Valentino, il bimbo con due mamme: la lunga battaglia di Chiara e Tiziana

Valentino, il bimbo con due mamme: la lunga battaglia di Chiara e Tiziana

Giuseppe Fontana

Valentino, il bimbo con due mamme: la lunga battaglia di Chiara e Tiziana

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domenica 06 Aprile 2025 - 07:00

Insieme per 11 anni, poi il matrimonio e il viaggio in Spagna per avere un figlio, fino alla vittoria legale di pochi giorni fa: "Messina ci ha dato affetto, ma l'Italia è indietro"

MESSINA – Una sentenza “apri pista”. È così che è stata definita la vittoria legale che ha fatto esultare due donne e madri, Chiara e Tiziana, un figlio, Valentino, una famiglia unita e una città intera. Dallo scorso venerdì, grazie alla sentenza del Tribunale dei minorenni di Messina che ha accolto il ricorso presentato dalle donne un anno fa, Valentino ha finalmente, anche per la legge, due mamme. Un provvedimento unico a Messina, il primo in assoluto, che può cambiare la storia delle coppie omogenitoriali in città e che ha ratificato ciò che, in realtà, si sa da tempo: Chiara, Tiziana e Valentino sono una famiglia. Un provvedimento, firmato dalla presidente Maria Francesca Pricoco, che ha accolto le ragioni delle legali: le avvocate Cettina Miasi e Maristella Bossa.

Chiara e Tiziana: “Un lungo processo già pensare di sposarci”

E sebbene sia naturale e semplice vederle così da fuori, non è stato affatto facile per le due donne arrivare al punto in cui sono oggi. Già a partire dalla scelta di sposarsi, infatti, Chiara e Tiziana si sono scontrate con alcuni ostacoli e con innumerevoli pensieri su quale passo fare. Raggiunte da Tempostretto, le due donne hanno raccontato la loro storia e sono state un vero fiume in piena: “Inizialmente tu hai solo il pensiero di fare un figlio ma ti sembra una cosa lontanissima. Ci abbiamo messo un bel po’ a metabolizzare l’idea, di passare dal dire al fare. Per noi è stato un processo lungo già pensare di sposarci. Lo abbiamo fatto dopo 11 anni che stavamo insieme. Prima non si poteva nemmeno fare. Poi magari ti fermi a pensare alla famiglia, alla società, a quello che potrebbero dire le persone. Molte volte ci siamo poste dei problemi che poi, di fatto, non ci sono stati perché tutti l’hanno presa benissimo. Però questo pensiero ci ha un po’ portato a ritardare il matrimonio”.

Dopo 11 anni insieme, Chiara e Tiziana si sono sposate nel 2020: “In pieno Covid, a un certo punto non sapevamo nemmeno se si sarebbe potuto fare. Per fortuna a un certo punto hanno riaperto”.

Dall’idea di avere un figlio allo studio delle cliniche

Dopo il matrimonio, le due donne si sono confrontate a lungo sull’idea di una gravidanza e di allargare la famiglia: “Abbiamo dovuto capire come e dove farlo, iniziare a non viaggiare o a cenare fuori per risparmiare. È stato un progetto a tutti gli effetti, perché c’è tutto un lato economico da non sottovalutare. Servivano risorse immediate, senza dimenticare il futuro. Questo ci ha fatto ritardare. La clinica a cui ci siamo rivolti è in Spagna, anche perché in Italia ancora oggi non si può fare”. La Pma, la procreazione medicalmente assistita, non è prevista per legge né per le coppie omosessuali né per i single. Su quest’ultimo fronte, pochi giorni fa in Parlamento è passata una proposta che sembra aprire alla possibilità, ma l’iter appare ancora lungo.

Chiara e Tiziana poi hanno proseguito: “Abbiamo studiato le cliniche anche in base ai voli, a ciò che veniva meglio. Poi dopo la scelta abbiamo iniziato gli esami medici. La clinica ti vuole perfetto, quindi se c’è un valore che non va bene ti chiede esami più approfonditi. Ci sono anche risultati di alcuni esami che arrivano dopo un po’ di tempo. Insomma, non è qualcosa di immediato e i tempi si allungano. La cosa bella però è che per la clinica in Spagna siamo entrambe pazienti, una coppia: tutte e due siamo state controllate, monitorate, le decisioni le abbiamo prese sempre insieme, hanno voluto sapere tutto di entrambe. La Spagna è più avanti dell’Italia sia come diritti, sia come cliniche”.

Il percorso, tra la scelta delle cliniche e gli esami medici, per le due donne è iniziato nel 2021. Nel gennaio 2023 è arrivata la splendida notizia della gravidanza. Un percorso difficile? “No, assolutamente. È stata dura pensarci, decidere. Ma appena abbiamo scelto di partire siamo andate dritte per la nostra strada, con la speranza che andasse bene”.

Nel 2023 nasce Valentino e parte una nuova sfida

Ed è andata bene, visto che nove mesi dopo è nato Valentino. Alla gioia di avere un figlio si è unito, però, un nuovo aspetto: “È stato complicato dover accettare che una delle due avrebbe dovuto adottare nostro figlio. La domanda che ci siamo poste più volte è stata: ma perché non possiamo riconoscere entrambe nostro figlio all’anagrafe, come una coppia? Una coppia che sta insieme per amore, con tutti i valori che ci sono stati tramandati dalle rispettive famiglie. Perché dover adottare nostro figlio? In Italia è così ma altrove ovviamente no, perché nel momento in cui nasce il bambino vai all’anagrafe e lo registri. Ci siamo arrabbiate molto, perché qual è la differenza tra noi che siamo dello stesso sesso e una coppia formata da una donna e un uomo che magari non può avere figli? In questo caso viene comunque ricercato il seme di un donatore, ma quando nasce il bambino l’uomo va tranquillamente a registrare il figlio come suo. Perché questa differenza? Noi non lo abbiamo mai capito. In una coppia eterosessuale l’uomo viene riconosciuto in automatico come padre ma in una coppia omosessuale non funziona allo stesso modo per la legge. Quest’inghippo ci ha portato a poter e dover fare l’adozione”.

La lotta con la burocrazia

Ma i problemi si sono presentati anche prima: “Quando siamo andati in ospedale per partorire già ci sono stati problemi con i moduli. Una delle due già non valeva nulla. Il modulo prevedeva una madre che partoriva e il padre sconosciuto. Ma non è padre sconosciuto, Valentino ha due mamme. Il modulo, però, non lo prevede. Già lì è stato complicato. E appena nato è stato lo stesso. Siamo andati a riconoscerlo ed è successa la stessa cosa: la mamma biologica sì, l’altra non conta niente. È stata dura per entrambe. Tra noi due c’era chi doveva firmare tutto, escludendo l’altra a causa della burocrazia, e chi appunto era esclusa. È stato pesante, abbiamo urlato, abbiamo pianto. Al Comune i dipendenti erano dalla nostra parte, ce l’hanno detto tante volte, ma la legge è questa. C’era anche chi si ricordava del nostro matrimonio, ma anche loro erano con le mani legate. È stato brutto pensare anche che Valentino dovesse avere solo un genitore. Non lo abbiamo mai accettato”.

L’adozione finale: “Non si può capire l’emozione”

Da qui è partita una nuova battaglia: “Abbiamo capito che l’unico modo per tutelare Valentino sarebbe stato ingoiare questo boccone amaro, ma era giusto per nostro figlio che avesse due genitori. Ci abbiamo messo circa un anno e anzi è stato quasi veloce come iter. Emozionante? Non si può capire. È stato difficile questo anno, perché abbiamo dovuto fare controvoglia colloqui con assistenti sociali e psicologi. E anzi siamo state fortunate perché abbiamo incontrato persone competenti e gentilissime. Ma è stato complicato sentirsi obbligati ad andare negli uffici, a far venire gli assistenti sociali a casa, a vedere la propria vita passata sotto la lente d’ingrandimento, tra cartelle mediche e conti correnti. Abbiamo trovato gente tranquillissima, persone una più carina dell’altra, li ringraziamo perché tutto questo ha reso il percorso più semplice”.

L’affetto di Messina

E Messina ha risposto con un’ondata di affetto a questo successo: “Siamo contentissime di come ha risposto la città. Il messinese critica la città di più rispetto a quanto dovrebbe. Parliamo di una città tranquilla, non ci sono quasi mai atti omofobi o violenti. Così si è comportata con noi: non abbiamo avuto problemi dal pediatra, per le vaccinazioni, a scuola, per strada. I problemi che abbiamo ce li abbiamo qui, come nel resto d’Italia, perché sono esclusivamente a livello burocratico. Andiamo a firmare documenti e scriviamo che siamo due mamme ma i sistemi vanno in tilt, perché dove si mette abitualmente il nome di un uomo noi mettiamo quello di una donna. Sono limiti che ci sono in tutta Italia, ma ci teniamo a dire che Messina ha risposto e sta rispondendo benissimo”.

Chiara e Tiziana sui social raccontano la loro storia

Durante quasi tutto questo percorso, Chiara e Tiziana hanno raccontato sui social i vari passi in un profilo condiviso su Instagram dal semplice titolo: “Le mamme di Valentino”. E lo hanno fatto con uno scopo preciso: “Non abbiamo l’obiettivo di diventare famose o chissà che, tanto che il nostro profilo è proprio elementare. Vogliamo semplicemente far vedere la naturalezza della situazione. Abbiamo tante amiche e amici che vorrebbero intraprendere lo stesso percorso. Ci scrivono per chiederci informazioni sulle cliniche, sui passaggi. Sono stati in tanti. Così abbiamo pensato di aprire un profilo in cui avrebbero potuto contattarci e avremmo potuto noi far vedere che esistiamo. I commenti negativi? Su 80 o 100 in totale solo due o tre scrivono cattiverie. Non ci vogliamo soffermare su questo, ma su quelli positivi. E poi davvero: non abbiamo mai avuto problemi in questi 16 anni insieme. Ci teniamo a far sapere che esistiamo e siamo persone normali, non c’è nulla di che dietro. Non abbiamo comprato nostro figlio, non c’è altro. Rispettiamo i pensieri altrui, ma è chiaro che non è giusto insultare e che è una cosa meschina. Comunque noi abbiamo sempre pensato positivo e siamo andate avanti per la nostra strada. Lo faremo ancora. Speriamo che loro cambino la loro idea, ma per loro stessi. Noi abbiamo sempre avuto tanto amore da donare e abbiamo voluto Valentino per questo”.

Il sogno è di allargare la famiglia

Il sogno di Tiziana e Chiara è duplice: “Quello personale è ampliarci ancora. Tornassimo indietro inizieremmo prima, magari ne faremmo 10. Ma è stato difficile anche solo pensarlo, allora. Oggi è diverso, ci piacerebbe ingrandire ancora la famiglia. L’altro sogno, a livello italiano, è di fare invece passi avanti, che venga messo da parte questo odio che spesso è politico e non c’entra niente con le persone reali. C’è chi ha bisogno di diritti e deve essere chiaro. Le famiglie arcobaleno, le famiglie omogenitoriali, esistono e continueranno a esistere. Bisogna regolarizzare questa situazione, bisogna dare gli stessi diritti a tutti i cittadini. Lo siamo tutti e siamo tutti figli dello stesso Dio”.

La certezza è che Valentino crescerà con due mamme che lo amano. E chissà che la famiglia non si possa davvero allargare in un prossimo futuro.

10 commenti

  1. Mi dispiace ma, dopo aver letto questo articolo, sono sempre più contrario a queste cose. Sono conservatore ma ciò non significa che sono arretrato. Rispettate chi ha opinioni diverse dalle vostre

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  2. Ogni bambino di questo mondo, ha diritto ad avere un padre (maschio) e una madre (femmina), come è nell’evidente ordine naturale delle cose. Queste anomalie, sono nate nel XX secolo. Persino nell’antichità, ad esempio, antica Grecia, dove si praticava l’omosessualità o meglio ancora, la bisessualità in numero rilevante, a nessuno, che io sappia, era venuto in mente di pretendere che un bambino potesse avere due padri o due madri o comunque due genitori dello stesso sesso. Se funziona così da migliaia di anni, ci sarà una ragione… o arriviamo noi che siamo più scaltri e più intelligenti di tutti gli uomini del passato? Non è che perché una cosa “si può fare” è giusto farla. Ringrazio Dio di aver avuto un padre (maschio) e una madre (femmina) coi loro pregi e difetti, ma come è NORMALE, ovvero, nella norma, secondo l’ordine naturale delle cose.
    Fra qualche decennio quale sarà il prossimo passaggio?

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  3. Non c’è più mondo. Il Signore non vuole queste cose. Non c’è più mondo.

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  4. Dire “un mondo al contrario” sarebbe un eufemismo…ma dove si dovrà andare di questo passo! Ma la certezza di oggi è sapere che questo bambino crescerà giorno dopo giorno senza un papà, cosa che normalmente dovrebbe essere come tutte le famiglie naturali di questo mondo. E per favore non diciamo che L’AMORE che viene dato da queste signore possa compensare in egual misura quello dato da una famiglia normale (papà e mamma) che amano NORMALEMENTE i loro pargoli.

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  5. Il punto è che oggi la Tecnica rende possibili cose che un tempo non erano realizzabili. Questo bambino, come tutti, ha due genitori biologici (genitore è colui che genera) un genitore di sesso femminile (madre biologica) che ha portato avanti la gravidanza e un genitore di sesso maschile che ha fornito esclusivamente il liquido seminale senza essere interessato ad esercitare la funzione di padre (padre è colui che contribuisce al mantenimento e alla sicurezza del figlio). In più questo bambino ha anche una madre adottiva, legittima, che volontariamente ha deciso di amarlo prendendosene cura, contribuendo a tutte le esigenze del figlio assieme alla madre biologica. Potremmo discutere sul fatto che la Tecnica ha reso fattuale il desiderio di due donne e sul fatto che questo desiderio sia divenuto un diritto, potremmo pensare che il desiderio di queste due donne sembra essere prevalente rispetto alle reali esigenze del bambino (è così?), resta il fatto che questo bambino, Valentino, esiste e ha diritto di vivere la sua vita nelle migliori condizioni possibili, come ogni bambino a questo mondo.

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  6. E continuate voi,di Tempostretto, con articoli di propaganda…agenda 2030..è finita questa agenda,mettetevi il cuore in pace!mi raccomando,cancellatelo dopo un giorno,come vostra consuetudine!!!

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  7. La vera famiglia è composta da un padre e una madre, ma se il bambino cresce bene si può fare qualche eccezione.

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  8. tempo stretto un giornale che prima era serio ma ora è come un giornale di propaganda di sinistra

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  9. Il vero tema è- a mio sommesso avviso- se queste sono scelte per soddisfare un bisogno personale o un’esigenza del minore o se anche a prescindere da questo non pregiudicano il sano sviluppo psico fisico del minore…valutazione questa che non può che essere rimessa ad esperti della materia.

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  10. Quante famiglie ci sono solo con una madre, perché il padre dopo la separazione o il divorzio se ne frega? Come la mettiamo? E al posto di quel padre ci sono zie, nonne, etc, come la mettiamo?

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