Da "un mare di possibilità" alla Casa di Antonello, passando per la promozione del territorio e i servizi per i cittadini: ecco quali sono
MESSINA – All’interno del Psum, il Piano strategico urbano, metropolitano e dell’area dello Stretto di Messina, c’è una parte molto importante dedicata ai cosiddetti “progetti bandiera”. Si tratta, per citare il documento, di quelle azioni “ritenute rilevanti dal punto di vista strategico e prioritarie per l’attivazione delle altre”.
Sei progetti, quindi, che non sono soltanto significativi per la città di Messina ma permetteranno anche un ulteriore scatto verso altri risvolti dello stesso Psum. Sono “Le botteghe del sapere – Massa San Nicola”, “I chioschi sociali – Piazza Cairoli”, “Messina Blu: un mare di possibilità”, “Governance turistica”, “Casa Museo Antonello da Messina” e “Messina, la città che non ti aspetti”.
Le botteghe del sapere – Massa San Nicola
Partendo dal primo, dal titolo “Le botteghe del sapere – Massa San Nicola”, la scheda in cui viene descritto parla di “erogazioni di servizi e attività gestionale e/o organizzativa” come intervento proposto. Nella descrizione viene spiegato come il Comune abbia individuato, all’interno dei fondi Pn Metro Plus e Città medie Sud 2021-2027, 4 milioni di euro da destinare al progetto “Le botteghe del sapere”, destinato “a migliorare l’accesso all’occupazione dei giovani e dei gruppi svantaggiati in generale, attraverso l’inclusione sociale e lavorativa. Attraverso la realizzazione delle attività si intende migliorare l’inserimento occupazionale dei giovani e dei gruppi svantaggiati nel mercato del lavoro, integrando altri interventi previsti dall’amministrazione comunale di Messina.
Allo stesso tempo, si valorizzeranno gli antichi mestieri e l’artigianato della comunità locale. Per farlo, verranno sostenute le attività esistenti e verranno create nuove opportunità così da incrementare sensibilmente i posti di lavoro. L’intervento prevede il coinvolgimento di imprenditori, artigiani, associazioni, enti (pubblici e privati), nonché istituti scolastici per quanto riguarda l’offerta di percorsi personalizzati, in grado di avvicinare gli adolescenti e i giovani al mondo del lavoro, dell’artigianato e delle tradizioni”.
L’intervento prevede quattro fasi: l’individuazione dei destinatari e degli artigiani e delle imprese che possano ospitarli; l’organizzazione dei percorsi formativi professionalizzanti, di autoimprenditorialità o di autoimpiego; l’avvio di misure di politica attiva con tirocini retribuiti o esperienze lavorative temporanee; e il supporto alla creazione di start-up che richiamino artigianato e antichi mestieri anche attraverso forme di partenariato pubblico-privato. E perché a Massa San Nicola? Perché è diventato un “villaggio fantasma” a causa dello spopolamento e perché già in tempi recenti sono stati “approvati progetti funzionali a ottenere case in comodato d’uso a chi fosse interessato”. Progetti che hanno riscontrato “l’interesse di giovani nuovi abitanti che lavorano le campagne, prevalentemente del nord”.
Un processo di ripopolazione e di nuova attenzione al borgo, già portato avanti, come sottolineato del piano, anche da associazioni come Borgo San Nicola, Map Messina e Casali di Tramontana. La durata dell’azione? Entro il 2027 l’avvio e poi un raggio temporale medio-lungo perché diventi un processo “autonomo e sostenibile negli anni”.
I chioschi sociali – Piazza Cairoli
Diverso, invece, il progetto bandiera “I chioschi sociali – Piazza Cairoli”. Anche durante la presentazione in commissione ponte è stato sottolineato come già in Piazza Cairoli si è fatto qualcosa di simile, perché il progetto si propone di “trasformare piccoli spazi di piazza”, come le edicole, per dare agli abitanti dei punti di riferimento informativi. E offrire “servizi di prossimità attraverso relazioni fondate su solidarietà e fiducia”. Il primo esempio è il chiosco sociale che sarà costruito in Piazza Cairoli, con l’obiettivo di promuovere l’inclusione sociale e creare spazi di aggregazione. Un progetto che ovviamente potrebbe avere ancora più impatto nelle periferie, con il coinvolgimento di associazioni, scuole, parrocchie e istituzioni che potrebbero gestire e organizzare attività di vario tipo, da laboratori creativi a tornei sportivi, fino a supporto educativo come corsi di lingue e doposcuola e incontri e workshop su temi sociali e professionali.
Le stime, a livello di costi, parlano di una cifra dai 550 ai 930mila euro per la creazione di un chiosco sociale (tra la progettazione, l’installazione, le tecnologie integrate, i servizi e la manutenzione oltre alla promozione). I fondi utilizzati sarebbero quelli Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale), i Fse (Fondo sociale europeo), quelli del programma Horizon Europe e del piano operativo del Pn Metro Plus e Città medie Sud 2021-2027. Anche questo avrebbe un orizzonte temporale medio, di 4-5 anni, con una fase di progettazione e attivazione che va da uno a due.
Messina Blu: un mare di possibilità
Poi c’è “Messina Blu: un mare di possibilità”. In questo caso non si tratta soltanto di erogazione di servizi ma anche di infrastrutturazione perché il progetto riguarda l’accessibilità anche alle persone con disabilità alla spiaggia e al mare, viste le lunghe coste di cui è dotata Messina. Si parla di passerelle, di sedie job, di servizi igienici e docce accessibili, con zone d’ombra e tettoie per tutti, ma anche dell’organizzazione di corsi e lezioni di sport acquatici con istruttori e attrezzature, come surf, windsurf, kayak e molto altro. Un progetto che avrebbe tra i destinatari i tanti messinesi che oggi hanno difficoltà a godere del mare di Messina ma anche ai turisti che potrebbero scegliere la città come meta anche per la sua accessibilità.
I costi per l’infrastrutturazione andrebbero dai 500mila al milione di euro, per gli sport acquatici tra i 300mila e i 700mila euro e per la promozione, i corsi e le campagne di sensibilizzazione tra i 200mila e i 500mila. Anche qui si parla di fondi europei per lo sviluppo regionale, ma anche di fondi comunali e regionali. La durata è a medio-lungo raggio, visto che il progetto “potrebbe richiedere da 3 a 5 anni per essere pienamente attuato e consolidato”.
Governance turistica
Il quarto progetto è “Governance turistica” ed è “un’azione pilastro per consentire lo sviluppo di tutte le progettualità legate al turismo di Messina”. Un progetto che “consiste nella progettazione e implementazione di un sistema di governance di destinazione che sappia creare connessioni tra i diversi attori presenti sul territorio e favorisca l’integrazione tra le progettualità presenti e lo sviluppo sinergico di nuove iniziative”.
In pratica si parla di sotto-azioni come piani di marketing turistico, mappatura dell’offerta attuale, analisi dei trend dei viaggiatori, la creazione di un’immagine unica della città “unificando il brand di destinazione” e “inglobando il brand esistente ‘Messina Città di Antonello'”, ma anche azioni di comunicazione dell’offerta stessa e il potenziamento del progetto di sviluppo della “card integrata VisitMe come strumento unitario di promozione e commercializzazione delle attrattive e dei servizi turistici del territorio”.
E ancora la creazione di infopoint, programmi di formazione e lingue per gli operatori turistici, e tante altre azioni volte a mettere tutte insieme le attività, commerciali e culturali, presenti in città per implementarne il potenziale rispetto ai turisti (e ai croceristi?) presenti in città. Un piano comune che possa, per così dire, far andare d’accordo tutto ciò che già esiste e farlo rendere al meglio. Con fondi ministeriali come i Funt e regionali come i Fesr, ma anche su linee europee come gli Erasmus+ per la formazione, il progetto potrebbe farcela con una cifra che va dai 500mila agli 800mila euro. E gli orizzonti temporali sono anche sul breve periodo, con i progetti di comunicazione e marketing sviluppabili già in meno di tre anni.
Casa Museo di Antonello da Messina
Un altro dei progetti che sono già in fase di attuazione è la “Casa Museo Antonello da Messina”. Se ne parla da anni perché la creazione di un museo immersivo e interattivo dedicato al celebre artista, figura tra le più importanti dell’arte italiana e del Rinascimento europeo, potrebbe portare non pochi vantaggi alla città che all’artista stesso ha dato i natali, ampliando (e non di poco, sulla carta) il numero di turisti e visitatori a Messina. Attualmente sono stati già stanziati 2.850.000 euro per realizzare il progetto. Tra gli esempi portati nella scheda c’è anche il Frida Kahlo Museum a Città del Messico.
Messina, la città che non ti aspetti
E infine, il sesto e ultimo progetto bandiera, dal titolo “Messina, la città che non ti aspetti”. Già in fase di presentazione, il progettista Matteo Scamporrino ha spiegato che dagli studi fatti per la stesura del piano è emerso come la percezione stessa che i messinesi di Messina sia errata, troppo negativa rispetto a quello che in realtà la città avrebbe da offrire.
“Messina, la città che non ti aspetti” è proprio rivolto a questo aspetto comunicativo, a far emergere le eccellenza del territorio e a promuovere le buone pratiche tra i cittadini. Vuole essere un incentivo rivolto a tutti alla partecipazione alle iniziative locali, per far sì che tutti possano dare qualcosa per migliorare la qualità della vita, aumentare la coesione sociale condividendo informazioni e risorse e rafforzare l’immagine di “Messina come città accogliente, innovativa e in costante evoluzione, migliorandone la reputazione sia interna sia esterna”. Tra le tematiche ci sono la tutela ambientale, la cura del verde, il consumo responsabile attraverso prodotti a km 0 e mercati biologici, attività di valorizzazione per monumenti e siti archeologici con la collaborazione con artisti locali, la creazione di percorsi turistici a tema legati a storia e tradizioni e l’organizzazione di tornei e attività sportive. Ma ci sono anche la promozione della cucina, il supporto agli animali, le informazioni ai cittadini e le campagne educative su legalità e cittadinanza attiva, le reti di prossimità e il trasporto e il turismo sociale, la promozione di esperienze come condomini sociali e sportelli per le pratiche burocratiche a sostegno dei cittadini.
Come lo si farebbe? Attraverso un sito e dei canali social, ad esempio, dedicati interamente a questa promozione. L’obiettivo è “Comunicare la Nuova Messina” e rientra nella linea “Me Futura” del Psum. I fondi? Si vai dai 30mila euro per una prima fase di ascolto della comunità ai 120mila per la creazione dei contenuti multimediali da veicolare, fino alla promozione iniziale (150mila euro) e al successivo aggiornamento per 70mila euro l’ano, oltre a 180mila euro a triennio per nuovi lanci e “garanzia di un presidio SEO costante” e al monitoraggio, che costerebbe dai 40mila euro del primo anno ai 60mila a conclusione del biennio. Questo tra i progetti bandiera è l’unico con orizzonti temporali brevi, inferiori a tre anni in ogni sua fase. L’esempio preso? La città di Matera, che si è molto trasformata in questi anni e non è più conosciuta soltanto per i celebri sassi.

Queste iniziative mi sembrano utili per la Città. Il Commercio finalmente si potrà riprendere. Soldi ben spesi. In Via Cardines 140 mila euro per ripristinare tavoli, sedie e dehors lasciati lì e qualche buco nelle mattonelle.