Presidente parlamento Ue Tajani con Bramanti: Fondo da 20 miliardi per il sud

Presidente parlamento Ue Tajani con Bramanti: Fondo da 20 miliardi per il sud

Rosaria Brancato

Presidente parlamento Ue Tajani con Bramanti: Fondo da 20 miliardi per il sud

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sabato 19 Maggio 2018 - 14:57

Convention di presentazione delle liste e dei candidati del centro destra. Presente il governatore Musumeci e il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani.

Messina ha bisogno di un medico….serve un medico che curi tutti i mali di questa città che non deve più finire nelle pagine dei giornali o in tv perché manca l’acqua per un mese ed i cittadini sono in fila con i bidoni davanti alle autobotti”.

A concludere la convention del centro destra per la presentazione delle liste e del candidato sindaco Dino Bramanti è il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, arrivato al Palacultura in tarda mattinata.

Quella di Dino Bramanti, affermato professionista, credibile e autorevole è stata una scelta coraggiosa, che pochi avrebbero fatto al suo posto- ha continuato Tajani– La situazione in Sicilia e nel Sud è drammatica, dobbiamo invece regalare un sogno ai nostri figli. Sto pensando ad un Fondo Europeo di 20 miliardi da destinare alle grandi infrastrutture per il Mezzogiorno e creato unendo gli 11 miliardi non utilizzati dalle Regioni del Sud ad altri Fondi. Servono risorse per infrastrutture, prima tra tutte l’alta velocità, poi il rilancio della portualità. Non è possibile che sulla nuova via della Seta il porto di Atene sia diventato il nuovo porto cinese e in Sicilia siamo ancora fermi”.

Sul Ponte sullo Stretto, al di là del sì quel che è importante sapere, ha spiegato l’europarlamentare di Forza Italia, è la posizione del governo nazionale, perché Prodi lo cancellò. Tajani si è poi soffermato sull’importanza nei prossimi mesi di evitare nuovi tagli nella predisposizione del nuovo bilancio dell’UE, che potrebbero penalizzare soprattutto la Sicilia.

Al professore Bramanti suggerisco di istituire al Comune uno sportello Europeo che sia direttamente collegato con Bruxelles per fornire tutte le informazioni necessarie sulle opportunità e le modalità di accesso alle risorse tramite progetti. Agli elettori messinesi dico che serve un sindaco collegato con una filiera che unisce Palermo, con il governo Musumeci già molto attivo sul fronte Europeo, e poi Roma, con la maggioranza di centro destra e infine l’Europa. Caro Dino non chiuderti dentro il Palazzo, le risorse si possono trovare fuori facendo sistema. Messina merita molto di più, merita di tornare ad essere protagonista”.

Un cenno lo ha poi fatto alle tematiche dei migranti, evidenziando la differenza tra la politica dell’accoglienza e il rinnegare la propria identità “non è rinnegando sé stessi o togliendo i crocifissi dalle scuole che si fa integrazione. Chi viene qui deve conoscere le nostre regole, rispettarle”.

Ad inizio convention sono state presentate le 10 liste ed i 320 candidati al Consiglio Comunale nonché i 6 candidati alle presidenze delle circoscrizioni e gli assessori designati.

In sala al Palacultura tutta la deputazione nazionale e regionale di centro destra, Nino Germanà, Matilde Siracusano, Urania Papatheu, Elvira Amata, Antonio Catalfamo, Luigi Genovese, Tommaso Calderone c’era anche l’assessore regionale Bernadette Grasso. Assente il deputato della Lega Carmelo Lo Monte (forse perché sabato è un giorno pari e nei pari la Lega di Messina non è in armonia con il centro destra per rientrare nei giorni dispari). Tra i presenti c’erano anche l’ex parlamentare Enzo Garofalo, l’ex assessore regionale Nino Beninati e molti degli esponenti della Forza Italia della prima ora (e della seconda) nonché di quella “di ritorno”. Presenti anche Francantonio Genovese e Franco Rinaldi.

A far notizia anche alcune presenze, come quella di Fabio D’Amore, che evidentemente ha “divorziato” da Beppe Picciolo, e che alle Politiche di marzo era candidato al Senato da esterno con il Pd.

Sono emozionato nel vedere questa sala così piena- ha detto in apertura dei lavori Dino Bramanti– Mentre noi parliamo ci sono 7 giovani che lasciano Messina. In un anno sono andate via 3 mila persone, una cifra intollerabile, quasi un piccolo comune”.

A causa dell’enorme ritardo che ha accumulato Musumeci (impegnato al Vittorio Emanuele per un convegno), Bramanti ha saltato il suo discorso, sintetizzando solo i punti chiave e rivolgendo due inviti al governatore della Sicilia ed al Presidente del Parlamento europeo. “Con te Nello dobbiamo tornare nelle baracche, il risanamento è una priorità mentre con il presidente Tajani dobbiamo affrontare concretamente il discorso dell’insularità e superarla. La continuità territoriale è una tematica da risolvere, tenendo in considerazione quel corridoio Berlino Palermo del quale non si parla più”. Il candidato sindaco ha poi lanciato la sfida da Messina per il rilancio dell’occupazione giovanile ed ha concluso con un appello “a quel 51% che non va più a votare, a chi non si fida più della politica, agli scettici che hanno smesso di credere a chi protesta e non sa che è importante la proposta. Per me la politica è servizio e cambiare il futuro di Messina è la scelta che ogni giorno dobbiamo compiere”.

Musumeci, per mantenere il ruolo istituzionale, non ha parlato dal palco ma ha rilasciato alcune dichiarazioni ai giornalisti fuori dal Palacultura.

Il candidato sindaco è un uomo di prestigio, che gode di considerazione e credibilità, ci sono le condizioni per una campagna elettorale basata sul confronto e non sullo scontro. Sto vedendo molto coinvolgimento e candidati motivati- ha detto Musumeci-Le idee devono prevalere. Quando il centro destra è unito vince, lo abbiamo scoperto alle Regionali e lo scopriremo anche a Messina”.

Pochi cenni sul governo nazionale che ancora non c’è “è importante anche per noi iniziare ad avviare un dialogo costruttivo su emergenze che riguardano la Sicilia”.

Sull’arresto dell’ex presidente di Sicindustria Antonello Montante (e sull’inchiesta che sta facendo luce su alcuni aspetti inquietanti nel rapporto con la politica degli anni scorsi) ha aggiunto “Ci sono due antimafie, quella vera e quella che è servita a fare carriere e che abbiamo sempre denunciato. Quella vera si distingue con la sobrietà degli atteggiamenti, è uno stile, non è scorciatoia per superare le proprie mediocrità”. Alla domanda se il centro destra punti a vincere al primo turno o al ballottaggio ha risposto: “ Ci aspettiamo vittoria al primo turno ma dirlo con fermezza sarebbe un atto di arroganza verso gli elettori, quello che conta è che Messina ha diritto a riavere una classe dirigente all’altezza”.

Rosaria Brancato

2 commenti

  1. Ma questo, se non ricordo male, non doveva essere il candidato apolitico, slegato dalle vecchie logiche di partito, in definitiva, il nuovo che avanza????

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  2. Forzamessina85 20 Maggio 2018 06:15

    Del sud non ce ne frega, pensate a messina

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