Assistenza per i ragazzi disabili alla deriva, il Comitato per i Diritti e la Dignità Sociale pronto a lottare

Assistenza per i ragazzi disabili alla deriva, il Comitato per i Diritti e la Dignità Sociale pronto a lottare

Assistenza per i ragazzi disabili alla deriva, il Comitato per i Diritti e la Dignità Sociale pronto a lottare

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mercoledì 27 Luglio 2016 - 22:03

Con le ultime disposizioni regionali, i servizi di trasporto e assistenza igienico-sanitaria per gli studenti disabili delle scuole superiori di Messina e provincia rischia di subire un drastico peggioramento. Il comitato promette battaglia nella vertenza già iniziata, è pronto a presentare denunce e lotterà per i diritti dei disabili, soprattutto quello allo studio.

Dopo le recenti novità sui servizi di assistenza che riguardano i ragazzi disabili che frequentano le scuole superiori di Messina e provincia, scende in campo anche il Comitato per i Diritti e la Dignità sociale. Genitori e cittadini che adesso temono un drastico peggioramento della qualità dei servizi resi. Il comitato ripercorre tutte le tappe di questa vicenda: “Per l’anno scolastico 2016/2017, le nuove disposizioni di legge nazionale e l’adeguamento regionale stanno dando grandi preoccupazioni agli operatori che da decenni prestano professionale assistenza agli studenti disabili di ogni ordine e grado – in quanto il loro posto di lavoro è stato messo al bando. Le famiglie con a carico uno o più figli disabili sono disorientate, poiché – avendo le province cessato di gestire il trasporto gratuito, l’assistenza per l’autonomia e la comunicazione o l’assistenza igienico-personale – si sono presentati gravi condizioni di disagio. Le regioni avrebbero dovuto affidare tali competenze, con le corrispondenti risorse, ad altri organismi: quali città metropolitane, enti di vasta area, ambiti territoriali, associazioni o consorzi di comuni. A fronte di una paralisi e delle incertezze interpretative, l’ultima legge di stabilità ha ribadito che tali competenze sono definitivamente assegnate alle singole regioni che potranno, a loro volta, attribuirle a secondi enti. Ciò però viene trasmesso in modo aleatorio e con scarsa interpretazione. Si decreta infatti che saranno le stesse scuole a dover garantire le prestazioni fin qui date da seri professionisti, sostituendo quest’ultimi con il proprio personale A.T.A., formato con quaranta ore di corso – probabilmente svolto alle soglie del primo giorno di scuola”.

Questo dunque il quadro in cui si dovrà muovere la gestione dei servizi. Ad oggi però è tutto nel caos. “A metà luglio 2016, a due mesi dall’inizio dell’a.s. 2016/2017, l’incertezza e il disorientamento dominano oltremodo: le scuole non sanno in che modo garantire la frequenza agli studenti disabili e le famiglie sono in forte ansia, dato che questi servizi in principio venivano programmati già a partire dal primo trimestre dell’anno civile. Così è a rischio il diritto allo studio. Gli alunni con disabilità non potranno seguire le lezioni fin dall’inizio dell’anno o, in taluni casi, dovranno frequentarle senza i sopracitati servizi: nelle peggiori delle probabilità, saranno costretti a rinunciare alla frequenza.

Alcune associazioni, con le quali ci pregiamo di collaborare, nei loro comunicati stampa denunciano: “Un silenzio gravissimo, nonostante la pressante azione di sensibilizzazione e protesta delle nostre federazioni regionali e delle associazioni federate”. Di fronte alla violazione del diritto costituzionale allo studio, si annunciano azioni legali contro le regioni inadempienti: “Non esiteremo ad agire contro le Giunte e gli Assessori che non hanno provveduto ad attivare in tempi utili i servizi che garantiscono la frequenza”. È palese la discriminazione ai danni degli alunni con disabilità”.

Il Comitato chiederà, oltre che la nomina di commissari ad acta, pure il risarcimento dei danni patrimoniali e non. Si sporgerà denuncia, affinché la magistratura accerti se vi siano stati comportamenti omissivi che integrino il reato di interruzione di pubblici servizi. Non è esclusa l’eventualità di rivolgersi al Governo, essendo questi servizi dei livelli essenziali di prestazioni relativi a diritti sociali e civili ai sensi dell’articolo 117 della Costituzione, in modo che intervenga – con le facoltà che la Carta Costituzionale gli riconosce – per sanare le inadempienze delle regioni.

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