gioca a perdere tempo penalizzando, di fatto, solo i servizi ed i lavoratori”. Per Cisl e Uil si è perso e si perde troppo tempo per una decisione che doveva arrivare all'inizio del mese e che, per la restrittiva interpretazione dei vincoli normativi, oggi ha bloccato tutto. Il sindacato ha ampiamente rappresentato ancora una volta che la norma cui si vuole fare riferimento riguarda gli eventuali nuovi contatti flessibili. “L'integrazione oraria è solo legata allo sforamento della spesa del personale che, nel caso del Comune di Messina, è di gran lunga al di sotto del 50% previsto dalla legge”.

La vertenza dei precari ha dunque spaccato i sindacati che, oltre a posizioni molto diverse, non se le mandano certo a dire. Calogero Emanuele e Giuseppe Calapai, più critici dopo gli incontri con l’amministrazione, ieri avevano parlato di “sindacato compiacente” riferendosi chiaramente alla Cgil. Non poteva mancare la durissima reazione di Clara Crocè: “Cercano di buttare fumo negli occhi per nascondere il danno che in questi anni hanno provocato ai lavoratori quando nei palazzi Romani firmavano accordi con il Ministro Brunetta e Berlusconi, quegli stessi accordi che oggi rendono tutto più difficile e complicato per assicurare diritti e la stabilizzazione dei lavoratori. Di che cosa parlano? E' notoria la loro attività di collaborazionismo, anche a Messina. In questi anni, le cronache dei giornali non hanno riportato nessuna protesta contro la giunta Buzzanca per la stabilizzazione dei precari. Chissà perché. Oggi i Segretari si scoprono improvvisamente novelli guerriglieri. Ma per fare la guerra bisogna essere allenati e avere un minimo di strategia. I soliti giochini ormai non reggono più e di questo dovete farvene una ragione. Per la Fp Cgil non ci sono governi amici e siamo pronti a battagliare contro tutti in difesa dei diritti dei lavoratori”.

Francesca Stornante

3 commenti

  1. Non c’è peggior sordo di chi non vuole capire.
    Lo volete capire che si è sul filo del rasoio e che basta pochissimo per romperlo?
    Ai sindacalisti ed ai precari non importa nulla se, con la stabilizzazione, il comune va a fondo.
    Senza il parere favorevole dei revisori Renatino non può fare nulla.
    Per una volta tanto, fatemi difendere il maestro di ginnastica.
    George

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  2. CastorinaCarmelo 12 Marzo 2014 12:31

    Ecco le prime “vittime” di una vicenda lavorativa ormai diventata storica: Si comprimono i salari dei lavoratori e le loro tutele sociali per salvaguardare il “tema totemico” di non sforare il patto di stabilità, che nella fattispecie è quello Comunale.
    Mentre continuano gli sprechi ed i privilegi di “caste” e consorterie massonico politico economiche, che cambiando pelle in maniera camaleontica vivono indisturbate dentro Palazzo Zanca.E’ venuto il momento di dire basta……I lavoratori sono stanchi e smarriti stentano a portare a casa il “Pane Quotidiano” non hanno più soldi per curarsi e per mantenere i figli agli studi,eppure mandano avanti con professionalità la macchina Comunale: appunto quella dove mancano all’appello ben seicento milioni di euro e di cui fino ad ora non si sa alcuna notizia.Confidiamo nella MAGISTRATURA per dipanare l’aggrovigliata matassa.

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  3. george…ma perche’ non ti vergogni un po? solo un po pero.

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