Dipartimento di Veterinaria, il giorno del giudizio. Navarra vola a Roma

Dipartimento di Veterinaria, il giorno del giudizio. Navarra vola a Roma

Danila La Torre

Dipartimento di Veterinaria, il giorno del giudizio. Navarra vola a Roma

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mercoledì 05 Marzo 2014 - 00:43

Riunione al Ministero per ottenere il definitivo via libera al corso di laurea e conoscere il numero dei posti assegnati all’ex facoltà di veterinaria, sprovvista dell’accreditamento europeo. Intanto, i legali Delia e Bonetti continuano la loro battaglia per il diritto allo studio e possono “brindare” a due successi

Giornata decisiva per il futuro dell’ex Facoltà di Veterinaria, a dicembre “declassata” a causa del mancato accreditamento da parte dell'ECOVE (l’European Committee of Veterinary Education). Dopo aver concesso un sostanziale via libera all’inizio del corso di laurea, il Miur dovrà adesso pronunciarsi sul numero esatto dei posti disponibili per il Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Ateneo peloritano e lo farà nel corso di una riunione che avrebbe dovuto tenersi ieri ma è stata rinviata ad oggi ed alla quale parteciperà il rettore dell’Università di Messina, Pietro Navarra.

In occasione della conferenza stampa sul bilancio, il massimo vertice dell’istituzione accademica si era detto ottimista sull’esito positivo della vicenda, assicurando che «rispetto alla visita di un anno fa da parte della Commissione europea, il Dipartimento di Veterinaria ha fatto grandi passi in avanti». Come si ricorderà, a seguito del sopralluogo del 18 marzo 2013, l’Ecove aveva bocciato la Facoltà per 4 gravi criticità: «assenza di un ospedale per grossi animali. Assenza di un centro clinico mobile. Scarso numero di autopsie su grossi animali. Numero irrisorio di visite ambulatoriali su animali di piccola taglia». In pratica, l’organismo aveva certificato che coloro i quali si laureano presso l’Ateneo peloritano non svolgono adeguata attività pratica ai fini della loro formazione e preparazione finale.

Sempre durante l’ultimo incontro con i giornalisti, il Magnifico ha reso noto di aver chiesto che la prossima ispezione venga anticipata di un anno, e cioè a marzo 2015, per poter riottenere velocemente l’accreditamento. In questo momento, tuttavia. la priorità assoluta è partire col corso di laurea e sapere se saranno confermati o meno i 41 posti. Il responso è atteso al termine del vertice romano.

Nel frattempo, il Miur ha già emesso un’altra “sentenza”. Secondo il Dicastero di Piazzale Kennedy, solo per Medicina, i posti rimasti vacanti destinati agli extracomunitari potranno essere redistribuiti ai comunitari in graduatoria, mentre resteranno vacanti per le Professioni sanitarie, per Odontoiatria, Veterinaria e Architettura.

Per gli avvocati Santi Delia e Michele Bonetti, che hanno condotto la battaglia legale dinanzi al T.A.R. Lazio, si tratta di una «decisione incomprensibile se si hanno a mente le ragioni che stanno alla base della scelta dello stesso Miur in merito alla redistribuzione che riguarda Medicina e che è figlia di anni di battaglie e di un mutamento giurisprudenziale che solo nel 2012 al Consiglio di Stato siamo riusciti a cogliere».

«Da allora – continuano in un comunicato i due legali – si sono adeguati tutti. T.A.R. e C.G.A. sino allo stesso M.I.U.R. che subisce la debacle su Medicina e persevera su Odontoiatria e Professioni sanitarie».

I due giovani e brillanti avvocati messinesi riportano, quindi, una parte della sentenza del T.A.R. Lazio che stigmatizza la scelta del Ministero ed ammette i ricorrenti al corso di laurea dell'Università di Messina.

Per il Tribunale amministrativo «deve richiamarsi il principio giurisprudenziale secondo il quale la piena utilizzabilità dei posti predeterminati (anche in termini di fabbisogno sociale) sia più aderente ai principi costituzionali enunciati negli articoli 33 e 34 della Costituzione e ai canoni di logicità e ragionevolezza dell'operato della pubblica amministrazione».

Entusiasta il commento finale dell’avvocato Delia: «E' un nuovo grande passo per l'accesso libero all'Università e per la grande riforma che non può più attendere».

E gli avvocati Santi Delia e Michele Bonetti possono brindare anche ad un altro successo. Il T.A.R. Lazio, proprio su loro ricorso, aveva rigettato la domanda di alcuni candidati che lamentavano la gestione del concorso dell'Ateneo di Messina nel 2008, ritenendo che la violazione dell'anonimato non fosse provata. Ebbene, il Consiglio di Stato, invece, ha accolto il gravame ammettendo la studentessa all'immediata frequenza delle lezioni evidenziandone la fondatezza "alla luce delle sopravvenienze normative e di una delibazione sommaria dei motivi d’appello".

Danila La Torre

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