Università. Berlingò torna sui suoi passi: è nuovamente preside di Giurisprudenza

Università. Berlingò torna sui suoi passi: è nuovamente preside di Giurisprudenza

Università. Berlingò torna sui suoi passi: è nuovamente preside di Giurisprudenza

mercoledì 30 Dicembre 2009 - 12:07

La decisione comunicata attraverso una lettera inviata al Rettore e agli Organi Accademici. Stop all’autosospensione: ad incidere la vicinanza e gli attestati di stima del Senato Accademico e della Facoltà

Il preside della facoltà di Giurisprudenza, Salvatore Berlingò, con una “controlettera” inviata a tutte le componenti della Facoltà, al Rettore e agli Organi Accademici, torna sui suoi passi e si riappropria del ruolo di Preside della Facoltà di Giurisprudenza. La presa di posizione ribalta la scelta presa qualche giorno fa dallo stesso Berlingò di autosospendersi dalla carica, dopo la notizia dell’avviso di garanzia che aveva raggiunto il professore Aldo Tigano, docente dell’Università di messina e avvocato del Comune, ascoltato dalla Procura di Reggio Calabria nell’ambito dell’inchiesta che ha portato all’arresto dell’ex procuratore aggiunto Giuseppe Siciliano.

«Ho trasmesso nella giornata di ieri al Magnifico Rettore ed al Preside Vicario – scrive oggi il Preside – una nota con cui desidero esprimere tutto il mio apprezzamento per la determinazione e per la precisione con cui la Facoltà di Giurisprudenza, cui ha dato pronta adesione il Senato Accademico dell’Università (vedi articolo correlato in basso), si è pronunziata, nella adunanza svoltasi il 21 dicembre scorso, sulla assoluta correttezza delle procedure dalla stessa adottate e sulla congruità dei criteri ispiratori della prassi costantemente seguita nell’assumere le delibere prese di mira da alcuni organi d’informazione. Ho espresso, nella medesima nota, la mia particolare gratitudine alla Facoltà ed al Senato Accademico per la stima e per la fiducia confermatemi; ma mi sono soprattutto compiaciuto del fatto che la Facoltà abbia compreso il significato della mia autosospensione, interpretandola giustamente come un gesto compiuto nell’interesse esclusivo di una Istituzione il cui prestigio e la cui integrità andavano fermamente difesi, al di sopra di ogni pur speciosa ombra di sospetto ed a tutela degli allievi, che continuano a riporvi estrema fiducia, e dei Colleghi, che con mirabile abnegazione vi si spendono nella loro quotidiana attività didattica e di ricerca».

Dunque ad incidere sarebbe stato l’appoggio e la vicinanza dimostratagli dalla Facoltà e dal Senato Accademico. Ma Berlingò va oltre: «I numerosi attestati che mi hanno rivolto, di là delle prese di posizioni ufficiali, gli studenti ed i loro rappresentanti, i Colleghi, i responsabili di Organismi ed Enti convenzionati o consorziati con la Facoltà, e che tutti sentitamente ringrazio, non solo mi confortano ulteriormente nella decisione di rompere ogni indugio per tornare a spendermi con ogni energia al servizio della Facoltà e dell’Università, ma mi spingono a ricambiare la solidarietà così ampiamente ed incondizionatamente manifestatami col rendere a tutti noto di avere rimesso a miei legali di fiducia il mandato per le azioni che riterranno di intraprendere a tutela della mia personale onorabilità, che si tenta di intaccare, con notizie inesatte e con ricostruzioni tendenziose». (ER)

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