«Per me non c'è problema se pubblicate anche il mio nome... bisogna farsi sentire»

«Per me non c’è problema se pubblicate anche il mio nome… bisogna farsi sentire»

«Per me non c’è problema se pubblicate anche il mio nome… bisogna farsi sentire»

mercoledì 26 Novembre 2008 - 09:49

Questa la premessa alla lettera che una studentessa di Scienze Politiche ha inviato alla nostra redazione

A questo punto le domande sorgono spontanee. Ma che ci sia la volontà, almeno nelle intenzioni, che qualcosa cambi? Che quanto successo domenica abbia toccato così da vicino gli studenti al punto da non far più trattenere loro la -rabbia-? Forse sì e forse quanto da noi scritto ieri sulle molteplici sfumature che, rispetto al -caso-, stanno colorando i volti dei ragazzi di Lettere, Giurisprudenza, Economia ,Scienze Politiche insomma di tutte le facoltà di Messina, più che essere un’ipotesi diventa, giorno dopo giorno, un dato concreto su cui doversi fermare a riflettere qualche secondo in più e stavolta senza forse.

Gli universitari di Messina non sembrano voler accettare le -difese- di nessuno, nè tantomeno si sentono -vittime- di qualcuno, almeno non nel senso in cui è stato fatto intendere. Ma qualcosa probabilmente i ragazzi, di ieri e di oggi,se la cominciano a -rimproverare-: quella cioè di aver atteso di -sfruttare- gli echi di una trasmissione televisiva per cominciare a far sentire le loro mille voci. Questo almeno è quanto abbiamo avuto la possibilità di rilevare negli ultimi giorni in qualità di organo di informazione, un’informazione di cui i ragazzi vogliono, una volta tanto, essere protagonisti perché diretti interessati.

E per dimostrare quanto questo corrisponda al vero, prima di pubblicare l’ -urlo- ribelle di una studentessa della facoltà di Scienze Politiche, ci sembra giusto ripetere, la premessa che Veronica Siracusano Raffa, questo il suo nome, ha posto in incipit al -suo- sfogo e che forse vale molto più di quanto di seguito andrete a leggere: «Per me non c’è problema se pubblicate anche il mio nome… bisogna farsi sentire». Per dimostrare come anche attraverso una tastiera si può avere il coraggio delle proprie azioni.

Dopo l’accusa di Giletti ai rappresentanti degli studenti di Veterinaria che non si sono presentati in trasmissione per esprimere il loro punto di vista, le reazioni ci sono state. Autodifesa, d’ufficio, dal basso e dall’alto. La lettera dei due rappresentanti e la lettera a tutti gli studenti del Rettore sono arrivate direttamente nelle caselle e-mail di tutti gli studenti universitari. A noi,non ci convincono affatto, e ne vogliamo spiegare i motivi. I rappresentanti hanno affermato di aver voluto evitare una -strumentalizzazione- e ritenuto -l’argomento in oggetto non di interesse degli studenti-. La nostra modestissima opinione è che dalle presunte strumentalizzazioni ci si difende presentandosi ed esponendo le proprie ragioni, piuttosto che nascondendosi. Se poi, quel che avviene all’Università di Messina non è rilevante per gli studenti universitari, ci piacerebbe sapere per chi dovrebbe esserlo. Il Rettore difende invece tutti gli studenti perchè -oggetto di accuse infamanti- in un -attacco mediatico che ha ben precise finalità ed una chiara regia interna ed esterna-. Uno studente universitario, a nostro avviso, è ‘infamato’ (terminologia poco cattedratica e più da strada, a dire il vero) dal malaffare e dalla corruzione, e non da chi la scopre o comunque ne porta a conoscenza l’opinione pubblica. E’ il solito Paese al contrario, per cui i colpevoli sono sempre e solo quelli che raccontano le malefatte, piuttosto che quelli che le compiono. Riguardo alle insinuazioni del Rettore su -giochi di potere vetero-integralisti- lo invitiamo a parlare, fare i nomi, denunciare alle autorità competenti, indire

conferenze stampa in modo che tutti sappiano quali trame ci siano dietro lo screditamento dell’Università di Messina, visto che fin’ora dagli atti conosciuti lo screditamento viene dai presunti reati, di cui è accusato lo stesso Magnifico. Ci dica la verità. E’ ora che gli studenti, tutti, decidano da che parte stare, ora che la festa è finita. Il futuro che è in gioco è quello di tutti.

Siracusano Raffa Veronica, studentessa di Scienze politiche

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