Reggio Calabria. Contrasto alla violenza sulle donne, misure cautelari per due uomini

Reggio Calabria. Contrasto alla violenza sulle donne, misure cautelari per due uomini

marco mare

Reggio Calabria. Contrasto alla violenza sulle donne, misure cautelari per due uomini

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martedì 06 Agosto 2019 - 18:36

Reggio, misure cautelari per due uomini responsabili di violenza su donne

Il contrasto al fenomeno dei reati di violenza di genere e la tutela della vittime è un obiettivo che la Polizia di Stato continua a perseguire quotidianamente e con fermezza.

Nei giorni scorsi, la Squadra Mobile di Reggio Calabria, ha eseguito due provvedimenti scaturiti dalle indagini coordinate dal Procuratore Aggiunto Gerardo Dominijanni e dai Sostituti procuratori Nicola de Caria e Marika Mastrapasqua, inerenti a reati di violenza di genere: un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di un reggino di 58 anni, ed un’ordinanza di applicazione di misura cautelare di divieto di avvicinamento alla parte offesa nei confronti di un cittadino marocchino di 46 anni.

Entrambe le misure si sono rese necessarie a seguito di reati commessi all’interno delle mura domestiche con comportamenti aggressivi e violenti, posti in essere nel corso di anni di vita coniugale.

Nel dettaglio, la misura degli arresti domiciliari, disposta dal Giudice per le indagini preliminari Domenico Armaleo, su richiesta della Procura della Repubblica di Reggio Calabria diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, è stata eseguita a carico di B.F., 58enne reggino. L’uomo è ritenuto responsabile di ripetuti maltrattamenti, ingiurie, minacce di morte e percosse in danno della moglie, reggina di 57 anni; fatti, peraltro, commessi alla presenza del loro figlio minore.

Il B.F. ha persistito nel tenere condotte vessatorie anche dopo l’intervenuta separazione coniugale: sostava spesso davanti al luogo di lavoro della ex moglie attendendone l’uscita, per avvicinarla, e si recava presso l’abitazione della donna per minacciarla con la scusa di vedere i figli.

La donna, per anni sottoposta ad uno stile di vita caratterizzato da violenze e paura, è stata introdotta in un percorso di assistenza posto in atto da parte di un centro reggino ed ha trovato il coraggio di denunciare i comportamenti dell’ex marito, subiti nel corso di anni di maltrattamenti, trovando nel personale specializzato della Squadra Mobile attenti ed accorti ascoltatori.

La seconda ordinanza,disposta dal GIP Valentina Fabiani, è stata eseguita dal personale della Squadra Mobile a carico di M.B., 46enne di nazionalità marocchina residente in città, al quale è stato inflitto il divieto di avvicinamento alla moglie convivente. Alla base del provvedimento il fatto di aver posto in essere gravi e ripetuti comportamenti aggressivi e violenti, lesivi dell’integrità fisica e morale della donna.

La vittima, sottoposta per anni ad un regime di vita vessatorio, ha trovato la forza di denunciare alla Polizia di Stato i comportamenti del marito, stanca delle violenze dovute a pretestuose accuse di infedeltà.


Le due misure sopra descritte sono il risultato di un impegno costante della Polizia di Stato, più che mai attenta al fenomeno della violenza di genere, un problema sociale e culturale ancora radicato, che si può debellare solo con una nuova cultura improntata alla legalità.

In questa provincia, alta è l’attenzione del Questore Maurizio Vallone sul tema che non si limita solo all’aspetto repressivo del fenomeno ma che punta soprattutto alla formazione culturale dei giovani. Queso obiettivo va perseguito con iniziative come quella promossa dal MIUR e dall’Osservatorio Regionale sulla violenza di genere, a cui ha prontamente aderito la Questura di Reggio Calabria, nell’ambito del percorso didattico formativo “adotta la storia di una vittima di femminicidio”, orientato proprio a diffondere tra i più giovani il messaggio della “non violenza”.

L’importanza del contrasto a tale categoria di reati si accompagna infatti all’imprescindibile diffusione della “cultura della non violenza” dove è momento fondamentale la fiducia nelle Istituzioni da parte delle vittime che devono avvicinarsi con fiducia agli uffici di Polizia per denunciare i comportamenti vessatori subiti in ambito intra-familiare, fenomeno che come affermato dal Questore Vallone “non è più chiuso all’interno delle mura domestiche”.

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