Mistretta, sempre più concreta l’ipotesi della soppressione del tribunale

Mistretta, sempre più concreta l’ipotesi della soppressione del tribunale

Giuseppe Spano

Mistretta, sempre più concreta l’ipotesi della soppressione del tribunale

lunedì 11 Giugno 2012 - 10:53

Il rapporto redatto dal capo del Dipartimento dell'organizzazione giudiziaria, Luigi Birritteri, in settimana sarà al vaglio del ministro della Giustizia, Paola Severino

Il capo del Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria, Luigi Birritteri, ha concluso il lavoro propedeutico teso allo snellimento degli uffici giudiziari italiani, un taglio che prevede la soppressione di 33 tribunali e 37 procure minori e di 220 sezioni distaccate e che punterà a realizzare un risparmio di spesa ed un incremento di efficienza.

E’ questo il riassunto conclusivo del rapporto che sarà analizzato dal ministro della Giustizia, Paola Severino, una manovra che potrebbe portare allo spostamento di 461 magistrati e 7.000 dipendenti amministrativi con una riduzione dei costi, comprensivo del taglio dei giudici di pace, di circa 76 milioni di euro.

Un’operazione di restyling che segue la recente rimodulazione dei giudici di pace (una sforbiciata che ha già portato ad una riduzione di ben 674 uffici) e che sarà modellata in funzione dell’attuazione della legge delega sulla riforma della distribuzione territoriale degli uffici giudiziari oltre che delle linee guida indicate dal gruppo di lavoro insediato al Ministero della Giustizia.

La legge delega ha stabilito la “regola del 3” per cui in ogni distretto devono essere mantenuti non meno di 3 tribunali con connesse procure, un parametro che in provincia di Messina, oltre al capoluogo presuppone il mantenimento degli uffici di Patti e Barcellona Pozzo di Gotto mentre dovrebbe essere soppresso il tribunale di Mistretta, una struttura giudiziaria tra le più piccole d’Italia che proprio quest’anno ha compiuto centocinquant’anni di vita essendo stata istituita il 9 febbraio 1862, successivamente soppressa dal fascismo e riattivata nel secondo dopoguerra.

Tale criterio si inserisce in quello più generale che contempla la valutazione dell’estensione del territorio, del numero degli abitanti, dei carichi di lavoro e dell’indice delle sopravvenienze, della specificità territoriale del bacino di utenza, anche con riguardo alla situazione infrastrutturale e del tasso d’impatto della criminalità organizzata.

Naturalmente la proposta potrà essere modificata prima della sua definizione in decreto legislativo; il Consiglio dei Ministri dovrebbe esaminarla già in settimana mantenendo i tempi ristretti richiesti per la conclusione dell’iter visto che la delega al Governo per la riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari scadrà il prossimo 13 settembre.

Pertanto, entro i prossimi tre mesi, non solo si dovrà procedere all’approvazione del decreto ma si dovranno ottenere i pareri obbligatori, ma non vincolanti, del Parlamento e lo stesso provvedimento dovrà tornare a Palazzo Chigi per l’approvazione definitiva per essere, infine, suggellato dalla firma del Capo dello Stato. (Giuseppe Spano’)

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