Università. Sulla lotta all'evasione contributiva interviene l'associazione Atreju: “ Per avere un senso servono le sanzioni”

Università. Sulla lotta all’evasione contributiva interviene l’associazione Atreju: “ Per avere un senso servono le sanzioni”

Università. Sulla lotta all’evasione contributiva interviene l’associazione Atreju: “ Per avere un senso servono le sanzioni”

venerdì 18 Giugno 2010 - 07:49

Il presidente ed il coordinatore dell'associazione universitaria lanciano anche una proposta concreta:“costituire con i proventi un fondo di solidarietà ”

L’Università di Messina ha messo in campo una vera e propria ‘task force‘per debellare il fenomeno dell’evasione contributiva.

Come riportato in un nostro articolo, infatti, a partire da ieri è iniziato il lavoro di controllo e verifica dell’Ufficio “Controllo tasse”, appositamente costituito per avviare lo screening su un campione di autocertificazioni dei redditi presentate dagli studenti immatricolati presso l’Ateneo peloritano.

Le autocertificazioni prese in esame saranno circa 19 mila ed i controlli interessarenno le varie fasce di reddito. L’obiettivo dell’ammnistrazione universitaria è quello di individuare eventuali evasori, che pagano meno tasse di quelle dovrebbero o che addirittura risultino ingiustamente esenti dagli obblighi contributivi. Attarverso questa indagine interna, l’Università potrà fare cassa ed andare così incontro agli studenti ed alle famiglie oneste, bloccando l’importo dei contributi, che in questi ultimi anni, a causa della crisi di liquidità dall’Ateneo, sono progressivamente aumentati.

L’attività ‘ipsettiva’ avviata dall’Università raccoglie consensi tra le associazioni universitarie. Dopo il parere positivo espresso da “Univesrità Eclettica” arriva quello di “Atreju” , la quale – tuttavia- giudica l’azione messa in atto dall’amministrazione efficace solo parzialmente e ne spiega le motivazioni in un comunicato.

-L’iniziativa – scrivono il presidente ed il coordinatore Luca Lo Pilato e Ivan Cutè – ci trova pienamente d’accordo perchè gli studenti onesti, infatti, non possono farsi carico delle furbizie di alcuni che , pagando meno di quanto dovrebbero, generano per l’Università entrate inferiori”.

“Tuttavia – continua il documento- ci preme sottolineare, come già fatto nel corso di questi anni, che o si procede ad un controllo totale di tutte le dichiarazioni dei redditi presentate oppure è necessario prevedere sanzioni a carico di chi ha omesso di dichiarare i propri redditi per pagare meno”.

Secondo l’associazione, infatti, non basta provvedere semplicemente a smascherare i furbi se poi questi saranno chiamati soltanto ad adempiere in ritardo a un dovere inizialmente violato: Atreju chiede , quindi, la previsione di sanzioni per punire i tragressori e scoraggiare i possibili futuri evasori.

“Se l’Università – scrivono – si limitasse a richiedere agli evasori semplicemente di corrispondere quanto avrebbero dovuto versare al tempo in cui hanno presentato la propria dichiarazione dei redditi, coloro che ne subirebbero un concreto e serio pregiudizio sarebbero solo gli studenti in regola con la propria posizione contributiva, coloro cioè che sin da subito hanno adempiuto ai loro doveri nei confronti dell’Ateneo”.

-Atreju – precisano Lo Pilato e Cutè- pertanto, si augura che non si verifichi l’assurdo paradosso per cui, se l’evasore sarà oggetto di controllo verserà quanto dovuto; ma se non subirà nessun accertamento l’avrà fatta franca. Una situazione del genere, infatti, andrebbe a discpito solo degli studenti onesti”.

L’intervento dell’Associazione Atreju, in merito alla lotta all’evasione contributiva, si conclude con una proposta concreta, che viene girata all’ammnisstrazione universitaria: “costituire con i proventi delle sanzioni a carico degli evasori un Fondo di solidarietà per creare borse di studio a favore degli studenti più meritevoli che versano in difficoltà economiche”.

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