"Tiene la mamma in freezer!", ma era una calunnia. Assolto dopo 8 anni

“Tiene la mamma in freezer!”, ma era una calunnia. Assolto dopo 8 anni

Alessandra Serio

“Tiene la mamma in freezer!”, ma era una calunnia. Assolto dopo 8 anni

giovedì 04 Maggio 2023 - 16:59

L'incredibile vicenda di un docente di San Fratello accusato da un esposto anonimo

PATTI – Assolto dopo anni di una incredibile vicenda giudiziaria partita da un esposto anonimo che non aveva trovato alcun riscontro, ma che è comunque passato per un lungo processo. La sentenza è del giudice monocratico di Patti Maria Teresa Gullino che ha scagionato con formula piena “perché il fatto non sussiste” un docente di San Fratello, accusato di maltrattamenti nei confronti della madre.

Il processo

Il processo è iniziato nel 2016 dopo un esposto anonimo dal tenore abnorme: “Non vorrei che la signora fosse deceduta e, come si vede in televisione, la tiene nel freezer per fottersi la pensione”, diceva più o meno la lettera arrivata ai carabinieri del centro montano. Tra rinvii, cambi di giudici e blocco delle attività causa covid, sono serviti 8 anni per chiudere il dibattimento. Per il cinquantasettenne, imputato dei reati di maltrattamenti in famiglia e abbandono d’incapace, l’Accusa aveva chiesto la condanna ad un anno e 4 mesi di reclusione. Ma il giudice ha accolto la tesi del suo difensore, l’avvocato Massimiliano Fabio.

L’esposto anonimo

Secondo l’esposto del 2015 l’anziana signora, morta a 82 anni il 4 aprile dello stesso anno, non
si vedeva più in giro da anni, non si vedeva nessuno che le portasse del cibo e non si vedevano panni stesi fuori dall’abitazione dove abitava con il figlio presunto “carceriere”. “In realtà – spiega l’avvocato Fabio – come è stato accertato nel corso dell’istruttoria dibattimentale, il figlio non aveva mai smesso di occuparsi della madre affetta da una grave artrite deformante, una circostanza confermata da tutte le persone che si sono succedute sul banco dei testimoni (il responsabile della casa di cura, personale sanitario, la vicina di casa, l’ex badante), le quali hanno confermato che “l’imputato è sempre stato un figlio premuroso”, a partire dal medico di famiglia che ha riferito di aver trovato la donna sempre in condizioni dignitose”.

La difesa

In seguito all’esposto, i vigili urbani erano intervenuti imponendo al professore di ricoverare la madre, sempre lucida e molto legata al figlio, in una casa di riposo di San Fratello. Tra febbraio e marzo del 2015 era quindi arrivata nella struttura accompagnata dai vigili urbani in condizioni igieniche e fisiche degradate con gli arti irrigiditi, piaghe e impossibilitata a deambulare autonomamente. “Dalla sentenza si legge che “l’anziana era affetta da una grave forma di artrosi deformante che l’aveva resa del tutto invalida. Dalle prove testimoniali assunte è anche emerso che il figlio viveva insieme con lei e se ne prendeva cura, provvedendo a farla visitare a domicilio dal medico, a somministrarle i farmaci e a
farle le medicazioni, provvedendo a fare la spesa, ad aiutarla a nutrirsi, atteso che la donna – in ragione delle sue infermità fisiche – era sostanzialmente allettata”, conclude il legale.

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