Si tratta di due cugini della defunta che riluttanti a sottostare ad alcune disposizioni parrocchiali, avevano aggredito il parroco
VARAPODIO – Hanno un nome e un volto gli aggressori di don Giovanni Rigoli, il parroco di Varapodio aggredito qualche giorno fa dopo una messa di suffragio per una emigrante da poco venuta a mancare in Australia. Si tratta di due cugini, uno di Varapodio e uno di Taurianova, della defunta che riluttanti a sottostare ad alcune disposizioni parrocchiali circa la liturgia, lo avevano aggredito. I due sono stati identificati dai carabinieri, grazie alle videoregistrazioni delle telecamere della zona e sviluppando le testimonianze dei presenti al momento del fatto.
A chiarire i motivi abietti di un gesto tanto spregevole, è stato lo stesso parroco che ha raccontato ai militari di essere intervenuto, al termine della funzione religiosa, per garantire l’applicazione delle disposizioni curiali ed impedire che, al momento delle condoglianze, all’interno della chiesa si creasse un assembramento di persone. Le disposizioni però non venivano recepite dai familiari della defunta, che proseguivano indifferenti alle rimostranze del prete. Quest’ultimo, anzi, richiesto nuovamente il rispetto delle norme, veniva prima raggiunto da uno dei due cugini che, afferratolo per i polsi, lo strattonava e gli intimava di lasciare immediatamente la chiesa. Il secondo, approfittando del fatto che il prelato fosse immobilizzato, si poneva alle sue spalle e gli assestava una testata nell’incavo della nuca. Sulla base degli elementi di prova sinora raccolti, secondo l’ipotesi d’accusa prospettata alla Procura di Palmi, i Carabinieri hanno perciò denunciato i due uomini, uno dei quali già noto agli investigatori perché segnalato per oltraggio a pubblico ufficiale, ritenendoli responsabili di lesioni, violenza privata e turbamento di funzioni religiose
