Spettacolare tromba marina a Pace, ecco come si è generata. VIDEO

Spettacolare tromba marina a Pace, ecco come si è generata. VIDEO

Daniele Ingemi

Spettacolare tromba marina a Pace, ecco come si è generata. VIDEO

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domenica 25 Marzo 2018 - 14:05

L'avanzata del fronte temporalesco in riva allo Stretto è stata accompagnata dalla formazione di una debole tromba marina che si è andata a dissipare sulla spiaggia di Pace

Puntuale come un orologio svizzero stamani il maltempo è tornato ad interessare la Sicilia e l’area dello Stretto di Messina, con piogge diffuse, rovescio e dei temporali, che hanno preceduto l’avanzata del “ramo freddo” (convergenza fra venti da E-SE e SO) di questa perturbazione. Durante la risalita sullo Stretto del fronte temporalesco, che accompagnava il passaggio di questa “linea di convergenza” fra lo scirocco e il levante (più mite), che sulla parte nord dello Stretto entrava con una componente più da E-NE, e il libeccio (più freddo), nel tratto di mare antistante il villaggio di Pace il moto rotatorio che si è sviluppato lungo il fronte è riuscito ad estendersi verso la superficie del mare, generando una piccola tromba marina, meglio nota col termine di “waterspout”, che si è diretta molto rapidamente sulla spiaggia, dove si è andata a dissipare. Il fenomeno vorticoso era estremamente debole e veloce, con raffiche che ad occhio superavano di poco gli 80 km/h, tanto da essere classificato come un modesto “FO” (il grado più basso su una scala che va da 0 a 5) sulla scala “Enhanced Fujita”, quella utilizzata per valutare la forza di un tornado. Per questo non si registrano danni di un certo rilievo. Inoltre questi tipi di vortici, tutt’altro che rari sulla parte nord dello Stretto quando il fronte temporalesco sfonda da sud (senza avere le montagne alle spalle che fanno da attrito), raramente assumono grandi intensità, superando la forza di un “F1” o “F2” della “Enhanced Fujita”.

L’ultimo evento vorticoso di una certa importanza che colpì la costa di Messina risale al 1994, quando una tromba marina o tornado (ricordiamo che per la letteratura scientifica sono sinonimi pur avendo di differente solo la caratteristica del temporale che li genera) risalì lo Stretto da Sud verso nord, arrivando a colpire l’area della Fiera, cagionando parecchi danni. Nel caso del vortice odierno, sotto l’aspetto tecnico, il moto rotatorio è stato innescato dal “downdraft” (raffiche di vento discendenti davanti al muro di pioggia del temporale avanzante) associato alla precipitazione del temporale. In genere se il “downdraft” annesso non ha intensità omogenea lungo tutta la “shelf cloud” (quel tipo di “nube a mensola” presente davanti il temporale) essa può subire una inclinazione o addirittura una frattura per la diversa spinta da esso generato. L’inclinazione della “shelf cloud” può essere cosi spinta che una parte di essa può arrivare a toccare il suolo formando una tromba d’aria. L’evoluzione del fenomeno è cosi rapida che sovente si osserva la tromba d’aria già formata e sviluppata. In altre occasioni, ben più rare, le trombe marine che si generano in seguito a forti turbolenze proprie della “shelf cloud” che riescono a sfondare e a raggiungere il suolo. Il moto rotatorio necessario per la formazione della tromba d’aria viene quasi sempre generato dalla linea di demarcazione esistente tra la corrente ascensionale e quella discendente che non sempre origina “shelf cloud”. La linea di demarcazione insiste fino a quando il temporale è attivo da avere contemporaneamente forti moti ascensionali e discendenti al proprio interno.

Daniele Ingemi

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