Genovese: “Unità d’intenti per chiedere alla Regione adeguati fondi per il Teatro”

Genovese: “Unità d’intenti per chiedere alla Regione adeguati fondi per il Teatro”

Genovese: “Unità d’intenti per chiedere alla Regione adeguati fondi per il Teatro”

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sabato 13 Aprile 2013 - 08:47

Il segretario generale della Cisl interviene in merito alle vicende che stanno caratterizzando il difficile periodo della massima istituzione culturale cittadina. Secondo Genovese, ognuno deve fare la sua parte, da chi governa il Teatro, sino alla classe politica messinese ed al Comune di Messina

Entità del contributo regionale, tabelle di equiparazione e pianta organica dipendenti, stabilizzazione degli orchestrali e delle maestranze esterne, programmazione delle attività. Interviene a tal proposito, sulla vicenda che sta interessando l’Ente Teatro, il segretario generale della Cisl, Tonino Genovese.

“Il primo dei problemi da risolvere è quello sulla congruità del contributo che sarà destinato dalla Regione al “Teatro di Messina” – esordisce Genovese -. L’Ars, proprio in questi giorni, ha avviato il dibattito sul bilancio 2013 che dovrà essere approvato entro il prossimo 30 aprile. Se, malauguratamente, come previsto dal Governo regionale, dovesse venire confermata l’entità dello stanziamento in poco più di 4 milioni di euro, che fine farebbe l’Ear Teatro d Messina? E il Teatro Vittorio Emanuele diverrebbe un mero contenitore? Ci restano venti giorni al 30 aprile, durante i quali dobbiamo tutti insieme chiedere all’Ars il ripristino della misura dello stanziamento da parte della Regione. Bisogna che tutti, all’unisono, per il raggiungimento di questo fondamentale obiettivo, invochino la straordinaria storia del nostro Teatro, sorto per primo in Sicilia nell’ottocento, che dalla sua riapertura, nel 1985, si è reso protagonista di un vero piccolo miracolo, distinguendosi rispetto agli altri teatri dell’isola per la grande capacità di proposta culturale e per l’uso delle risorse finanziarie, da sempre ben più limitate rispetto ai teatri di Palermo e Catania. E’ stato creato un laboratorio scenotecnico e la sartoria teatrale, capaci di realizzazioni di scene e costumi di altissimo pregio, che adesso sono un fiore all’occhiello delle produzioni dell’Ente teatrale messinese”.

Genovese espone la sua ricetta per risollevare le sorti del Teatro: “Chi governa deve far chiaramente comprendere quale destino intende dare al Teatro nella città di Messina, deve far conoscere cosa vuol realizzare nei confronti dei professori d’orchestra, delle maestranze tecniche stagionali, degli stessi dipendenti dell’Ente. La classe politica messinese da un anno ha saputo soltanto giocare sulle sorti del nostro Teatro con beghe di basso profilo, per lo più a scopi elettorali, che vedono oggi sconfitta l’intera città. Chiediamo ai politici messinesi di fornire una prova d’orgoglio e pretendere l’adeguamento dello stanziamento nel bilancio regionale, evitando la chiusura del Teatro sotto il peso di tagli dei fondi economici e di costi di gestione eccessivi. Anche il Comune di Messina deve prendere posizione in questa vicenda. Il momento di riflessione è utile per ricordare che lo stabile del Teatro Vittorio Emanuele è di proprietà comunale e che ancora a oggi, pur se diversi interventi di manutenzione straordinaria sono stati realizzati dall’Ente, la struttura risulta avere problemi di agibilità. Non possiamo paventare la chiusura del Teatro anche per queste ragioni. A meno che già ci sia qualcuno pronto a gestire la struttura. Ma come? E chi?”.

“A tutti i diversi protagonisti – conclude il segretario generale della Cisl – spetta il compito di elaborare un progetto unitario che faccia ritornare il Teatro al centro della vita culturale cittadina, quale segno d’identità, di aggregazione sociale e di rinascita”.

Un commento

  1. Spero che il Segretario Genovese faccia comprendere ai suoi iscritti Cisl all’interno del Teatro, quali siano le priorità che necessitano e, sopratutto, che nessuno può considerarsi “intoccabile” in questo contesto di difficoltà.
    Non possono, questi dipendenti, “amoreggiare” con questa dirigenza, che ha dimostrato tuuti i soui limiti, e nelle ooccasioni “ufficiliali” esporsi attando il CdA, il Presidente e il Soprintendente. Ci vuole coerenza!

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