Secondo i dati diffusi dalla Microsoft, la terra sicula risulta si classifica tra le regione con il più alto numero di pirati informatici. Tra le città isolane Messina si posiziona al sesto posto
La Sicilia ai primi posti…quelli della classifica delle regioni italiane con il più alto tasso di pirateria informatica. I dati forniti dalla Microsoft, leader mondiale nel settore dei software, non lasciano margini di dubbio. Nonostante un sensibile calo, dal 47 al 30%,la calda terra sicula, patria di limoni, arance rosse e quant’altro, è anche “habitat” ideale dei pirati informatici.
A rivelarlo l’attività dei cosìdetti Mistery Shopper incaricati dalla Microsoft di acquistare prodotti di software per verificarne la conformità alle norme di legge e contrattuali nell’atto di vendita, per un totale di 800 rivenditori controllati dal 2005 ad oggi in Sicilia. E tuttavia, grazie alla riduzione degli ultimi anni, benchè la percentuale sia comunque ancora altra, la Sicilia si è scrollata di dosso l’etichetta di regione d’Italia con il più alto tasso di pirateria. Con il suo 30% si posiziona infatti davanti a Campania e Calabria (36%). La Puglia è invece a due punti percentuali avanti, forte del suo 28%.
Su base provinciale i risultati evidenziano come Trapani sia stato il capoluogo di provincia più colpito dal fenomeno dell’offerta di software Microsoft non originale con una percentuale del 51,5%. Al secondo posto Catania, con il 47%, seguita da Siracusa con il 45,2% e da Caltanissetta con un tasso di pirateria 41,7%. Il capoluogo di Regione Palermo si posiziona al quinto posto con il 31,1% di pirateria, seguita da Messina (29,5%), Enna (29,4%) e Agrigento con il 29,3%. La provincia siciliana meno colpita da pirateria è risultata Ragusa con il 25% di software Microsoft piratato venduto.
La campagna di Microsoft contro la pirateria informatica sfrutta anche le sinergie dell’iniziativa GSI (Genuine Software Initiative) che racchiude le iniziative volte a consentire ai clienti Microsoft di verificare se il sistema operativo Windows o il pacchetto applicativo Office acquistati sono regolari o frutto di contraffazione. La sensibilizzazione nei confronti di questo problema rappresenta la chiave principale per la riduzione della pirateria e la protezione dei clienti, incrementando la loro consapevolezza e fornendo loro gli strumenti necessari per individuare i software contraffatti e aiutarli a comprendere le misure da prendere in merito.
L’Italia conferma il trend positivo, anche se molto lento, verso la lotta alla pirateria informatica: oggi il tasso italiano è pari al 48%. Il dato posiziona il nostro Paese al terzultimo posto, a livello europeo, seguito dalla Grecia con il 57% e da Cipro con il 50%, tra i paesi più virtuosi in materia di pirateria informatica, ancora molto lontani dal Lussemburgo (21%) e dall’Austria (24%).
Secondo una recente ricerca IDC, si calcola che in Italia la pirateria di software comporti una perdita di circa 1.400 milioni di dollari. Una riduzione del 10% avrebbe come conseguenza la creazione di circa 6.200 posti di lavoro, 2,7 miliardi di euro di fatturato per il settore e 750 milioni di euro di tasse per l’erario.
