Tensioni al quotidiano La Sicilia. "L'informazione è una cosa seria, il lavoro va pagato"

Tensioni al quotidiano La Sicilia. “L’informazione è una cosa seria, il lavoro va pagato”

Redazione

Tensioni al quotidiano La Sicilia. “L’informazione è una cosa seria, il lavoro va pagato”

sabato 22 Luglio 2023 - 19:34

Domenica scorsa il giornale non è andato in edicola, poi lo sciopero delle firme

“Siamo pienamente disponibili a organizzare un incontro per discutere di questa importante questione e trovare soluzioni concrete”. E’ uno dei passaggi delle note diffuse dalla Dse in risposta ai documenti in cui il Cdr del quotidiano “La Sicilia” chiariva il perché di uno sciopero che ha impedito la pubblicazione del giornale nella giornata di domenica scorsa e in cui Assostampa Sicilia e la segreteria provinciale di Catania invitavano la proprietà a sedersi a un tavolo per cercare di affrontare la situazione del mancato pagamento degli stipendi ai giornalisti, ai collaboratori, ai poligrafici e agli amministrativi.

Ebbene, a fronte di tanta sbandierata disponibilità, l’azienda non ha ritenuto di dover rispondere concretamente né ad Assostampa Sicilia né alla segretaria generale della Federazione nazionale della stampa italiana, Alessandra Costante, che dopo quella nota si è subito detta disposta a incontrare i vertici aziendali. E men che meno a procedere con il pagamento degli stipendi, atteso che si preferisce regolarizzare i debiti pregressi e non il corrente, ovviamente ai danni di chi quotidianamente lavora.

Ennesima offesa da parte di chi non riesce più a mantenere alcuno dei suoi impegni: dal pagamento dello stipendio di maggio, che in un accordo a firma di Mario Ciancio Sanfilippo doveva avvenire entro il 30 giugno, all’incontro, per l’appunto, con i vertici di un sindacato che si è subito fatto carico di mediare in una situazione delicata come quella che i giornalisti del quotidiano – ma anche i poligrafici e gli amministrativi, per un totale di 54 dipendenti, ai quali vanno ad aggiungersi i collaboratori, malpagati da oltre un anno – sono costretti a fronteggiare.

Ed è inutile, come ha fatto la Dse, sottolineare che la redazione ha rifiutato sacrifici importanti per aiutare l’azienda a superare il momento di difficoltà. Questo discorso va avanti da nove anni e da nove anni l’azienda decurta gli emolumenti della redazione con percentuali comprese fra il 20 e il 40%: sono tanti sacrifici che hanno determinato tanti soldi risparmiati, altroché. Ed è pure inutile ricordare che altri comparti del giornale si sono fatti carico di tagli maggiori. Quest’azienda produce informazione e continuando a tagliare giornalisti sarà sempre più difficile affrontare le sfide dell’informazione, a meno che non si voglia imporre alla redazione di disconoscere il Contratto nazionale del lavoro giornalistico e di lavorare a tempo pieno a cifre simboliche e ben lontane da quelle che altri quotidiani dell’Isola garantiscono, nonostante la crisi, il Covid e le spese da fronteggiare, ai loro redattori. La Sicilia sarà pure il primo quotidiano dell’Isola, come vanta – sulla scorta del lavoro dei giornalisti – la proprietà, ma è l’ultimo per puntualità e per entità di pagamenti. Tanto è vero che mentre qui si soffre – da nove anni, lo ricordiamo ancora – altrove in questo momento si lavora a stipendio pieno.

E la cosa più triste è che l’azienda continua a parlare soltanto di tagli e di riduzione dell’organico. Ciò in un momento in cui, appare evidente, piuttosto che affrontare le sfide nel settore dell’informazione, si vuol far ricadere il rischio di impresa sulle spalle dei lavoratori, che hanno trascorso le vacanze di Natale senza stipendi, le vacanze di Pasqua senza stipendi e che stanno affrontando le vacanze estive senza stipendi.

Per questo motivo la redazione chiede la solidarietà della città, a cominciare da coloro i quali firmano i commenti per la nostra testata: fino a ieri non è stato posto alcun ”veto”, ma visto il perdurante silenzio della proprietà, si invitano i nostri editorialisti a rispettare lo sciopero delle firme che da lunedì scorso la redazione, non senza dolore, sta portando avanti per non far cadere il silenzio su questa vertenza e per far comprendere a chi guida la società che edita il quotidiano La Sicilia che l’informazione è una cosa seria. Come il lavoro. Che va pagato.

Il Cdr

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