After Juliet. Un notturno del corvo Joe

After Juliet. Un notturno del corvo Joe

After Juliet. Un notturno del corvo Joe

venerdì 01 Aprile 2011 - 09:57

Giovanni Boncoddo torna dall'inferno e realizza alla Sala Laudamo uno spettacolo visionario, profetico, indimenticabile

“Quelli in corsa verso la morte, quelli che l’aspettano, quelli che si preoccupano”. Così inizia il commovente spettacolo After Juliet. Un notturno del corvo Joe, ideato scritto e diretto da Giovanni Boncoddo e presentato nella Sala Laudamo con un oceano di applausi. Si tratta del primo spettacolo (speriamo di una lunga serie) dopo il tremendo incidente capitato a Boncoddo ri-tornato a vita nova dopo un lungo periodo di tenebre. A quella vita che l’eterna nemica voleva afferrare con la sua tagliente falce e che invece è rimasta con tanto di naso. Sul palco un quartetto di musici facenti parte delle “Terrae-Compagnia di Musica Popolare” (violino, percussioni, contrabbasso, chitarra) che per quasi due ore diventa il vero polmone dello spettacolo (dedicato “a Paolo Ceraolo il più divertente e generoso dei miei amici e a Celestino Lippa direttore mio direttore” si legge su una slide), sfoderando svariati ritmi, dall’atonale, al jazz, all’etno-musica.

S’inizia con le immagini filmate d’un concerto dei Rolling Stones e si va avanti con dei giovani attori che si esprimono con le parole del Romeo e Giulietta e dell’Amleto di Shalespeare. Colui che veste i panni doppi di Romeo e Amleto sembra incarnare l’anima di Boncoddo. Gli somiglia pure nella postura e per come è agghindato con lunga giacca, cappello e bastone. Comincia a verseggiare in napoletano e il pensiero vola a Enzo Moscato, Antonio Neiwiller e a Leo De Berardinis ( di cui comparirà più avanti la sua indimenticabile faccia sullo schermo) e poi a duettare con l’altro doppio di Giulietta e Ofelia di Monia Alfieri che non si prende troppo sul serio compiendo vari giri attorno alla sala ed esclamando ad un tratto che lei sta con chi la paga. “Vorrei trovare pace senza morte” dice l’interprete di Amleto, sfogliando pagine su pagine, non trovando forse quella buona e non appallottolando i fogli come faceva Carmelo Bene che voleva andare solo a Parigi, a Parigi. C’è Laerte che si prepara una “canna” passandola poi a Romeo e c’è Mercuzio che viene portato a spalle sul palco da Amleto.

“Chi è senza peccato non ha un cazzo da raccontare” esclama qualcuno, mentre qualche altro giocherella con una rivoltella e rimbombano versi di Verlaine e Rimbaud. Non vale la pena suicidarsi. Meglio tenerla lontana quella comare secca e vivere in un mondo di fiori e di colori. Spettacolo visionario, profetico, riconciliante, una reading performance, con le luci di Renzo di Chio e i video di Roberto Bonaventura cui hanno preso parte oltre a Monia Alfieri, Elena Arvigo, Ivan Bertolami, Carmine Borrino, Raimondo Brandi, Fabrizio Nevola, Lucilla Mininno e poi ancora Smeralda Diandra Anchesi, Roberta Baldanza, Francesco Bonaccorso, Vittoria Domini, Simona Grimaldi, Cristina Lo Presti, Elena Restuccia, Adriano Russo.- Gigi Giacobbe

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