Tagli ai ricercatori, sindacati e associazioni rispondono al Rettore e tornano a chiedere la revoca del provvedimento

Tagli ai ricercatori, sindacati e associazioni rispondono al Rettore e tornano a chiedere la revoca del provvedimento

Tagli ai ricercatori, sindacati e associazioni rispondono al Rettore e tornano a chiedere la revoca del provvedimento

domenica 31 Gennaio 2010 - 06:35

In un documento, contestano la posizione assunta dall’Amministrazione e si chiedono inoltre “come mai, per fare cassa, l’Amministrazione non favorisce, incentivandola, l’uscita dei professori Ordinari”

Andu, Firu, Cipur, Cisl-Università , Uil-Pa , Confsal , Snals-Università, Csa della Cisal hanno deciso di replicare alla lettera firmata qualche giorno dal Rettore Franco Tomasello(nella foto in basso) e indirizzata ai docenti dell’Ateneo. In quella nota, Tomasello difendeva il provvedimento, adottato lo scorso dicembre da Senato accademico e Consiglio d’amministrazione, relativo ai tagli ai ricercatori con 40 anni di contributi. Una scelta, secondo il rettore, scaturita da tre motivazioni fondamentali: esigenze di bilancio, tutela dell’interesse pubblico su quello dei singoli, necessità di garantire un opportuno cambio generazionale.

Motivazioni che non hanno però convinto le organizzazioni sindacali e le associazioni della Docenza che, nel loro documento, rimproverano al Rettore di mostrare “un atteggiamento totalmente diverso da quello esibito in occasione della assemblea dei docenti del 22 gennaio. In quella occasione – scrivono – pur ribadendo le proprie ragioni a giustificazione della “rottamazione”, non era arrivato a dire cose come quelle che, viceversa, ha scritto e rassegnato alla stampa”.

Sindacati e Associazioni, quindi, “contestano, nella forma e nel merito, il posizionamento dell’Amministrazione.

“Non risponde a verità – scrivono- che il dissenso all’applicazione ai ricercatori del prepensionamento forzato sia riconducibile a deboli ragioni di pochi. Contro la rottamazione si sono espresse all’unanimità ben tre facoltà, fra cui quella di Medicina e Chirurgia, maggiormente decimata dal provvedimento, con una espressione numericamente rilevante. La delibera è passata in Senato con sette astensioni e due contrari. Al CdA, per l’Amministrazione, è andata ancora peggio con una maggioranza del 51%. La quasi totalità delle sigle sindacali delle Associazioni della Docenza si è espressa nettamente in maniera negativa”.

-L’Università – si legge ancora nel documento- non è un’impresa e l’interesse pubblico dell’Istituzione non è l’equilibrio formale del bilancio, ma la realizzazione dei fini istituzionali, nonché l’erogazione dei servizi agli studenti, con la didattica in primo piano”.

Secondo i sindacati e le associazioni, poi, “ non ha senso inventare una inesistente contrapposizione fra ricercatori “anziani” e “giovani”, e far credere che il turn-over generazionale sia garantito dal prepensionamento forzato, quando, viceversa, dovrebbe essere fisiologico se solo il ritmo dei concorsi fosse sincronizzato al ritmo dei naturali pensionamenti. Di tutti i pensionamenti. Non solo dei Ricercatori, ma anche degli Ordinari e degli Associati-.

-D’altra parte – evidenziano ancora – la questione del turn-over degli Atenei italiani ha meritato interi documenti del Cvnsu ed è dovuta a motivazioni puramente anagrafiche, tanto che alcune organizzazioni della docenza avevano per tempo segnalato il problema, avanzando anche proposte concrete che si basassero sì su esodi anticipati, ma su base volontaria”.

“Si prende al volo – sottolineano polemicamente – una norma transitoria (dal 2009 al 2011) vessatoria e discriminatoria (applicata solo sui Ricercatori, forzando la non ancora esplicita posizione del Miur e della Funzione Pubblica) e si fa credere che lo si fa, con il dolore nel cuore, certo, ma per il bene collettivo, sfuggendo così ad una domanda semplicissima: “ come mai, per fare cassa, l’Amministrazione non favorisce, incentivandola, l’uscita dei professori Ordinari? “ Eppure alla 14° classe di stipendio, un Ordinario costa all’università 130.000 Euro, mentre un Ricercatore, solo 60.000! Senza parlare dei punti organico liberati-.

Per nulla condiviso da parte delle sigle sindacali e delle associazioni, poi, “ il tentativo di addossare alla sola componente dei ricercatori (ed in particolare ai c indiziati ) la modesta posizione conseguita dal nostro Ateneo nella recente valutazione Miur”. Si afferma – continuano che il bilancio del nostro Ateneo è in pareggio ed al tempo stesso si licenzia per rientrare nel limite del 90% del FFO”.

A conclusione del loro documento, sindacati e associazioni “ chiedono con forza al Magnifico Rettore un incontro urgente per discutere dell’argomento al fine di arrivare a decisioni condivise”.

“Chiedono, inoltre, al Magnifico Rettore ed all’amministrazione, sulla base di motivazioni obiettive sopraggiunte, a revocare in autotutela la recente delibera sul prepensionamento dei ricercatori, anche e soprattutto nella considerazione che i numerosi ricorsi degli interessati hanno discrete possibilità di successo finale, con altissime chanses di ottenere la sospensiva o temporanee revoche dei provvedimenti relativi. Durante il suddetto incontro si dovrà anche discutere del personale tecnico-amministrativo in possesso di incarichi di insegnamento e di altri provvedimenti collegati. L’interesse della collettività deve essere sì perseguito, ma senza ledere i diritti individuali già acquisiti”.

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