Senza simboli né partiti, la storiella di Bramanti dura solo 7 giorni

Senza simboli né partiti, la storiella di Bramanti dura solo 7 giorni

Danila La Torre

Senza simboli né partiti, la storiella di Bramanti dura solo 7 giorni

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martedì 10 Aprile 2018 - 04:12

Durante la sua presentazione, il direttore dell’IRCCS aveva voluto far credere di essere un candidato “indipendente”, senza una coalizione alle spalle, ma la farsa è durata giusto il tempo di smaltire l’uovo di Pasqua

“Mi chiamo Placido Bramanti, tutti mi chiamano Dino, sono nato a Piazza Duomo, ho studiato a Messina ed a Messina son voluto restare. Sono un uomo libero, non ho dinastie alle spalle, né condizionamenti e qui, oggi propongo un nuovo modo di fare politica, il Modello Messina, un modello inclusivo, aperto a tutti”. Con queste parole, sabato 31 marzo, il direttore dell’IRCCS – autosospesosi dall’incarico per potersi dedicare alla campagna elettorale – aveva presentato la sua candidatura nel foyer del Teatro Vittorio Emanuele.

Solo, senza simboli (se non quello della lista civica) e senza leader o galoppini di partito presenti, in quell’occasione Bramanti aveva voluto far credere di essere un candidato “indipendente”, senza una coalizione alle spalle, investito soltanto dal presidente Nello Musumeci (che peraltro sino ad oggi non ha mai fatto alcun endorsement pubblico a suo favore e comunque è stato il candidato alla Presidenza della Regione del centrodestra e governa con i voti della coalizione composta da Forza Italia, Fratelli d’Italia, Diventerà Bellissima, Popolari e autonomisti e Udc).

Per calarsi meglio nel ruolo del candidato autonomo, Bramanti aveva anche lanciato appelli a destra e a manca, chiamando in causa Cateno De Luca, Renato Accorinti e persino il nemico storico Pietro Navarra.

C’è tanto da fare per la nostra città, non ci sono poltrone ma remi per tutti. Chi vuole si metta a remare in una direzione comune”, aveva ancora dichiarato davanti ad una platea numerosa e non proprio giovanissima.

Ma la prima uscita pubblica di Bramanti è apparsa sin da subito una farsa, perché che la sua candidatura sia stata decisa a tavolino dai leader locali dei partiti del centrodestra, ed in particolare da Francantonio Genovese , Nino Germanà ed Elvira Amata, non è mai stato un segreto, al massimo il segreto di Pulcinella.

Tant’è che – passate le festività di Pasqua e digerito l’Uovo di Pasqua, insieme a qualche affermazione poco sincera – sono arrivate, guarda caso, le dichiarazioni ufficiali di sostegno da parte degli esponenti di Forza Italia e Fratelli d’Italia, precedute di qualche giorno da quelle di Diventerà Bellissima.

Nel leggere quei comunicati nessuno avrà esclamato “Che sorpresa!”. E’ stato infatti solo l’epilogo di una commedia dal copione sin troppo prevedibile. Bramanti – che gli sceneggiatori (alias il trio Genovese, Germanà e Amata) hanno voluto come attore protagonista nel ruolo del candidato della società civile, slegato da qualsiasi asse politico – è rimasto senza simboli e senza partiti a supporto giusto una settimana.

Già il sabato successivo alla sua presentazione al suo fianco si è schierato tutto il centrodestra, e solo il centrodestra. C’è Forza Italia compatta: la benedizione alla candidatura di Bramanti è arrivata con un comunicato condiviso dall’assessore regionale Bernadette Grasso, dai deputati regionali Luigi Genovese e Tommaso Calderone, dalla senatrice Urania Papatheu e dai deputati nazionali Nino Germanà e Matilde Siracusano. C’è Fratelli d’Italia: “Una condivisione totale ed entusiasta di punti che per noi rappresentano le vere urgenze da fronteggiare e che Bramanti sposa appieno”, hanno evidenziato in una nota congiunta la deputata regionale Amata, il capogruppo all’Ars Antonio Catalfamo, la neo parlamentare Ella Bucalo e il coordinatore regionale del partito, Manlio Messina. C’è Diventerà Bellissima, il movimento di Nello Musumeci e ci saranno, sparpagliati nelle varie liste che verranno presentate, almeno dieci, i candidati provenienti dai partiti minori come Popolari e autonomisti e Udc. Nella colazione dovrebbe rientrare anche laLega.

Ovviamente a Bramanti non verrà offerto solo un sostegno morale, ma saranno messe a sua disposizione macchine elettorali imponenti, come certamente sono quelle di Genovese e Germanà (basta guardare i dati delle regionali, dove si vota con le preferenze).

Alle amministrative del 10 giugno, la coalizione di centrodestra punta a vincere al primo turno, dove per far eleggere il sindaco serve il 40% delle preferenze. In questo momento, in campo ci sono sette candidati a sindaco: oltre a Bramanti, corrono per la fascia tricolore il sindaco uscente Renato Accorinti; il professore universitario Antonio Saitta, candidato del centrosinistra; l’attuale capo della Direzione territoriale del Lavoro Gaetano Sciacca, candidato del Movimento Cinque Stelle in attesa solo della ufficializzazione; il deputato regionale ed ex sindaco di Fiumedinisi e Santa Teresa Cateno De Luca; l’ormai ex consigliere comunale e capogruppo di Forza Italia Pippo Trischitta; e l’attuale presidente del Consiglio comunale Emilia Barrile. Questi ultimi due pescheranno voti soprattutto nel centrodestra, area dalla quale provengono. Ma in generale, con 7 candidati in pista, il raggiungimento del 40% è impresa non semplice. Fondamentale potrebbe risultare l’effetto trascinamento delle liste, reintrodotto dalla nuova legge elettorale, che sulla carta favorisce senza dubbio Bramanti vista la corazzata del centrodestra, reduce peraltro dagli ottimi risultati delle regionali e delle politiche.

Tuttavia, la strada per raggiungere la soglia del 40% sarà tutt’atro che in discesa, la competizione sarà agguerrita ed il risultato finale non è affatto scontato. Sulla campagna elettorale di Bramanti potrebbe poi incidere, in negativo, l’essersi presentato ai messinesi come il candidato senza simboli né partiti alle spalle. I cittadini sono meno stupidi di quello che i politici, di professione o occasionali, pensano.

Danila La Torre

Un commento

  1. PROF. LEI Sa FARE BENISSIMO IL NEUROLOGO IO LA CONOSCO DEL LONTANO 1987 QUANDO LEI FADEVA IL MEDICO DAL PROF DI PERRI POI LO RINCONTRATO AL CENTRO NEUROLESI COME PROF. IO SONO STATO IL SECONDO PAZIENTE QUANDO ANCORA ERA VILLA BONINO E LEI DAL 1 VILLA L’HA TROSFORMATO IN UN CENTRO DI ECCELLENZA CARISSIMO PROF. X FARE IL POLITICO CI VOGLIONO PERSONE IMBROGLIONE E LEI NN LO è PROF. LA PREGO LA Città DI MESSINA HA BISOGNO DI UN LUMINARE COME LEI PROF. LA POLITICA LA LASCI FARE A PERSONE……..

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