Una condanna per il pauroso incendio di Castelmola del 2023

Una condanna per il pauroso incendio di Castelmola del 2023

Alessandra Serio

Una condanna per il pauroso incendio di Castelmola del 2023

giovedì 02 Ottobre 2025 - 17:14

La sentenza per il pregiudicato 60enne arrestato nel 2024 dai Carabinieri. Il Comune di Taormina punta al risarcimento

Dura condanna per Giuseppe Ruggeri, il 60enne di Taormina arrestato dai Carabinieri a marzo scorso con l’accusa di aver innescato il devastante incendio del luglio 2023 tra Taormina e Castelmola.

Il giudice Salvatore Pogliese alla fine del rito abbreviato lo ha condannato ad 8 anni, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e il pagamento del danno al Comune di Taormina. Risarcimento che dovrà essere quantificato in sede civile ma che l’ente locale, assistito dall’avvocato Giovanni Mannuccia, ha stimato ammontare intorno al milione e mezzo di euro. Il Municipio si è costituito al processo, con l’assistenza dell’avvocato Mannuccia, mentre Ruggeri è stato difeso dall’avvocato Antonello Scordo.

Pauroso rogo del 2023

L’enorme rogo, scoppiato il 25 luglio di due anni fa, colpì soprattutto Castelmola, dove causò notevoli danni. Le fiamme superarono i 3 metri d’altezza e insieme a Taormina arrivarono a lambire Letojanni. Danneggiati i fabbricati e chiusa a lungo l’autostrada A18 tra Roccalumera e Taormina. Servirono più di 24 ore ai Vigili del Fuoco per domare completamente l’incendio.

Terreni da sfruttare per pascolo

Due anni dopo i Carabinieri individuarono il responsabile, ora in carcere a Siracusa. L’inchiesta fece emergere che l’intento di Ruggeri era bruciare terreni limitrofi ai suoi per rigenerarli e farne pascolo. I militari scoprirono che aveva invitato vari allevatori a condurre il proprio bestiame nelle aree in questione, avviando trattative per “concederle” – benché senza titolo alcuno – in cambio di somme di denaro per migliaia di euro. L’uomo avrebbe vantato ingiustificatamente la disponibilità dei terreni e, comportandosi di fatto come padrone.

Ruggeri è una vecchia conoscenza delle forze dell’Ordine, avendo la fedina penale già “macchiata”: in passato è stato coinvolto in inchieste anti mafia che hanno svelato gli interessi dei clan nella zona jonica del messinese.

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