Sognare Shakespeare e pensare a tanto altro

Sognare Shakespeare e pensare a tanto altro

Pierluigi Siclari

Sognare Shakespeare e pensare a tanto altro

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domenica 25 Novembre 2018 - 06:27

Molto applaudito lo spettacolo al Clan Off

Si parla spesso di abbattimento della quarta parete e riduzione della distanza dagli spettatori, ma in apertura di Sugnu o non sugnu. Una notte insonne a casa Shakespeare, terzo appuntamento della stagione #r-esistenze del Clan Off, gli attori Francesco Foti e Francesca Vitale – autrice dello spettacolo – hanno idealmente distrutto anche il foyer e l’ingresso del teatro, presentando al pubblico se stessi e la rappresentazione già nell’atrio.

È più importante concentrarsi sulla biografia di Shakespeare, svelandone i misteri, e dimostrando le sue origini siciliane (addirittura messinesi) o porre attenzione esclusivamente sulle sue opere? I due attori partono da questa domanda, mostrando fin da subito che si assisterà a un dialogo dal ritmo serrato, quasi tennistico, tòc tòc, dritto contro rovescio, il tempo di suscitare una risata ed ecco il successivo fendente.

Foti e Vitale anticipano anche che l’analisi circa il Bardo sarà fatta, sul palco, da loro stessi, che interpreteranno il drammaturgo inglese (o Michelangelo Florio?) e la moglie Anne Hathaway, che a loro volta interpreteranno i personaggi della produzione shakespeariana.

Narrazioni dentro narrazioni dentro altre narrazioni, una dinamica non lineare che potrebbe fare pensare a Inception di Christopher Nolan, se non fosse che mancano gli effetti speciali – ma scenografia e luci funzionano benissimo – e che il pur energico, coinvolgente e duttile Francesco Foti non ha le fattezze di Leonardo Di Caprio.

In ogni caso, lontani anni luce dai budget di certe produzioni, Francesca Vitale e il regista Nicola Alberto Orofino confezionano uno spettacolo pieno di fantasia, divertimento e, non meno importante, l’equilibrio indispensabile quando ci si muove lontani da dinamiche classiche.

Il conflitto tra i protagonisti (Francesco/Francesca, William/Anne, Ruoli maschili/ruoli femminili), e tra questi e il zelante aiuto regista, studioso di drammaturgia, grande conoscitore di ogni opera di Shakespeare e non solo, interpretato da Daniele Bruno, accompagnano e sostengono la trama, che si rivela scandita da citazioni non solo altolocate. Celebri estratti dell’Amleto, del Giulio Cesare e di Romeo e Giulietta si alternano infatti a passaggi di altre opere, meno letterarie, come Parole parole di Mina e Alberto Lupo.

Tra una risata e l’altra le domande ci sono, e restano, perché Sugnu o non sugnu non dà spiegazioni né risposte, ma lascia al pubblico la scelta tra cosa sia reale o immaginario, e soprattutto circa cosa sia meglio.

Quello che è certo è che la pièce è una dimostrazione d’amore e di rispetto non solo per l’autore delle opere da sempre più rappresentate, ma più in generale verso ogni autore che le storie le immagina e le scrive, verso gli attori che le recitano, e verso il pubblico, che le ama.

Curiosità: alla rappresentazione pomeridiana figurava tra il pubblico il famoso attore messinese Ninni Bruschetta che, a giudicare dagli applausi, ha molto apprezzato lo spettacolo.

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