La sentenza per il pregiudicato 60enne arrestato nel 2024 dai Carabinieri. Il Comune di Taormina punta al risarcimento
Dura condanna per Giuseppe Ruggeri, il 60enne di Taormina arrestato dai Carabinieri a marzo scorso con l’accusa di aver innescato il devastante incendio del luglio 2023 tra Taormina e Castelmola.
Il giudice Salvatore Pogliese alla fine del rito abbreviato lo ha condannato ad 8 anni, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e il pagamento del danno al Comune di Taormina. Risarcimento che dovrà essere quantificato in sede civile ma che l’ente locale, assistito dall’avvocato Giovanni Mannuccia, ha stimato ammontare intorno al milione e mezzo di euro. Il Municipio si è costituito al processo, con l’assistenza dell’avvocato Mannuccia, mentre Ruggeri è stato difeso dall’avvocato Antonello Scordo.
Pauroso rogo del 2023
L’enorme rogo, scoppiato il 25 luglio di due anni fa, colpì soprattutto Castelmola, dove causò notevoli danni. Le fiamme superarono i 3 metri d’altezza e insieme a Taormina arrivarono a lambire Letojanni. Danneggiati i fabbricati e chiusa a lungo l’autostrada A18 tra Roccalumera e Taormina. Servirono più di 24 ore ai Vigili del Fuoco per domare completamente l’incendio.
Terreni da sfruttare per pascolo
Due anni dopo i Carabinieri individuarono il responsabile, ora in carcere a Siracusa. L’inchiesta fece emergere che l’intento di Ruggeri era bruciare terreni limitrofi ai suoi per rigenerarli e farne pascolo. I militari scoprirono che aveva invitato vari allevatori a condurre il proprio bestiame nelle aree in questione, avviando trattative per “concederle” – benché senza titolo alcuno – in cambio di somme di denaro per migliaia di euro. L’uomo avrebbe vantato ingiustificatamente la disponibilità dei terreni e, comportandosi di fatto come padrone.
Ruggeri è una vecchia conoscenza delle forze dell’Ordine, avendo la fedina penale già “macchiata”: in passato è stato coinvolto in inchieste anti mafia che hanno svelato gli interessi dei clan nella zona jonica del messinese.
