Il ministro Poletti: "Se vogliamo cambiare l' Europa dobbiamo prima cambiare l'Italia"

Il ministro Poletti: “Se vogliamo cambiare l’ Europa dobbiamo prima cambiare l’Italia”

Rosaria Brancato

Il ministro Poletti: “Se vogliamo cambiare l’ Europa dobbiamo prima cambiare l’Italia”

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giovedì 22 Maggio 2014 - 20:19

In un Salone delle Bandiere gremito il Pd ha salutato l'intervento del ministro del lavoro Poletti,"Se vogliamo cambiare l'Europa dobbiamo prima cambiare l'Italia e noi ci stiamo provando". Nella regione che vede il Pd andare sotto i 5Stelle in basei ai sondaggi è il renziano Davide Faraone a dare la carica "Dobbiamo essere bravi a non far fermare il vento del rinnovamento a Reggio Calabria".

Il Pd di Messina c’è, ha battuto un colpo. O almeno un colpo di tosse. Il Pd uscito dalle ossa rotte dal caso Genovese, dalle inchieste sulla formazione, dagli scontri interni, dalla sconfitta alle amministrative inizia a rialzarsi. Il Pd siciliano, alle prese con le bordate del M5S che i sondaggi, proprio nell’isola, danno pronti al sorpasso sui democratici, e alle prese con le bordate interne che il governatore Crocetta da giorni lancia verso il suo stesso partito, punta dritto alle Europee contando sull’effetto Renzi. E nell’ultima settimana prima del voto il partito nazionale prova a mandare nella terra dove l’avversario più temibile, Renzi, ha già vinto all’Ars e alle Politiche, gli esponenti maggiori sia del Pd che del governo. E in un Salone delle Bandiere inaspettatamente gremito il Pd di Messina ha risposto all’appello per l’incontro con il ministro alle Politiche del lavoro Giuliano Poletti e con il deputato nazionale Davide Faraone, leader di riferimento in Sicilia per Renzi.

A portare il saluto dell’amministrazione al ministro Poletti è stato il sindaco Accorinti che ha sottolineato “l’importanza della politica che vive nel territorio. La nostra esperienza è frutto di un lavoro al fianco della gente, sul territorio. La politica è il bene comune ed il mio sogno è un G8 dei diritti, non più l’Europa delle banche, ma l’Europa dei diritti per tutti”.

Con il ministro il sindaco ha parlato di una terra che non smette di sperare, che ha risorse dal mare, dal sole, dalla cantieristica ma non riesce a rialzarsi.

“La crisi ci ha consegnato un Paese nel quale il numero dei poveri è sempre più elevato e quello dei ricchi sempre più ristretto e con una ricchezza sempre più ampia- ha dichiarato il ministro Poletti- Noi stiamo provando a costruire un’altra Italia, una società aperta, solidale, l’Italia delle opportunità”.

L’esponente del governo Renzi ha illustrato alcune delle novità che saranno introdotte con la riforma della Pubblica amministrazione, prima fra tutte il taglio ai superstipendi degli alti dirigenti, che non potranno superare i 240 mila euro l’anno, ma anche la mobilità per i dipendenti “A chi lavora nella Pubblica amministrazione noi diciamo, diventa protagonista del tuo lavoro. Ai cittadini diciamo, noi vogliamo realizzare lo “stato amico”. La politica del lavoro poi non è quella del sussidio, ma promuovere le imprese, perché non sono solo luoghi di sfruttamento. Serve anche recuperare il senso della comunità e la possibilità di creare migliori relazioni sociali”.

Sull’Europa il ministro ha poco dubbi, prima di pensare di voler cambiare l’Europa è importante cambiare il Paese attraverso riforme attente.

E’ stato invece Davide Faraone affrontare l’aspetto politico di una campagna elettorale capitata nel momento peggiore per il Pd siciliano, e sarebbe limitativo ridurre i problemi al solo caso Genovese, perchè ad esempio Crocetta ci mette del suo e il partito regionale non è da meno. La composizione della lista è stato il frutto bizzarro di una lotta tra correnti e tra antimafie, tra leader e movimenti, una guerra che ha visto tutti contro tutti.

“Nelle scorse settimane sulla stampa si diceva che Renzi non voleva venire in Sicilia per paura di quanto stava emergendo dai sondaggi, che danno il M5S più forte del Pd nell’isola- ha esordito Faraone- Ebbene, stiamo dimostrando il contrario. Da giorni sia i vertici del Pd, che del governo e lo stesso Renzi, siamo in Sicilia. Noi stiamo investendo in questa terra, ma dobbiamo essere bravi a far sì che il vento del rinnovamento non si fermi a Reggio Calabria. Non è immaginabile che i livelli politici del Pd siciliano siano un freno per il partito, abbiano una specificità negativa. Dobbiamo ristabilire una normalità del Pd siciliano rispetto al Pd nazionale”.

Il parlamentare siciliano ha poi affondato il colpo su una Regione i cui alti dirigenti prendono stipendi intollerabili in un Paese normale, o dove i deputati sono equiparati in tutti i privilegi e le indennità ai senatori.

“Dobbiamo essere un Pd uguale al Pd di Roma- ha spiegato- Da un lato abbiamo il modello della conservazione, rappresentato da un Pdl che ha deciso di tornare a 20 anni fa, a Forza Italia. Dall’altro c’è il modello dell’insulto. Noi dobbiamo essere la forza della responsabilità, il modello alternativo”.

Intervistato dai cronisti Faraone non entra nei dettagli sul futuro organizzativo del Pd locale ma chiarisce che il percorso sarà quello del rinnovamento nei temi, nei volti, nei metodi. Sulle polemiche con Crocetta taglia corto, “A me le beghe non interessano, chi pensa che queste Europee possano essere un modo per contare il peso delle diverse correnti ed aree interne al partito per poi farle valere ha un’idea perversa del Pd e della politica che non condivido e non mi riguarda. Io dico, al netto di tutti i guasti noi stiamo provando a cambiare le cose e ci crediamo. Stiamo dimostrando che vogliamo il rinnovamento e lo stiamo facendo guardando alle energie positive del partito”.

Faraone, che è deputato, non ha partecipato al voto sull’arresto di Genovese, perché impegnato in campagna elettorale, ma se fosse stato alla Camera, spiega “mi sarei attenuto a quanto stabilito dal partito sia in Giunta che in Assemblea”.

Il Pd di Messina ricomincia da qui, dal Salone delle Bandiere pieno e nel quale, dopo tanto tempo, si è parlato di politica e di progetti, e meno di divisioni interne.

Rosaria Brancato

2 commenti

  1. un cittadino messinese 23 Maggio 2014 09:06

    il salone delle bandiere pieno ma non di persone vicine al pd di persone chiamate ad una a una per fare numero comemai piu della meta dei presenti veniva da castanea delle furie ridente villaggio collinare di messina

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  2. un cittadino messinese 23 Maggio 2014 09:06

    il salone delle bandiere pieno ma non di persone vicine al pd di persone chiamate ad una a una per fare numero comemai piu della meta dei presenti veniva da castanea delle furie ridente villaggio collinare di messina

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