Uno scalino "tettonico" alto 80 metri nel fondale dello Stretto di Messina

Uno scalino “tettonico” alto 80 metri nel fondale dello Stretto di Messina

Daniele Ingemi

Uno scalino “tettonico” alto 80 metri nel fondale dello Stretto di Messina

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lunedì 07 Giugno 2021 - 09:14

La scoperta dell'esatta ubicazione della faglia dello Stretto

La scoperta di quella che con molta probabilità è la faglia generatrice del grande sisma del 1908, lungo i fondali dello Stretto di Messina, come scritto qualche giorno fa in questo articolo, apre dei nuovi scenari sul dibattito scientifico, e non solo. Secondo questo nuovissimo studio la struttura sismogenetica corre lungo l’asse dello Stretto, a circa 3 chilometri dalle coste della Sicilia. All’altezza dell’area falcata la faglia, influenzando le batimetrie del fondale marino, curverebbe verso nord-est, spingendosi sulla terra ferma, nell’entroterra calabro, lungo l’asta fluviale del torrente Catona, lasciando una incisione nelle montagne, tra Villa San Giovanni e Reggio Calabria. La faglia è inclinata verso Est e raggiunge la lunghezza massima di 34,5 km. Anche se è di poco più piccola, rispetto le stime iniziali degli studi precedenti che indicavano una lunghezza > 40 km, sarebbe sempre molto pericolosa, poiché potrebbe scatenare terremoti di magnitudo 6.9 Richter, una energia molto simile a quella liberata durante il terremoto del 1908.


L’ecografia del fondale ha consentito di individuare in modo inequivocabile una profonda spaccatura nel fondale dello Stretto di Messina, con una ampia scarpata di natura tettonica ben evidente nell’immagine allegata

Ma il vero passo avanti fornito da questo nuovo accuratissimo studio riguarda proprio le caratteristiche principali di questo sistema. Difatti, secondo lo studio, non si tratterebbe nemmeno di una “faglia cieca”, incapace di mostrare segni fino in superfice, come si ipotizzava all’inizio. La scoperta di una lunga scarpata, alta circa 80 metri, lungo il fondo marino della parte centro-meridionale dello Stretto di Messina, indica che in realtà la struttura ha lasciato i suoi segni fino in superficie, con il ripetersi di grossi terremoti, analoghi a quello del 1908. E la presenza di questo “scalino” di 80 metri sul fondale marino mostra pure che la faglia, nel corso degli ultimi millenni, ha mostrato chiari segni di attività. Il ripetersi di terremoti di alta magnitudo, come quello del 1908 o il gemello del 374 DC (considerato il penultimo terremoto violento, prima di quello del 1908, originato dalla stessa faglia), hanno innalzato ulteriormente questa scarpata. Secondo lo studio, durante il violento terremoto del 28 dicembre 1908, la scarpata si sarebbe sollevata di colpo di circa 4 metri, provocando la rottura di un cavo telefonico tra Gallico e Gazzi.

Ecco l’esatta ubicazione della faglia generatrice del terremoto del 1908

Questa nuova ricerca sarà una referenza per eventuali futuri progetti ingegneristici che si vorranno realizzare nell’area dello Stretto di Messina. Già sappiamo che comunque l’ipotesi di costruire, un domani, un tunnel sottomarino sul tetto di questa faglia sarebbe ben più rischiosa di quella di realizzare un ponte a campata unica, visto che in caso di una rottura di questa, o un’altra faglia, difficilmente un tunnel o una galleria potrebbero reggere a spostamenti superiori dell’ordine dei 3-4 metri. Mentre un ponte dovrebbe avere tutte le caratteristiche per poter attutire questi bruschi movimenti, prodotti da un terremoto particolarmente energetico. Di certo questo nuovo studio accenderà ulteriormente il dibattito pubblico (finora solo strumentale) sulla costruzione di questa gigantesca infrastruttura.

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