I riflettori restano puntati sull'ospedale Piemonte, ancora dubbi sul futuro

I riflettori restano puntati sull’ospedale Piemonte, ancora dubbi sul futuro

I riflettori restano puntati sull’ospedale Piemonte, ancora dubbi sul futuro

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giovedì 24 Luglio 2014 - 00:32

La questione è stata al centro di una seduta della commissione consiliare Sanità che ha ospitato il manager Vullo che ha rettificato alcuni passaggi resi noti dai sindacati dopo l'ultimo incontro a Palermo. Regna ancora parecchia confusione.

Sul destino dell’ospedale Piemonte non è ancora stata fatta chiarezza fino in fondo. Se n’è parlato a Palermo, durante la seduta della Commissione Sanità a cui ha partecipato anche l’assessore Lucia Borsellino, semplicemente per spiegare che ciò che accadrà da qui in avanti è solo frutto del Piano della rete ospedaliera approvata qualche mese fa. Se n’è parlato in città durante la commissione consiliare presieduta dalla consigliera Dr Rita La Paglia che ha convocato il manager Michele Vullo per capire come stanno le cose.

“Vullo ha confermato che il Piemonte dovrà essere trasformato in un Polo materno Infantile ma che in questo momento ha avviato una verifica accurata delle attività sanitarie fornite dall’Ospedale Piemonte. Sulla base di questi risultati si potranno poi fare ulteriori valutazioni. Per noi ciò che è importante è che l’Ospedale Piemonte non muoia, ma siamo favorevoli ad operazioni che possono servire a migliorare efficienza e qualità dei servizi resi al cittadino” ha spiegato la presidente La Paglia. Nelle intenzioni un Polo Materno Infantile dovrebbe diventare struttura di eccellenza e riferimento, i dubbi che però questo sia solo un alibi per chiudere l’ospedale di viale Europa ci sono ancora.

Vullo continua dunque a ribadire la strada della trasformazione in Polo materno, Cisl e Uil però dopo la commissione con l’assessore Borsellino hanno parlato di mantenimento del punto di emergenza eventualmente affiancato da una struttura specializzata per mamme e bambini.

Non a caso si dice ancora perplesso il consigliere Libero Gioveni che invita tutti a non abbassare la guardia. “Le parole di Vullo, confrontate con quelle della Borsellino – afferma Gioveni – non mi hanno convinto affatto lasciandomi ancor più confusione, soprattutto per la fermezza del manager nel ribadire che il lavoro che si sta facendo è diretta conseguenza del piano della rete ospedaliera e che rimane come obiettivo primario la realizzazione del Polo materno infantile, al massimo integrandolo con un servizio di medicina territoriale e nulla più. Se da un lato, infatti – prosegue il consigliere – l'assessore Borsellino dichiara di voler mantenere un presidio di emergenza/urgenza, dall'altro sembrano prendere quindi la direzione opposta le parole del neo manager che tra l'altro ieri ha cercato di dimostrare alla Commissione che le probabilità di mortalità in caso di pronto soccorso per infarto o ictus, per esempio, sono più alte nel vicino Piemonte sprovvisto però rispettivamente di efficienti reparti di Emodinamica (dove si effettuerebbe l'angioplastica) e di Neurologia d'urgenza, che nel più lontano Papardo che invece ne è attrezzato”. Per il consigliere però è proprio per questo motivo che il Piemonte va potenziato. “Urge ora più che mai, convocare una seduta aperta del Consiglio Comunale (già richiesta dallo stesso consigliere alla Presidente Barrile), affinché si faccia definitivamente chiarezza sul futuro del Nosocomio, mettendo finalmente di fronte assessore e direttore generale unitamente alla deputazione regionale, al Sindaco e alle organizzazioni sindacali”.

“Questa è stata anche una nostra battaglia e quanto affermato dall’assessore Borsellino conferma che l’Ospedale Piemonte dovrà essere anzi rafforzato nelle sue funzioni, diventando per di più un centro d’eccellenza” hanno dichiarato Giuseppe Picciolo, capogruppo all’Ars del Patto dei Democratici per le riforme, e il deputato Marcello Greco. “Il completamento dei padiglioni, ancora in fase di ristrutturazione, diventa dunque una scommessa per il nosocomio cittadino che deve puntare sulla qualità e l’eccellenza per non disperdere quel patrimonio di professionalità già presenti all’interno della struttura. Con grande semplicità abbiamo suggerito in commissione di organizzare al meglio soprattutto quella che tecnicamente viene chiamata “area critica” (interessando in questa operazione anche la struttura del 118) ; è infatti impensabile creare doppioni di cardiochirurgia interventistica o neurochirurgia mentre deve diventare primaria la tempistica sull’intervento nei casi da “codice rosso”. In linea con quanto affermato dal direttore generale dottore Michele Vullo, siamo convinti che questa sia la strada maestra per riportare al centro il malato, offrendo e garantendo prestazioni salvavita di qualità nelle strutture idonee e, contestualmente , realizzare un centro di alta specializzazione in campo materno infantile che punti a diventare riferimento per l’intera Sicilia” hanno sottolineato i due esponenti Pdr.

Per il presidente nazionale dell’Udc, il parlamentare messinese Gianpiero D’Alia
"rimane però necessario avviare un dibattito pubblico, fatto in Consiglio comunale, con la Regione e tra istituzioni, politica e dirigenti della sanità per precisare concretamente quale sarà il ruolo e il percorso futuro dell'ospedale. Va, infine, definito un piano dei servizi sanitari che organizzi il settore a Messina, secondo le esigenze del territorio e di coloro che operano in un settore delicato e importante come è la salute dei cittadini".

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