Il grazie di un uomo alla Chirurgia vascolare del Policlinico: “A Messina esiste la buona sanità”

Una storia drammatica ma con un lieto fine. Una storia che vuole diventare l’occasione per raccontare che a Messina la buona sanità esiste, che ci sono delle eccellenze che meritano di essere conosciute, che ci ha fatto entrare proprio lì dove anche i minuti possono diventare infiniti e allo stesso tempo preziosi, dove la vita guarda in faccia la morte. E’ la storia di un uomo che vuole dire grazie a chi non solo lo ha salvato, ma gli ha restituito tutto quello che in un normale pomeriggio di luglio stava per perdere inesorabilmente.

«Era la mezzanotte del 28 luglio quando arrivai al Policlinico. Quel pomeriggio avevo accusato forti dolori alla schiena, poi all’addome e quando arrivai in ospedale capii subito che le mie condizioni erano drammatiche. Ciò che accadde da quel momento non lo ricordo perfettamente. Mi hanno raccontato di essere rimasto in sala operatoria per sette ore, forse anche di più, quando riaprii gli occhi ero in terapia intensiva. In quella stanza ero l’unico sveglio in mezzo ad altri tre pazienti in stato vegetativo. Contavo i secondi guardando le lancette dell’orologio che vedevo di fronte a me, era una sorta di mondo senza tempo scandito solo dai suoni delle macchine che tengono ancorato alla vita chi finisce su un letto del reparto di terapia intensiva. Eppure, giorno dopo giorno, mi resi conto di quanta professionalità, cura, dedizione, si concentrano in quel reparto. Così come nel reparto di chirurgia vascolare del Policlinico di Messina, dove arrivai una notte per caso e dove un equipe di medici giovani e appassionati mi ha regalato una seconda vita».

E’ la storia di un uomo di 48 anni che svolgeva una vita tranquilla, regolare, in salute. Praticava sport assiduamente, si stava preparando a correre una gara ciclistica a Roma, aveva anche fatto tutta una serie di approfonditi controlli per ottenere il certificato medico agonistico per partecipare a quella gara. E all’improvviso il dramma. Quei dolori sempre più forti, l’arrivo in ospedale, la diagnosi: dissezione aortica. Una grave condizione in cui il tessuto dell’aorta si lacera e che ha un tasso altissimo di mortalità. In urgenza, come accaduto in questo caso, riesce a sopravvivere all’intervento chirurgico solo una persona su dieci. E a fine luglio, nella sala operatoria dell’Uoc di Chirurgia vascolare del Policlinico di Messina è sopravvissuto un uomo che ha deciso di far conoscere la sua storia per raccontare ai messinesi che la buona sanità esiste anche alle nostre latitudini e si coniuga con la dedizione, l’affetto, il rispetto che ha trovato in medici e infermieri dell’equipe che lo ha assistito e curato.

Una squadra giovane, ambiziosa, che vuole portare avanti la scuola di chirurgia vascolare fondata oltre 25 anni fa dal professor Spinelli. A raccontarci cosa c’è dietro camici e mascherine è stato il prof. Filippo Benedetto, che in quell’occasione operò l’uomo che oggi vuole dirgli grazie.

«In quel caso ci trovammo di fronte ad una dissezione aortica acuta di tipo B. In 9 ore di intervento effettuammo una ricostruzione dei tronchi sovra aortici, una riparazione endovascolare dell’aorta toracica e una fenestrazione dell’aorta addominale. Un intervento lungo e complesso come tanti ne facciamo ogni giorno in questa sala operatoria» ci racconta mostrandoci il reparto. La sua “seconda casa” è al sesto piano del Padiglione H del Policlinico di viale Gazzi: «L’U.O.C. di chirurgia vascolare diretta con grande lungimiranza e capacità manageriale dal prof. Maurizio Monaco, effettua ogni anno oltre 1000 interventi chirurgici quasi esclusivamente di chirurgia arteriosa con un parametro di complessità della patologia trattata di 2.6, valore altissimo per una chirurgia vascolare che si annovera così tra i migliori centri italiani» spiega il prof Benedetto. Risultati che l’equipe riesce a raggiungere grazie ad un lavoro di squadra “allargato”: «Il trattamento di patologie complesse che coinvolgono per esempio i tronchi sopraortici, l’aorta toracica e addominale e le ischemie agli arti inferiori è possibile grazie ad una sinergia e un grado di expertice raggiunto con l’equipe anestesiologica guidata dal prof. Antonio David».

Un percorso che, in questi anni, ha già reso il reparto di chirurgia vascolare del Policlinico di Messina vero punto di riferimento per il sud Italia, con il paradosso che probabilmente sono proprio i messinesi a non conoscere realtà importanti e di eccellenza come queste. Ovviamente c’è ancora tanto da fare, ma questa sembra la stessa direzione che per primo aveva intrapreso il fondatore di questa scuola messinese. Ad oggi la continuità di quel progetto è stata sostenuta e incoraggiata dai vertici universitari ed aziendali, in primo luogo dal Magnifico Rettore Prof. Pietro Navarra e dal Direttore generale del Policlinico dott. Marco Restuccia, che hanno creduto e continuano a credere ed investire su un’equipe giovane che si è formata sul campo.

Un lavoro che, grazie all’esperienza di un uomo che in quel luogo ha ritrovato la vita, adesso tutti possono conoscere. Una speranza in più per una città che forse è ricca di eccellenze che aspettano solo di essere svelate.

Francesca Stornante