«La letteratura disincanta». Parola di Ian Sansom

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domenica 22 Maggio 2011 - 22:01

Ian Sansom ha incontrato i suoi lettori italiani

Con il gustoso Galeotto fu il libro (Tea edizioni; pp. 322; €12), le avventure del bibliotecario Israel Amstrong, ideato dal critico letterario e scrittore Ian Sansom, giungono al quarto capitolo. Antieroe per eccellenza con un’eredità nobile che pesca dalla letteratura sino al film muto, Israel è nato per decisione ferrea dell’autore ma anche per una felice coincidenza: “abito di fronte a una biblioteca, e ogni mattina lì davanti si ferma un bibliobus per rifornirsi di volumi: impossibile non celebrare una cosa come questa”. Sansom, inoltre, ha svelato il suo personalissimo rapporto con libri, critici e con l’atto stesso della lettura e non mancano certo le sorprese… Per il Salone del Libro di Torino, Ian Sansom ha presentato al pubblico italiano il suo nuovo libro e Tempostretto.it l’ha intervistato. La serie del Bibliobus di Tundrum è giunta ad un nuovo episodio: Ma dome è nata 0questa fortunata serie? «È nata per un puro atto di volontà, per una decisione consapevole. Uno scrittore si siede e pensa: voglio scrivere un libro che abbia questi elementi: una biblioteca e un personaggio che sia “fuori luogo”, cioè che si trovi in un luogo a cui non appartiene. Così è nato Israel Armstrong. A cioè si aggiunge il fatto che abito di fronte a una biblioteca, e ogni mattina lì davanti si ferma un bibliobus per rifornirsi di volumi: impossibile non celebrare una cosa come questa». Per creare il suo protagonista si è ispirato almeno in parte a qualche personaggio letterario? «Israel è un genere di personaggio che troviamo spesso in letteratura: si sposta, vaga, non ha un luogo fisso e sicuro nel mondo. In questo è un personaggio ricorrente, sempre alla ricerca di qualcosa, anche quando non sembra così evidente. Israel è vicino a molti antieroi che troviamo nei romanzi del XX secolo, come “L’uomo senza qualità” di Robert Musil o “Ho servito il re d’Inghilterra” di Bohumil Hrabal. Ma in Israel ritroviamo anche i fratelli Marx e i personaggi del film muto, quindi si avvicina a esempi in parte letterari e in parte cinematografici». Un critico letterario ce lo si figura serio e borioso, al contrario lei brilla per fantasia e humor. Questa serie è anche un modo per non prendersi troppo sul serio e imparare a godere semplicemente del piacere letterario? «In realtà spero di fare il critico letterario scrivendo con la stessa arguzia e allegria che cerco di mettere nei miei libri. Credo che la critica letteraria, nei suoi aspetti migliori, possa essere gioiosamente creativa. Non mi piace differenziare le due attività in modo radicale. A volte le mie critiche letterarie hanno più allegria di alcune mie opere che invece vengono considerate molto serie». A proposito, che rapporto ha con i cuoi colleghi critici? «Faccio una vita piuttosto da eremita: vado a lavorare, torno, leggo, scrivo. Se uno legge seriamente, finisce inevitabilmente per avere più rapporti con i morti che con i vivi. Ma sono certo che tutti i miei colleghi, critici e scrittori, sono persone simpatiche ed eccezionali». «Infine vorrei domandare ad Israel: fa bene leggere e perché? Non penso che la lettura funzioni come una medicina, che ti rende moralmente migliore. Molti di quelli che la consigliano ad ogni costo lo fanno come suggerire l’echinacea per il raffreddore. Credo piuttosto che il valore principale della lettura è che aiuta ad avere un punto di vista più disincantato. Spesso si dice che la letteratura incanta; secondo me, invece, disincanta. Quasi tutta la letteratura ha un messaggio universale: che la gente è cattiva. Insomma, la carta da parati non ci salverà se il muro crolla; ma è comunque piacevole avere una bella carta da parati». Ian Sansom, inglese, vive vicino a Belfast con la sua famiglia. Collabora regolarmente con il «Guardian» e con la «London Review of Books» in qualità di critico letterario. Nel 2002 ha pubblicato The Truth About Babies, resoconto di un anno di gioie e orrori della paternità. Ha debuttato nella narrativa nel 2004 col romanzo The Impartial Recorder. Sul web: www.iansansom.net

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