Il Comune “si riappropria” dei gioielli di famiglia: ex Magazzini Generali, Silos Granai e scuola Pietro Donato

Il Comune “si riappropria” dei gioielli di famiglia: ex Magazzini Generali, Silos Granai e scuola Pietro Donato

Danila La Torre

Il Comune “si riappropria” dei gioielli di famiglia: ex Magazzini Generali, Silos Granai e scuola Pietro Donato

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giovedì 03 Aprile 2014 - 23:56

I tre cespiti sono stati rimossi dall’ Elenco/Prospetto degli immobili destinati alla vendita, recuperando così «l’originaria natura giuridica di beni appartenenti al patrimonio indisponibile, per i quali con successivo atto sarà determinata la destinazione». Sono lontani i tempi in cui Palazzo Zanca metteva in vendita i suoi beni, a volte anche sopravvalutandoli, per fare cassa

Via il cartello vendesi dagli ex Magazzini Generali, dagli ex Silos Granai e dall’ex Scuola Pietro Donato. I tre “gioielli” restano in “famiglia”, cioè nella disponibilità del Comune di Messina. Lo ha deciso l’amministrazione Accorinti, che nell’ultima seduta di giunta ha approvato la proposta di delibera avente per oggetto la rimodulazione e l’aggiornamento del Piano delle alienazioni e valorizzazioni del Patrimonio comunale, su cui l'ultima parola spetta al Consiglio Comunale.

I tre cespiti sono sati rimossi dall’ Elenco/Prospetto degli immobili destinati alla vendita – allegato alla delibera 29/C del 30 maggio 2009, approvata dal Consiglio Comunale in piena amministrazione Buzzanca – recuperando così «l’originaria natura giuridica di beni appartenenti al patrimonio indisponibile, per i quali con successivo atto sarà determinata la destinazione». Attualmente gli Ex Magazzini generali (su cui pende il ricorso della Ditta Vinciullo, che si era aggiudicata la gara di vendita), valore stimato 5.430.000,00 euro, ospitano la “Casa di Vincenzo”, che dà un letto e un tetto a chi un letto in cui dormire e un tetto sotto cui ripararsi non ce l’ha; l’ex Scuola Pietro Donato di Contemplazione, valore stimato 700mla euro, è ancora occupata da alcune famiglie senza fissa dimora. L’amministrazione Accorinti non ha mai nascosto di voler creare in quella struttura un Centro accoglienza per famiglie disagiate. Gli Ex Silos Granai, valore stimato 10,7 milioni di euro, giacciono per il momento in uno stato di totale abbandono.

Con l’eliminazione dal mercato dei tre cespiti è evidente che sono lontani i tempi in cui Palazzo Zanca metteva in vendita i suoi beni immobili, a volte anche sopravvalutandoli, per fare cassa. Con Accorinti e la sua squadra di assessori, la rotta, infatti, è totalmente invertita e più che a vendere si pensa a valorizzare i gioielli più “preziosi”, ritenuti beni comuni, vale a dire strutture da restituire alla città e ai cittadini. E’ anche per tale ragione che il piano di alienazione con il marchio accorintiano – il cui valore di presunto realizzo ammonta a complessivi 8.012.975,00 euro – non costituirà più il pilastro principale dei bilanci comunali né tantomeno del Piano decennale di riequilibrio, dei quali comunque farà parte integrante.

Nel provvedimento esitato dalla giunta , viene infatti, specificato che «si rende necessario rimodulare, aggiornare, rettificare ed integrare il Piano delle Alienazioni e delle Valorizzazioni degli immobili comunali riferito al triennio 2014/2017 al fine di finanziarie il Piano di riequilibrio pluriennale che dovrà essere approvato per il ripiano dei debiti» ed ancora che «si rende indispensabile al fine del riequilibrio del bilancio di previsione 2014 e del bilancio pluriennale 2013, 2014, 2015». Dall’esecutivo di Palazzo Zanca viene data espressa autorizzazione al Dirigente del Dipartimento Patrimonio ad espletare «tutte le procedure e le attività necessarie per dare attuazione pratica al piano» e al Dirigente del Dipartimento bandi di gara e Contratti a «pubblicare il presente atto sul sito web istituzionale».

Ma quali sono i beni che rimangono in vendita? In totale, i cespiti in vendita sono 27, tra cui ritroviamo: l’ex scuola Massa San Giorgio, valore 114 mila euro; l’ex caserma guardia di finanza di Spartà, valore 106.800,00 euro; l’ex scuola cda Gesso, valore 41.900,00 euro; l’area comunale Pozzo Faraone a Contesse, valore 210.000,00 euro; l'ex scuola elementare di Piano Torre, valore 129.005,00 euro; 4 terreni dislocati a nord e a sud della città. Per gli immobili ex Amam di Gravitelli vi è, invece, un progetto di valorizzazione da definire.

In una relazione firmata lo scorso 17 marzo, l’attuale Dirigente al Patrimonio, Natale Castronovo, scrive testualmente: «per gli immobili inseriti nell’Elenco dei beni destinati alla dismissione si prevede che in un arco temporale di tre anni, a decorrere dall’approvazione del Piano delle Alienazioni e delle Valorizzazioni degli immobili comunali, potranno essere avviate le procedure di gara». E’ lo stesso Castronovo a spiegare che «sulla scorta delle relazioni di stima di massima elaborate dal Dipartimento Patrimonio Demanio Espropriazioni per ciascuno dei 27 cespiti destinati all’alienazione, l’ammontare complessivo del loro valore di presunto realizzo ammonta a complessivi 8.012.975,00 euro». Una cifra ben al di sotto di quella inserita nel piano di alienazione targato Buzzanca, che prevedeva l’alienazione di 14 cespiti per un valore complessivo stimato in quasi 50 milioni di euro, per l’esattezza 49.844.600,00 euro.

IL FALLIMENTO DEL PIANO ALIENAZIONE DEL 2009. Come si ricorderà quel piano di dismissione, sbandierato come efficace strumento per fare cassa, fu considerato dal sindaco e dalla giunta di allora un pilastro dei bilanci comunali, ma si rivelò un fallimento sotto il profilo dei reali introiti economici, divenendo oggetto di dure critiche da parte della Corte dei Conti. Dei 14 cespiti inseriti in quel Piano ne sono statI venduti 7: tutto è filato liscio per l’ex scuola del villaggio Acqualadroni, l’ex scuola del villaggio Cumia, l’ex scuola Villaggio Tono e le aree del Torrente Trapani; mentre – come spiega l’ex dirigente al Patrimonio, Domenico Signorelli, in una relazione del novembre scorso – per gli atri 3 cespiti aggiudicati sono sorti dei problemi. Per la Caserma dei Vigili del Fuoco, è ancora in via di definizione l’atto di vendita; per il terreno di via Salandra, la stipula non ha ancora potuto avere corso perché ricadente in zona Zir e Zis, per le quali serve un Piano urbano di recupero integrato e l’adeguamento delle N.A e per il permanere di occupazioni abusive, in via di risoluzione; e, infine, per gli ex Magazzini Generali (adesso non più in vendita), era intervenuta, immediatamente dopo l’aggiudicazione, l’ iscrizione di una ipoteca giudiziale sull’immobile da parte dei Franza per un vantato credito nei confronti del Comune. Oggi l’ipoteca non c’è più, ma resta il ricorso della ditta Vinciullo, a cui non è mai stato assegnato l’immobile aggiudicato con il 10 per cento in denaro, per un totale di 489.000 euro, e il 29,73 per cento con permute immobiliari.

Signorelli spiega nella sua relazione che «la completa attuazione di quel Piano delle alienazioni è stata ostacolata sia dall’intervenuta contrazione del mercato immobiliare sia dall’insorgenza di talune situazioni ostative alla messa in gara di alcuni Beni (vedi aree Dina e Clarenza ed Autocentro N.U. di via Salandra)… riducendo in tal modo sensibilmente i ricavi economici inizialmente preventivati».

Danila La Torre

9 commenti

  1. luigi bramieri 4 Aprile 2014 05:29

    Finalmente una inversione di tendenza e un ragionare per il bene comune. Finalmente si e’ capito che il patrimonio pubblico e’ ricchezza e bisogna tutelarlo sempre piu’. Mi piacerebbe pensare ad esempio che oltre alla non dismissione di tutto il patrimonio si potessero invece alienare piccole parti di patrimonio non piu’ strategicamente convenienti per il comune e con il ricavato , invece di pagare stipendi, si investisse subito per rendere energeticamente autosufficienti parte di immobili pubblici cosi’ da ridùrre le forniture di energia e, risparmiare seriamente soldi pubblici. Mi piacerebbe pensare che le forniture elettriche per alimentare il tram fossero prese da turbine sottomarine che sfruttanto le potenti correnti marine dello sretto di messina potrebbero generare energia elettrica in modo perpeduo. Be’ forse parlo di fantascienza…

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  2. UN GESTO DEGNO DI UN GRANDE SINDACO GENEROSO. Carissimo RENATO sindaco, SENTO DI DOVERTI RINGRAZIARE DI CUORE, hai riconsegnato ai messinesi i loro immobili, li rendi più ricchi, privando del nostro patrimonio la ricca rendita immobiliare messinese e soprattutto i prestanome della ndrangheta calabrese, l’organizzazione criminale mafiosa è l’unica ad avere grande liquidità a disposizione. Questi immobili ritorneranno nella nostra piena disponibilità, di tutti i messinesi, non di pochi privilegiati dalla sorte e dalla politica, p minuscola. OGGI UNA NUOVA ALBA E’ NATA SULLO STRETTO, adesso bisogna stare all’erta, chi vorrà sottrarci i nostri immobili ha uomini e donne dentro il Consiglio Comunale, farà di tutto per far destinare quello spazio a residenze per un pugno di persone e lucrarci spudoratamente sopra. w MESSINA E LE SUE GENTI. W RENATO sindaco.

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  3. Mi permetto una riflessione: l’iniziativa è senz’altro lodevole e coraggiosa.
    Tuttavia bisogna considerare che:
    1)attualmente gli Ex Magazzini generali ospitano la “Casa di Vincenzo”, che dà un letto e un tetto a chi un letto in cui dormire e un tetto sotto cui ripararsi non ce l’ha
    2) l’ex Scuola Pietro Donato di Contemplazione, è occupata da alcune famiglie senza fissa dimora
    3)Gli Ex Silos Granai giacciono per il momento in uno stato di totale abbandono.

    Dare un tetto a chi non lo ha è importantissimo ma per fare rinascere questa città BISOGNA CREARE POSTI DI LAVORO FAVORENDO L’INIZIATIVE ECONOMICA PRIVATA (ovviamente NON dei soliti noti)…

    Faccio un esempio: i magazzini si trovano vicino al porto dove notoriamente arrivano le navi da crociera (potenziale risora poco e male sfruttata). Ma è possibile che non si riesca a fare nulla per cercare di intercettare i turisti che scendono dalle navi? si potrebbero organizzare mostre ed esposizioni per esempio dell’artigianato locale ecc.

    Quando (e se) il nostro caro Sindaco riuscirà a fare qualcosa in tal senso (ad oggi non mi risulta che sia stato fatto nulla di particolarmente rilevante) allora si potrà davvero parlare di svolta….

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  4. E io mi domando, come saranno utilizzati questi siti?
    E io mi domando, chi paga i lavori necessari per rendere accessibili a norme di legge questi siti?
    E io mi domando, ma i silos attualmente in completo stato di abbandono, che utili uso futuro possono essere per la città oltre un pericolo e un costo senza resa?
    Mi sembra che il sindaco renato e la sua giunta pensino solo a demolire quanto fatto, anche male, da chi li ha preceduti senza però a loro volta avere le idee molto chiare, i soldi dolve li vanno a prendere per realizzare i loro misteriosi (forse) progetti pro extracomunitari clandestini?

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  5. si, bisogna vedere cosa se ne faranno adesso

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  6. Scusate…ma con che soldi pensano di mantenerle ste strutture? con gli sponsor dei pinellini?

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  7. Invito caldamente alla lettura di Aristotele: Politica, II, 3

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  8. ZIA MARIA ZIA MARIA, le stupidaggini che scrivi sono chiare anche a te, che, al solito, cerchi di nascondere il sole con la rete.
    Quello di renatino è uno squallido trucchetto contabile, messo in atto quando si sono resi conto che l’asino non vuole bere: GLI ACQUIRENTI NON ESISTONO!!!!!!!!!!!!
    Con questo trucchetto contabile il comune si trova, teoricamente, con otto milioni e passa di euro in più di patrimonio immobiliare.
    Ovviamente, la verità è che non valgono un centesimo e che, al contrario, solo per le spese di mantenimento (bisogna evitare che cadano pezzi sui passanti) e di guardiania, rappresenteranno una notevolissima fonte di esborsi.
    Cercare di trasformare le sconfitte in vittorie è un compito che si assumono i servi sciocchi che si credono furbi, non tenendo conto del ridicolo di cui si fanno carico.
    Avete voluto renatino?
    Piangetevelo!
    George.

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  9. Anni fa, l’utilizzo di turbine mosse dalle forze di marea fu oggetto di una bellissima tesi di Laurea di uno studente messinese.
    Ovviamente, non se ne fece nulla.
    Meglio uccidere i milazzesi ed i priolesi con gli scarichi delle centrali.
    George.

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