Tra realtà e fantasia, una conversazione semiseria con Giorgio Albertazzi

Tra realtà e fantasia, una conversazione semiseria con Giorgio Albertazzi

Tosi Siragusa

Tra realtà e fantasia, una conversazione semiseria con Giorgio Albertazzi

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mercoledì 02 Settembre 2015 - 05:19

Incontro con il grande attore toscano, protagonista lo scorso 29 agosto del progetto "Borges - Piazzolla" al Teatro Greco di Tindari

Questo incontro, non scontato e tutto in salita, è per me una sfida….mentre Mariangela D’Abbraccio, sul palcoscenico tindaritano sta provando “Maria di Buenos Aires”, Albertazzi è seduto nei locali adibiti alla custodia, quasi una sfinge ieratica, e sta sorseggiando una granita ai fichi d’india, rivendicando il bisogno di qualcosa di solido…. Intorno il suo staff è attento ad ogni suo cenno, temendo si affatichi, o, peggio si possa annoiare….. è già stato intervistato dieci volte, riferisce, dal suo arrivo a Tindari, e comprendo la poca disponibilità a sottostare a formali domande; risponde però piacevolmente su temi liberi, ai quali anzi dà l’avvio. La Sicilia, racconta, è proprio nelle sue corde, e Taormina e Siracusa, con i loro magici teatri antichi, lo hanno visto più volte protagonista, anzi……in terra siracusana, prosegue con sussieguo, è riuscito a battere il record di incassi con il suo “Edipo a Colono”, di cui ricordo la perfetta resa. Il resort in cui sta alloggiando è confortevole, ma lamenta la mancanza del bidè! Accoglienza festosa al suo arrivo per le stradine di Tindari….. l’automobile quasi non riusciva a proseguire, continua a dire. E se ne sta, in tutta la sua fermezza, dinanzi a me, che lo guardo strabiliata….dovrebbe avere un’età anagrafica di novantadue anni, ma la voce e l’aspetto ne tradiscono una diversa, da settantenne o giù di lì……. “per ora sono immortale, poi si vedrà” si schermisce, e lascia chiaramente intendere la presenza di ascendenze e geni buoni…. rievocando una “bisnonna” che gli regalava soldini, imperiosa e poco avvezza alle carezze, vissuta fino a centosei anni! Speriamo (anche per tutti noi) che le sue “memorie di Adriano”, che continuerà a portare nei teatri italiani, possano essere ancora lungamente rappresentate. La ricchissima vita di finzione, esaltante, ma emotivamente fin troppo impegnativa, è il suo universo, basta a se stessa, e questa sua rivelazione, è origine e in uno compendio delle risposte (alle quattro domande rimaste impronunciate), che riesco a completare con un lavorio di intensa immedesimazione….

Le possibili risposte di Albertazzi – "Gli oscuri fantasmi del nostro presente, certo, minacciano anche la mia esistenza, ma nel mio segreto luogo di bellezza, riesco a tenerli sotto scacco". "Il sacro fuoco dell’arte e elemento primordiale, ma la resa di un valido prodotto artistico non può mai prescindere dall’impegno…. Creatività sì, ma tanta disciplina. L’attore, che in me è così munifico, in ambiti teatrale, cinematografico e televisivo, mi permette di “essere”, meglio di qualunque altra professione…ho fin qui impersonato sublimi personaggi, ho i miei ruoli di affezione, certo, così come vi sono artisti che dirigo meglio d’altri, ma non ho rimpianti, anche se mi capita, solo qualche volta, di sentirmi, per qualche istante, irrisolto". "Mi ritengo a credito con l’esistenza…ho sempre interagito con la mia vita per orientarla al meglio e i ruoli sulla scacchiera del mio privato si sono sempre armoniosamente combinati". "Mi sento molto vicino alla poesia intellettuale di Borges, e con il sommo autore argentino ho intrattenuto una intensa corrispondenza; anche Borges e Piazzolla hanno scritto un testo a quattro mani, che fra poco potrete apprezzare; credo poi sia notoria la reciproca sintonia artistica e in ambito personale con Mariangela…e tutte queste profonde interazioni, son certo, emergeranno da questo nostro spettacolo suadente e straniante, come le atmosfere nelle milonghe di Buenos Aires".

Per un attimo mi distolgo dall’astrazione e lo rivedo giovane e assai fascinoso nell’iconico film “L’anno scorso a Marienbad” di Resnais, di ambientazione e grande stile….ma, ritorno subito al presente, ove l’icona, il mostro sacro, il grande vecchio, pian piano ha lasciato il posto al grande uomo, dal quale mi accomiato a fatica e solo per lo stimolo di gustare lo spettacolo che si preannuncia grandioso…..la musica “Nueva” di Piazzolla jazzata da cinque splendidi musici, le parole, quali sirene incantatrici, di Borges, sui temi del fantastico, del sogno e del doppio, nella magica interpretazione di Albertazzi e D’Abbraccio, con la direzione di Tavassi…. Cosa può esser dato di meglio ad un pubblico?

Tosi Siragusa

2 commenti

  1. IL PIU’ GRANDE TRA I PIU’ GRANDI

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  2. IL PIU’ GRANDE TRA I PIU’ GRANDI

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