Le sale immersive e espositive del Macho, all’interno del Parco Horcynus Orca, raccontano i fenomeni idrodinamici dello Stretto
Di Silvia De Domenico
MESSINA – Il complesso fortificato a pochi passi dal Pilone di Torre Faro è conosciuto come Torre degli inglesi, ma è un nome improprio. Ecco la sua storia e cosa è diventato oggi.
Nel 2000 nasce il Parco Horcynus Orca
Nel 2000 lo spazio recuperato a Capo Peloro viene gestito dalla Fondazione Messina: nasce così il Parco Horcynus Orca, che prende il nome dal celebre romanzo di Stefano D’Arrigo. Nel 2015 al suo interno è sorto il museo d’arte contemporanea Macho. Le sale immersive, da cui emergono creature marine, sono state progettate per raccontare in modo più fantasioso e attrattivo i fenomeni idrodinamici dello Stretto, unici al mondo. Accanto a queste troviamo le sale espositive e poi lo scavo, scoperto nel 2000, con gli scaloni dell’antico faro romano.
Atti vandalici fra storia e bellezza
Abbiamo visitato il complesso fortificato che si affaccia sul mare e sulla riserva naturale di Capo Peloro. A farci da guida Giacomo Farina, responsabile della struttura e direttore artistico dell’Horcynus Festival. Qui fra storia e bellezza, però, c’è anche chi distrugge e compie atti vandalici: ogni anno, infatti, le finestre con i vetri infrangibili vengono colpite con delle pietre da un visitatore seriale e indesiderato.
Affidate questa preziosa risorsa ad una gestione capace di far vivere realmente questo luogo e non a interessi accademici e di parte.