Il Pd "archivia" Crocetta ma rinvia l'addio a fine mandato.Pensando a Grasso

Il Pd “archivia” Crocetta ma rinvia l’addio a fine mandato.Pensando a Grasso

Rosaria Brancato

Il Pd “archivia” Crocetta ma rinvia l’addio a fine mandato.Pensando a Grasso

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martedì 20 Giugno 2017 - 04:25

Gli assessori Pd non si dimetteranno ma non sarà Crocetta il candidato alla Presidenza della Regione. Esito scontato quella della Direzione regionale Pd sulla crisi aperta dai Centristi con il ritiro del sostegno al governatore. Dopo "San Leoluca" gli alleati guardano a "San Piero"...

Chiusa l’esperienza Crocetta ma i saluti e gli abbracci finali slittano a fine mandato. Il Pd non candiderà più Crocetta ma non toglierà il sostegno alla giunta fino alle elezioni di novembre, alle quali guarda con spirito più ottimistico rispetto alle scorse settimane, puntando a ripetere il “Modello Palermo”.

Conclusione scontata quella della Direzione Regionale del Pd su quella che è stata definita dal segretario regionale Fausto Raciti “non una crisi di governo ma di crescita”. Un colpo al cerchio ed uno alla botta per i Dem che hanno concluso l’assise con un’equazione perfetta: nessuna rottura né col governatore né con gli alleati Centristi, che alla fine resteranno gli unici ad aver ritirato il sostegno a Crocetta e fatto dimettere un assessore.

L’unico a far le valigie infatti è stato l’ormai ex assessore Giovanni Pistorio “la mia è una scelta politica”. La collega di giunta Carmencita Mangano, ultima arrivata in squadra in quota Centristi ha dichiarato infatti che non ci pensa affatto a dimettersi ed ha sbattuto la porta a chi l’aveva indicata come “tecnico” per la poltrona che era stata dell’ex coordinatore regionale Udc, Gianluca Miccichè.

Il gesto di Pistorio resterà isolato perché anche gli alfaniani non sono affatto intenzionati a far dimettere l’assessore messinese Carlo Vermiglio, entrato in giunta proprio per “suggellare” l’allargamento della maggioranza.

Non lasceranno la poltrona neanche gli assessori Pd, così come emerso dalla carrellata d’interventi in Direzione. L’idea è quella di non buttare il bambino con l’acqua sporca e dopo aver, per anni, giocato a rimpiattino con Crocetta, lasciare la barca a pochi mesi dalle elezioni. Anche perché, dopo le amministrative e soprattutto la vittoria di Orlando a Palermo, l’umore in casa Dem è leggermente migliorato.

"Dobbiamo metterci nelle condizioni di affrontare la prossima campagna elettorale valorizzando quello che siamo riusciti a fare – ha detto Raciti – Serve una nuova candidatura, sia per consenso che per capacità di sviluppare entusiasmo, per autorevolezza e lunghezza di percorso”.

Il segretario regionale ha ribadito che il percorso da continuare è lo stesso che ha portato alla vittoria alle amministrative di Palermo: coalizione molto più larga del passato (soprattutto a sinistra), candidato autorevole, e la ricetta di quel civismo politico che ha consentito ad Orlando di vincere al primo turno.

“ Mi sono rivolto a quelle forze che si sono impegnate nelle amministrative di Palermo. Dobbiamo tenerle assieme e costruire una proposta che provi a mettere insieme queste forze, partire da un'interlocuzione dei moderati per capire fino a dove questo campo e' allargabile”.

Di fatto Crocetta esce di scena anche se il “matrimonio” continuerà ancora per altri mesi. Ma se da un lato Raciti ha chiaramente risposto picche ai Centristi che invitavano i Pd a seguirli nell’aventino, dall’altro ha bacchettato Crocetta per essere stato lui ad appiccare il fuoco con la vicenda delle intercettazioni e del linguaggio da caserma dell’ex assessore Pistorio a proposito dell’omosessualità del governatore.

“Non credo che il dibattito pubblico si possa fondare sull'uso delle intercettazioni- ha detto Raciti– Vedo nell'utilizzo di intercettazioni che non hanno nessun rilievo penale un sistema di inquinamento e avvelenamento del dibattito politico”.

Archiviata quindi una possibile ricandidatura di Crocetta (posizione che vede tutti gli alleati d’accordo), il passo successivo è il “pellegrinaggio” dal Presidente del Senato Piero Grasso, da gran parte degli alleati considerato come l’unica figura autorevole in e l’unica candidatura di alto profilo in grado aggregare più forze e riscuotere consenso elettorale.

Dopo “San Leoluca” adesso in tanti sembrano guardare a “San Piero”.

Lo stesso D’Alia lo ha fatto capire evidenziando come lo schema di Palermo di alleanza tra progressisti e moderati può ripetersi alla Regione ma solo se il candidato non è Crocetta mentre Grasso: “sarebbe il candidato adatto per consentire a questa coalizione di fare un salto di qualità e di avviare un reale processo di riqualificazione della classe dirigente regionale”.

Un po' meno entusiasmo nei confronti di Grasso si registra dalle parti di Alfano anche dopo le bordate dal coordinatore regionale di Forza Italia Gianfranco Miccichè accompagnate ad ammiccamenti per un candidatura di un moderato che guarda a destra.

Cancelleri nel frattempo annuncia le Regionarie con voto on line. Le Regionarie riguardano i candidati ai 70 scranni dell’Ars e tra questi si sceglierà, sempre on line, il candidato alla Presidenza della Regione, che sarà reso noto il 9 luglio.

Anche in casa 5Stelle ci sono i primi malumori per via di alcune sospensioni scattate prima delle Regionarie stesse. Grillo è sicuro: la Sicilia sarà a 5Stelle, ma le amministrative, più che il Pd hanno ringalluzzito il centro-destra che sta cercando una candidatura moderata.

Rosaria Brancato

2 commenti

  1. PRENDETE UN BARCONE E TORNATEVENE IN AFRICA DAI VOSTRI AMICI. NON SAPETE COME SI VIVE BENE NEL DESERTO E NEI PAESI DEI VOSTRI AMICI. LI VOLETE IN ITALIA, IO VI DICO RITORNATE RITORNATE RITORNATE E ANDATE A SPAZZOLARE IL MARE COME SI DICE A MILANO.

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  2. PRENDETE UN BARCONE E TORNATEVENE IN AFRICA DAI VOSTRI AMICI. NON SAPETE COME SI VIVE BENE NEL DESERTO E NEI PAESI DEI VOSTRI AMICI. LI VOLETE IN ITALIA, IO VI DICO RITORNATE RITORNATE RITORNATE E ANDATE A SPAZZOLARE IL MARE COME SI DICE A MILANO.

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