Decine di trombe marine sfilano davanti le coste del messinese tirrenico

Decine di trombe marine sfilano davanti le coste del messinese tirrenico

Decine di trombe marine sfilano davanti le coste del messinese tirrenico

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martedì 15 Luglio 2014 - 11:12

Decine di trombe marine sfilando a largo delle coste del messinese tirrenico, regalando paesaggi davvero surreali. La presenza di un forte "Wind Shear" è alla base della loro formazione

Nuove trombe marine, di pregevole struttura, si sono formate nel corso della tarda serata di ieri nel tratto di mare antistante la costa messinese tirrenica, regalando scenari davvero surreali ai tanti bagnati e pescatori che in quelle ore affollavano le spiagge della provincia, e non solo. Questi vortici d’aria, una volta toccata la superficie marina, con venti vorticosi che approssimativamente potevano toccare velocità prossime ai 100-120 km/h (F-O sulla scala Fujita, il grado più basso), hanno sollevato una colonna d’acqua polverizzata dai potenti refoli d’aria. Le prime, almeno cinque, si sono formate nello specchio acqueo, fra la costa orlandina e le isole di Filicudi e Alicudi,, e seguendo il movimento dei corpi nuvolosi cumuliformi che le hanno generate sono sfilate in alto mare. Fra queste, una ha assunto delle dimensioni davvero notevoli, avvicinandosi alle coste meridionali di Filicudi, prima di muoversi sulle acque del basso Tirreno, dissipandosi a largo del promontorio di Capo Milazzo. Ma un’altra tromba marina, sempre nel corso del pomeriggio di ieri, si è formati davanti le coste della zona nord di Messina, sfilando nel tratto di mare limitrofo all’area fra Spartà, Casabianca e Mortelle, luogo conosciuto in tutta Italia per essere fabbrica di frequenti fenomeni vorticosi nel periodo estivo ed autunnale. Anche in questo caso siamo di fronte a comunissimi “Waterspout” (come viene definito dai meteorologi inglesi), molto frequente durante il periodo tardo estivo a ridosso delle nostre aree costiere. Lo sviluppo di questi imponenti vortici è indotto da forti contrasti termici, fra la calda superficie marina e le masse d’aria sovrastanti, decisamente più fredde. Ma un ingrediente fondamentale per la nascita dei “Waterspout” è legato alla presenza di un forte “Wind Shear” lungo le quote superiori della troposfera. Ossia forti variazioni, in velocità e direzione, del vento alle varie quote atmosferiche. Queste variazioni del vento, alle varie quote atmosferiche, possono innescare moti vorticosi che in seno ad eventuali fasce di precipitazioni o moti convettivi (forti correnti verticali) possono estendersi fino alle quote più basse, agevolando cosi la formazione di questi bellissimi vortici. Fortunatamente, i “Waterspout”, a differenza delle trombe d’aria o dei tornado, rimangono innocui, poiché scivolano quasi esclusivamente in mare, dove trovano quei forti contrasti termici, fra acqua e aria, indispensabili per il loro sviluppo. Durante la stagione autunnale non è raro osservare la formazione di vortici ben più ampi, detti "tornadici" (presentano caratteristiche un pò diverse dalle trombe marine). La loro genesi è identica a quella dei forti tornado che investono le pianure centrali degli USA, la Pampa argentina e il sud-est dell’Australia. Per la loro formazione occorrono situazioni di forte instabilità atmosferica e lo sviluppo di grossi sistemi temporaleschi in mare aperto, organizzati in varie “Celle”. Molte di queste passando sulla terra ferma tendono a causare gravi danni a case e infrastrutture. Daniele Ingemi

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