Consegnato il I volume degli “Studi in onore del Prof. Antonino Metro”.

Consegnato il I volume degli “Studi in onore del Prof. Antonino Metro”.

Consegnato il I volume degli “Studi in onore del Prof. Antonino Metro”.

giovedì 10 Dicembre 2009 - 11:11

Si è svolta ieri mattina all’Università di Messina, in un’Aula Magna, piena di docenti universitari, dottorandi, magistrati e avvocati, la cerimonia di presentazione del I volume di una raccolta di scritti in onore del Prof. Antonino Metro, che si prepara a lasciare l’insegnamento, dopo una carriera universitaria di 42 anni.

«Il prof. Metro – ha detto il Rettore, prof. Francesco Tomasello – ha spesso preso posizioni non comode e per questo lo ritengo uno straordinario rappresentante dell’università che porta avanti i valori morali. Questo saluto con la presentazione del volume è un momento per celebrare una persona ben voluta da tutti».

«È la festa della facoltà di Giurisprudenza – ha affermato il Preside, prof. Salvatore Berlingò – in questi anni, il prof. Metro ha incarnato l’eccellenza della scuola giuridica messinese di Salvatore Pugliatti. Con la sua personalità ne ha trasmesso l’eredità: adesso spero che continui lo stesso a dare il suo apporto alla docenza».

La Prof.ssa Lilia Russo Ruggeri, che ha curato l’organizzazione dell’evento nei minimi dettagli, mostrando ed esprimendo tutta la sua stima ed il grande affetto nei confronti del Prof. Metro, suo Maestro, ha dichiarato: «Un riconoscimento dovuto a un professore che, con la sua ricerca scientifica, ha contribuito alla crescita della facoltà, ma che è stata anche una guida sul piano umano: per tutta l’università, infatti, l’uscita del professore è una grande perdita, ma i suoi insegnamenti e i nostri ricordi non se ne andranno mai».

Ha, quindi, preso la parola ed intrattenuto piacevolmente i presenti il Prof. Alessandro Corbino, ordinario nell’Università di Catania, già docente a Messina, dove fu collega di cattedra del professore Metro, di cui è diventato un caro amico.

In un discorso rotto a tratti da una evidente emozione, il Prof. Corbino ha parlato dell’amico “Antonio”, e ricordato alcuni episodi che li hanno visti protagonisti insieme in ricerche, lavori e studi, fin dagli albori delle loro brillanti carriere. Un sodalizio nato tra i due studiosi, le cui strade – come ha precisato Corbino – si sono incrociate in più circostanze, entrambi allievi del Prof. Nicosia, hanno pian piano stretto un’amicizia fraterna, sostenendosi anche nei momenti più delicati e meno piacevoli delle loro vite. In conclusione il Prof. ha invitato l’amico Antonio, che ha definito il “primo grande maestro di Diritto Romano della nostra regione”, a continuare i suoi lavori ed a fornire altri importanti contributi agli studi romanistici.

Ne è, quindi, seguita l’effettiva consegna al Prof. Metro, da parte del Rettore Francesco Tomasello, del I volume rappresentativo dell’intera opera che consta di ben 6 volumi, con 132 contributi di docenti di undici paesi, europei ed extraeuropei.

Col volume tra le mani il Prof. Metro ha ringraziato e, senza lasciarsi tradire dall’emozione del momento, ha preso la parola ed ha fatto ai presenti un bilancio della sua carriera “non definitivo”, come ha giustamente precisato, continuerà, infatti, per un altro anno la sua attività senza essere gravato però dall’insegnamento e quindi in grado di dedicarsi maggiormente ai suoi studi. Ha iniziato ricordando i rapporti e gli insegnamenti dei suoi Maestri, Di Paola e Nicosia, per poi parlare dei suoi allievi, la Prof.ssa Lilia Russo Ruggeri, la Prof. Giovanna Coppola, Stefania Scarcella, ed il giovane ma promettente neo-ricercatore Alessandro Cusmà.

Si è, a questo punto, soffermato sull’importanza degli studi romanistici che negli ultimi anni hanno subito la crisi di tutti gli studi umanistici, spiazzati dalla tecnologia e dalla scienza applicata. “Credo nella validità degli studi romanistici, e penso sia sbagliato distinguere in due blocchi gli studi umanistici e quelli scientifici, – ha detto Metro- considero invece il mondo della scienza come un unico grande bosco, dove la presenza degli alberi ad alto fusto non sarebbe la stessa senza il supporto delle piantine più piccole, in un perfetto e completo equilibrio ecologico. L’importanza degli studi romanistici è, a mio giudizio, fondamentale in quanto consentono al giurista un salto di qualità, differenziando chi conosce solo le norme del codice – conoscenza effimera soggetta ad essere annullata dall’abolizione e costante riforma del diritto- e colui che, invece, con conoscenza del diritto romano si colloca al di sopra dei codici, poiché impara il metodo per penetrare, interpretare e capire la norma giuridica”.

Infine il Professore ha concluso il suo intervento, ringraziando i suoi allievi, i colleghi, il personale tecnico-amministrativo, ha rivolto un ringraziamento speciale alla moglie, ed infine ai suoi studenti di tante generazioni, su cui ha aggiunto -in linea con la sua riconosciuta umiltà- “sono convinto che gli studenti in tanti anni hanno dato a me molto di più di quanto io abbia dato a loro”.

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