L'irresistibile voglia di perdere del centro-sinistra "tafazziano"

L’irresistibile voglia di perdere del centro-sinistra “tafazziano”

Rosaria Brancato

L’irresistibile voglia di perdere del centro-sinistra “tafazziano”

Tag:

giovedì 31 Agosto 2017 - 08:19

A due mesi dalle urne i candidati del centro-sinistra sono 4: Micari, Crocetta, Fava, Navarra. Il campo largo del modello Palermo si è ridotto ad un vaso di fiori..... E i sondaggi danno il testa a testa tra Musumeci e Cancelleri

Il governatore non ha fatto tutto da solo in questi 5 anni. Ma adesso Crocetta ci sta mettendo del suo.

Mentre su Musumeci si ricompatta il centro-destra e il M5S festeggia già il primo mese di campagna elettorale il centro-sinistra è seriamente impegnato nell’auto distruzione.

Nell’isola storicamente votata al centro-destra (il governo Crocetta è stato ufficialmente il primo eletto direttamente dai cittadini, perché la giunta Capodicasa è figlia di altri sistemi elettorali), i sondaggi danno un testa a testa tra Musumeci e Cancelleri, con Musumeci leggermente in vantaggio.

E il centro-sinistra, a due mesi dalle urne, che fa?

Inventa la divisione multipla, la suddivisione in sottogruppi, studia l’implosione.

I candidati a sinistra in questo momento sono 4: Fabrizio Micari, Rosario Crocetta, Claudio Fava e Ottavio Navarra, ma non è detto che nelle prossime ore una componente di sinistra non escogiti il quinto nome.

CRONACA DEL CAOS

E’ andata così: Leoluca Orlando, eletto sindaco per la quinta volta, decide che Palermo è il centro del mondo e che la coalizione che è andata bene per lui può andare bene per l’universo intero. Decide e impone il nome, quello del rettore di Palermo Fabrizio Micari, intorno al quale si dovrebbe costruire una larga coalizione che con la forza delle liste dovrebbe portare alla vittoria il centro-sinistra. In sostanza fa il percorso inverso a quello avvenuto a Palermo. Per la sua quinta elezione infatti c’è stato il candidato forte, ovvero Leoluca Orlando, personaggio di sicuro spessore ma soprattutto pluriconosciuto e non solo nella sua città. A supporto di Orlando si è schierata un’ampia coalizione con liste senza simboli di partito. Il pezzo forte però del modello Palermo è stato lui, non certo la coalizione.

Per la Presidenza della Regione invece Orlando ha lanciato un nome, rispettabilissimo e di grande valore, ma sicuramente sconosciuto ai più. Il nome di Fabrizio Micari quindi non è di grande attrattiva. Se la tesi di Orlando è stata quella di puntare sulle liste ha fatto i conti senza l’oste, perché il famoso “campo largo” delle amministrative, con tutti i partiti a sostegno, si è ristretto ad un vaso di fiori. Del modello Palermo insomma non esiste assolutamente nulla. Né il candidato forte né l’ampia coalizione.

I primi a sfilarsi sono stati gli esponenti di Rifondazione comunista che hanno detto sì a Micari ma no alla coalizione con Alfano. Ed hanno virato sull’editore Ottavio Navarra. A ruota gli esponenti di MDP-Art. 1 e Sinistra Italiana, che vogliono puntare su Claudio Fava (che è di gran lunga più conosciuto di Micari). Il vicepresidente dell’antimafia ha detto sì purchè ci sia la sinistra unita, che è un ossimoro.

Il copione della sinistra che va in frantumi è ben noto ma qui siamo proprio all’assurdo.

La stessa sinistra che a Palermo ha appoggiato Orlando in coalizione con gli alfaniani, adesso dice sì al candidato di Orlando ma non agli alfaniani. E’ un po' come dire che ci piace la sposa ma non suo cugino pertanto non solo non andiamo al matrimonio ma ne organizziamo uno nella chiesa accanto con lo zio d’America.

E qui entra in scena Crocetta. Il governatore, dimenticando che nelle classifiche dei presidenti di Regione è finito ultimo negli ultimi due o tre anni, punta i piedi, lancia frecciate a Orlando, Cardinale, Renzi, Alfano e D’Alia, chiede le primarie il 17 settembre appellandosi allo statuto del Pd, e si ricandida.

Rilascia anche dichiarazioni bizzarre: “quando sono stato eletto c’erano lunghi elenchi di raccomandati negli uffici, io li ho strappati tutti”. Li avrà pure strappati ma è stato solerte nel riempire ogni poltrona, ogni ufficio, ogni ente, ogni sottogoverno, ogni Cda, dei suoi uomini.

Crocetta ci mette del suo a distruggere l’unità del centro-sinistra, ben sapendo che è amato dai siciliani un po' come la pioggia durante un pic-nic, ma è anche vero che gli alleati prendono solo adesso le distanze. Il governatore è diventato un appestato soltanto a due mesi dalle urne, un po' troppo tardi per accorgersi di un disastro che è stato fatto con la complicità di una pletora di assessori che i partiti, finita l’era di Zichichi e Battiato hanno di volta in volta indicato.

Forse Crocetta finirà il mandato con un governo del presidente o forse no.

Pare ci siano i “pontieri” al lavoro tra Roma e Palermo, ma se continua così l’unità sarà ritrovata il 6 novembre…. A urne chiuse il centro-sinistra tornerà ad essere irrilevante come è sempre stato negli ultimi decenni in Sicilia. Ma forse è proprio quello che si vuole a sinistra, votata, non si sa perché, al sottile piacere della sconfitta.

Rosaria Brancato

2 commenti

  1. Senza parole… ma in Italia la sinistra non fa tanto meglio!

    0
    0
  2. Lucida analisi, come sempre. ..

    0
    0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007