La Facoltà di Medicina si mobilita contro i tagli ai ricercatori

La Facoltà di Medicina si mobilita contro i tagli ai ricercatori

La Facoltà di Medicina si mobilita contro i tagli ai ricercatori

mercoledì 20 Gennaio 2010 - 10:59

Approvata la delibera con cui si chiede al rettore Tomasello la sospensione del provvedimento che manderebbe a casa i ricercatori con 40 anni di contributi. Pronti ad esprimersi sull'argomento anche le Facoltà di Scienze e Giurisprudenza. E venerdi Assemblea d'Ateneo.

Il preside Emanuele Scribano e i docenti della Facoltà di Medicina scendono in campo per sostenere la battaglia dei ricercatori. A conclusione del Consiglio di facoltà, che si è tenuto ieri pomeriggio al Policlinico, è stata votata favorevolemente la delibera con la quale si riconosce ai ricercatori lo status di docenti e si chiede ufficialmente e formalmente al rettore Franco Tomasello di sospendere il provvedimento che li obbligherebbe ad andare in pensione forzata a partire dal 1 Luglio 2010. Almeno, sino a quando la facoltà non colmerà il vuoto dei 28 ricercatori attualmente interessati dal provvedimento. Unico voto contrario quello della ricercatrice Alfonsa Pizzo, contraria sì al “pre-pensionamento”, ma senza deroghe e paletti.

Seguendo pedissequamente le disposizioni contenute nella Riforma Brunetta, che consente alle P.A. di risolvere unilaterlamente il rapporto di lavoro con il personale dipendente che abbia raggiunto 40 anni di contributi, il Senato accademico prima ed il Consiglio d’ amministrazione dopo, hanno infatti deliberato, in piene festività natalizie, il riposo forzato, entro 6 mesi, di oltre 50 ricercatori “anziani”, avvisati con lettera firmata dal Rettore lo stesso 30 dicembre. Stesso giorno, peraltro, in cui si era riunito il Consiglio di amministrazione.

Una vera e propria doccia fredda per gli studiosi, che da subito hanno contestato l’atto, sia in termini di opportunità che sostanziali. Come spiegato in un documento dal professore Nicola Belnome, ricercatore della Facoltà di Medicina e soprattutto presidente della F.I.R.U (Federazione nazionale ricercatori universitari), il provvedimento adottato dall’Università esclude i ricercatori dalla categoria dei docenti, per i quali, congiuntamente ai magistrati e ai dirigenti medici responsabili di struttura complessa, non possono essere applicate le disposizioni del decreto legge varato dal Governo.

L’Università, infatti, in virtù di un parere dell’Avvocatura di Stato, ha deciso di non equiparare i ricercatori ai docenti universitari, non tenendo conto però , secondo Bemonte, del reale ruolo svolto da questi studiosi, le cui funzioni didattiche e responsabilità sono del tutto affini a quelle dei professori associati e dei professori confermati. E proprio in tal senso, si è espresso ieri il Consiglio di Facoltà di medicina, che ritiene ingiusta ed ingiustificata la non equiparazione dei ricercatori ai docenti. Pronti ad affiancare i ricercatori nella loro battaglia ci sono anche la Facoltà di Scienze e Matematica, presieduta da Mario Gattuso – che proprio nei giorni scorsi aveva inoltrato formale richiesta di accesso agli atti in evidente polemica con il Rettore- e la Facoltà di Giurisprudenza.

Tra oggi e domani si riuniranno i Consigli di entrambe le facoltà per discutere e prendere posizione sui tagli ai ricercatori. Per venerdì pomeriggio è stata invece convocata l’Assemblea d’Ateneo, che si terrà al Papardo.

Danila La Torre

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