Ponte, tram, servizi sociali, burocrazia comunale: le ricette di De Luca

Ponte, tram, servizi sociali, burocrazia comunale: le ricette di De Luca

Francesca Stornante

Ponte, tram, servizi sociali, burocrazia comunale: le ricette di De Luca

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lunedì 16 Aprile 2018 - 15:31

Il candidato sindaco Cateno De Luca ha parlato della macchina amministrativa di Palazzo Zanca immaginando una grande rivoluzione che coinvolge dipartimenti, personale, partecipate, servizi sociali. Sguardo al Ponte, al tram e ai trasporti

«Palazzo Zanca va smontato pezzo per pezzo e rimontato nel modo giusto». Esordisce così Cateno De Luca che nella sua corsa come candidato a sindaco della città, oggi ha messo in un grande calderone una serie di questioni nevralgiche, dalla macchina amministrativa del Comune alla gestione del personale, dalle partecipate al trasporto locale, dal Ponte sullo Stretto ai servizi sociali, dalla protezione civile al tram. Per De Luca si deve ripartire dai concetti di autorità e autorevolezza del Palazzo che Messina ha perso, la prima cosa è recuperare credibilità politico-amministrativa e secondo il deputato candidato sindaco il punto di inizio è la rivoluzione della macchina amministrativa di Palazzo Zanca.

“La macchina burocratica di Messina è un colabrodo perché nessuno mai se ne è voluto realmente occupare lasciando spesso i semplici impiegati alla mercé dei mega dirigenti di turno (23 uffici di livello dirigenziale con una indennità media aggiuntiva allo stipendio di € 70 mila cadauno) che in gran parte hanno agito e valutato più per input politici o lobbistici che per obiettività secondo i canoni dell’efficienza, efficacia ed economicità”. Secondo De Luca il Comune di Messina potrebbe camminare eliminando i 20 dipartimenti con relativi dirigenti, definiti “i padroni del pastificio”, con risparmio di oltre 1,5 milione di euro annuo e creando sole 4 aree (amministrativa ed affari generali – economico finanziaria e programmazione – tecnica e progettazione – polizia municipale e sicurezza del territorio). Sulle partecipate ribadisce la messa in liquidazione di tutte le società e l’inserimento nella dotazione organica di tutto il personale previa riqualificazione professionale e ricollocazione in base alle risultanze dei carichi di lavoro. E poi annuncia aumento delle ore ai precari e relativa stabilizzazione in presenza dei presupposti di legge.

TRAM E TRASPORTI: Nella proposta di De Luca, spiegata dall’assessore designato Salvatore Mondello, il tram dev’essere eliminato con l’idea di destinare alcune delle attuali porzioni delle sedi tranviarie a spazi pedonali. No al tram e sì ad una mobilità futuristica con sistemi monorotaia sospesi e sopraelevati che non gravano sulla viabilità e sulle strade. “Sono temi cruciali per la città di Messina, chiave determinante della qualità della vita e della competitività di cittadini ed imprese. Negli ultimi 20 anni, il tema è stato scarsamente governato. I pochi investimenti fatti, sono stati indirizzati su un modello sbagliato incompatibile con le esigenze dei messinesi e con impatti negativi sulla qualità dell’ambiente in cui viviamo. In linea su quanto espresso sino ad oggi, è opportuno avere una visione complessiva ed integrata del problema attraverso una mirata pianificazione urbanistica a sostegno della politica dei trasporti. I bus rappresentano la parte più rilevante degli spostamenti del trasporto pubblico di Messina. Sono i mezzi di prossimità, che hanno un grande impatto sulle utenze deboli o periferiche. Renderli più veloci deve essere una priorità, mediante l’asservimento semaforico e l’incremento delle corsie preferenziali. Puntare anche sul sistema dial a ride o autobus a domanda. Gli utenti possono prenotare l’arrivo del veicolo, solitamente un minibus, presso il luogo prescelto e nell’ora desiderata. Il veicolo porta ciascun utente alla destinazione desiderata. Creare lo sharing mobility, bici, auto e scooter in condivisione rappresentano il cambiamento dei comportamenti e il progressivo superamento del concetto di proprietà dell’auto, serve accrescere l’uso condiviso dei mezzi alternativi all’auto privata. Messina smart city, significa innanzitutto sviluppare la tecnologia a misura di utente, in particolare nel campo della mobilità. Predisposizione e/o rafforzamento di infrastrutture hardware e software condivise e di strumenti dedicati e di semplice utilizzo e accessibili via web, come la elaborazione della Mappa Multimodale dei trasporti, possono aiutare moltissimo la città nelle attività di raccolta, aggiornamento e consultazione dei dati; Infine essenziale la mobilità elettrica. È una frontiera inevitabile, importante per la vivibilità di Messina”.

SERVIZI SOCIALI –I Servizi sociali a Messina – ha spiegato invece l’assessore designato ai servizi sociali Alessandra Calafiore – purtroppo hanno costituito e costituiscono un bacino di consensi elettorali e vengono erogati da cooperative per cosi dire “amiche” che hanno costituito negli anni un’impalcatura clientelare e parassitaria con poca attenzione ai bisogni sociali, economici e sanitari della gente. Si riporta per completezza, il dato già presente nel dossier sui servizi sociale, dell’importo dei servizi affidati dal Comune di Messina alle cooperative che ammonta ad € 16.824.050,80 a fronte di 1.489 utenti che usufruiscono del servizio. Nel nostro programma è prevista l’eliminazione dell’affidamento dei servizi sociali alle cooperative che determina uno spreco di denaro pubblico a svantaggio degli utenti e dei lavoratori delle stesse cooperative”. Quindi l’idea è la gestione diretta dei servizi sociali con l’assunzione tra il personale comunali dei lavoratori dei servizi sociali lasciati in tutti questi anni alla mercé della politica di turno e delle cooperative.

Capitolo Ponte:Sono pontista da sempre, non solo adesso che il Ponte è un buon argomento da campagna elettorale. E con De Luca sindaco il Ponte si farà. L’indotto, per la realizzazione del Ponte costituito da attività e servizi commerciali, artigianali, ricreativi e di personale domestico, ospitalità, ristorazione e incremento delle cattedre scolastiche è pari ad altri 15.000 posti di lavoro l’anno. A regime, una volta che l’opera sarà stata ultimata, saranno necessari 200 addetti alla manutenzione del ponte a fronte di 20 milioni di euro di costi annui di conservazione e cura del manufatto, 300 unità lavorative come personale relativo a 12 coppie di treni, non meno di 500 altre unità nell’area del ponte per l’incremento dei visitatori e almeno un centinaio di ulteriori addetti ai servizi del turismo (noleggio auto ed escursioni). Ipotizzabile anche un incremento di diverse migliaia diiscritti calabresi ogni anno all’università di Messina recuperando così il clamoroso flop delle iscrizioni causato dal no pontismo (per esempio, Lamezia Terme è a 2 ore di treno da Napoli e a 3 da Messina). Una volta avviati i lavori si potrà ragionare su un’area metropolitana di 700.000 persone, con i porti storici di Messina e di Reggio Calabria e quelli commerciali di Gioia Tauro e Milazzo e con l’aeroporto reggino raggiungibili 24 ore su 24 in meno di 30 minuti di TAV (alta velocità ferroviaria) o automobile”.

PROTEZIONE CIVILE – “A proposito di protezione civile – ha detto invece l’assessore designato alla protezione Civile Massimiliano Minutoli – c’è una nota dolente, il Piano Comunale di Messina, sinora messo in campo e testato durante le Esercitazioni cittadine realizzate dal 2012 al 2017, ancora non è stato approvato dal Consiglio Comunale. La struttura organica, così come adesso composta, non è completa ed è chiaramente insufficiente a soddisfare tutte le necessità dello Staff Comunale per il regolare svolgimento di attività in “tempo di quiete”, immaginiamo in “emergenza”. Bisognerebbe istituire un “Ufficio Comunale di Supporto alle Associazioni di Volontariato” capace di guidare le Associazioni per lo svolgimento delle varie pratiche amministrative quali visite mediche periodiche, addestramento e formazione dei volontari, preparazione alla partecipazione ai bandi attraverso il supporto nella progettazione. La situazione attuale è molto complicata, infatti, per accedere ai rimborsi previsti dalla normativa, le associazioni devono districarsi tra i meandri burocratici necessari all’assolvimento degli adempimenti amministrativi utili al perfezionamento di ogni singola pratica. Tutto ciò è impensabile in quanto il volontariato non può essere considerato un lavoro a tempo pieno, quindi bisogna mettere in condizione chi ha voglia di destinare il proprio tempo libero a favore del prossimo e della comunità di farlo in maniera agevole”.

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