Il grazie di un uomo alla Chirurgia vascolare del Policlinico: "A Messina esiste la buona sanità"

Il grazie di un uomo alla Chirurgia vascolare del Policlinico: “A Messina esiste la buona sanità”

Francesca Stornante

Il grazie di un uomo alla Chirurgia vascolare del Policlinico: “A Messina esiste la buona sanità”

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mercoledì 20 Gennaio 2016 - 00:31

A fine luglio, nella sala operatoria dell’Uoc di Chirurgia vascolare del Policlinico di Messina, è sopravvissuto un uomo che ha deciso di far conoscere la sua storia per raccontare ai messinesi che la buona sanità esiste anche alle nostre latitudini e si coniuga con la dedizione, l’affetto, il rispetto che ha trovato in medici e infermieri dell’equipe che lo ha assistito e curato.

Una storia drammatica ma con un lieto fine. Una storia che vuole diventare l’occasione per raccontare che a Messina la buona sanità esiste, che ci sono delle eccellenze che meritano di essere conosciute, che ci ha fatto entrare proprio lì dove anche i minuti possono diventare infiniti e allo stesso tempo preziosi, dove la vita guarda in faccia la morte. E’ la storia di un uomo che vuole dire grazie a chi non solo lo ha salvato, ma gli ha restituito tutto quello che in un normale pomeriggio di luglio stava per perdere inesorabilmente.

«Era la mezzanotte del 28 luglio quando arrivai al Policlinico. Quel pomeriggio avevo accusato forti dolori alla schiena, poi all’addome e quando arrivai in ospedale capii subito che le mie condizioni erano drammatiche. Ciò che accadde da quel momento non lo ricordo perfettamente. Mi hanno raccontato di essere rimasto in sala operatoria per sette ore, forse anche di più, quando riaprii gli occhi ero in terapia intensiva. In quella stanza ero l’unico sveglio in mezzo ad altri tre pazienti in stato vegetativo. Contavo i secondi guardando le lancette dell’orologio che vedevo di fronte a me, era una sorta di mondo senza tempo scandito solo dai suoni delle macchine che tengono ancorato alla vita chi finisce su un letto del reparto di terapia intensiva. Eppure, giorno dopo giorno, mi resi conto di quanta professionalità, cura, dedizione, si concentrano in quel reparto. Così come nel reparto di chirurgia vascolare del Policlinico di Messina, dove arrivai una notte per caso e dove un equipe di medici giovani e appassionati mi ha regalato una seconda vita».

E’ la storia di un uomo di 48 anni che svolgeva una vita tranquilla, regolare, in salute. Praticava sport assiduamente, si stava preparando a correre una gara ciclistica a Roma, aveva anche fatto tutta una serie di approfonditi controlli per ottenere il certificato medico agonistico per partecipare a quella gara. E all’improvviso il dramma. Quei dolori sempre più forti, l’arrivo in ospedale, la diagnosi: dissezione aortica. Una grave condizione in cui il tessuto dell’aorta si lacera e che ha un tasso altissimo di mortalità. In urgenza, come accaduto in questo caso, riesce a sopravvivere all’intervento chirurgico solo una persona su dieci. E a fine luglio, nella sala operatoria dell’Uoc di Chirurgia vascolare del Policlinico di Messina è sopravvissuto un uomo che ha deciso di far conoscere la sua storia per raccontare ai messinesi che la buona sanità esiste anche alle nostre latitudini e si coniuga con la dedizione, l’affetto, il rispetto che ha trovato in medici e infermieri dell’equipe che lo ha assistito e curato.

Una squadra giovane, ambiziosa, che vuole portare avanti la scuola di chirurgia vascolare fondata oltre 25 anni fa dal professor Spinelli. A raccontarci cosa c’è dietro camici e mascherine è stato il prof. Filippo Benedetto, che in quell’occasione operò l’uomo che oggi vuole dirgli grazie.

«In quel caso ci trovammo di fronte ad una dissezione aortica acuta di tipo B. In 9 ore di intervento effettuammo una ricostruzione dei tronchi sovra aortici, una riparazione endovascolare dell’aorta toracica e una fenestrazione dell’aorta addominale. Un intervento lungo e complesso come tanti ne facciamo ogni giorno in questa sala operatoria» ci racconta mostrandoci il reparto. La sua “seconda casa” è al sesto piano del Padiglione H del Policlinico di viale Gazzi: «L’U.O.C. di chirurgia vascolare diretta con grande lungimiranza e capacità manageriale dal prof. Maurizio Monaco, effettua ogni anno oltre 1000 interventi chirurgici quasi esclusivamente di chirurgia arteriosa con un parametro di complessità della patologia trattata di 2.6, valore altissimo per una chirurgia vascolare che si annovera così tra i migliori centri italiani» spiega il prof Benedetto. Risultati che l’equipe riesce a raggiungere grazie ad un lavoro di squadra “allargato”: «Il trattamento di patologie complesse che coinvolgono per esempio i tronchi sopraortici, l’aorta toracica e addominale e le ischemie agli arti inferiori è possibile grazie ad una sinergia e un grado di expertice raggiunto con l’equipe anestesiologica guidata dal prof. Antonio David».

Un percorso che, in questi anni, ha già reso il reparto di chirurgia vascolare del Policlinico di Messina vero punto di riferimento per il sud Italia, con il paradosso che probabilmente sono proprio i messinesi a non conoscere realtà importanti e di eccellenza come queste. Ovviamente c’è ancora tanto da fare, ma questa sembra la stessa direzione che per primo aveva intrapreso il fondatore di questa scuola messinese. Ad oggi la continuità di quel progetto è stata sostenuta e incoraggiata dai vertici universitari ed aziendali, in primo luogo dal Magnifico Rettore Prof. Pietro Navarra e dal Direttore generale del Policlinico dott. Marco Restuccia, che hanno creduto e continuano a credere ed investire su un’equipe giovane che si è formata sul campo.

Un lavoro che, grazie all’esperienza di un uomo che in quel luogo ha ritrovato la vita, adesso tutti possono conoscere. Una speranza in più per una città che forse è ricca di eccellenze che aspettano solo di essere svelate.

Francesca Stornante

16 commenti

  1. serconti@glauco.it 20 Gennaio 2016 07:14

    confermo tutto. Il prof. Filippo Benedetto è un concentrato di professionaità e umanità. E’ un fulgido esempio del “prendersi cura” del paziente. E’ una risorsa straordinaria per la sanità messinese.

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  2. serconti@glauco.it 20 Gennaio 2016 07:14

    confermo tutto. Il prof. Filippo Benedetto è un concentrato di professionaità e umanità. E’ un fulgido esempio del “prendersi cura” del paziente. E’ una risorsa straordinaria per la sanità messinese.

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  3. Bravi. E non è l’unica eccellenza degli, ormai, due ospedali di Messina. La cosa, purtroppo, non assurda e che c’è più di qualcuno che va verso gli ospedali di catania (come se fosse il centro della medicina mondiale). Ma, ahimè, so di che pasta sono fatti anche lì. Non assurda, perchè la distruzione della sanità a Messina è stata imposta dal duo “Bianco-Orlando” a tutto vantaggio dell’economia delle due città di CT e PA, perchè tutti sappiamo quanti soldi girano con la sanità (diretti e indotto).

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  4. Bravi. E non è l’unica eccellenza degli, ormai, due ospedali di Messina. La cosa, purtroppo, non assurda e che c’è più di qualcuno che va verso gli ospedali di catania (come se fosse il centro della medicina mondiale). Ma, ahimè, so di che pasta sono fatti anche lì. Non assurda, perchè la distruzione della sanità a Messina è stata imposta dal duo “Bianco-Orlando” a tutto vantaggio dell’economia delle due città di CT e PA, perchè tutti sappiamo quanti soldi girano con la sanità (diretti e indotto).

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  5. L’equipe di terapia intensiva della chirurgia vascolare,insieme al prof. Benedetto meriterebbero ogni giorno un encomio. L’amore,la passione che mettono in ogni paziente che incontrano è fuori dal comune…che abbia 20 anni o 84 anni!
    Hanno strappato dalla morte il mio dolce nonnino per due volte e nonostante avesse i suoi 84 anni,hanno creduto che quell’intervento andava fatto,seppure con numerosi rischi…12 ore di sala operatoria,più di 25 giorni di terapia intensiva e ogni giorno,nonostante i valori non erano favorevoli per la sua ripresa e lui non mostrava volontà, tutto il personale non ha mai mollato, dando a lui un motivo in più per continuare a lottare e a noi, che lo guardavamo dietro un vetro, ogni giorno un motivo in più per

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  6. L’equipe di terapia intensiva della chirurgia vascolare,insieme al prof. Benedetto meriterebbero ogni giorno un encomio. L’amore,la passione che mettono in ogni paziente che incontrano è fuori dal comune…che abbia 20 anni o 84 anni!
    Hanno strappato dalla morte il mio dolce nonnino per due volte e nonostante avesse i suoi 84 anni,hanno creduto che quell’intervento andava fatto,seppure con numerosi rischi…12 ore di sala operatoria,più di 25 giorni di terapia intensiva e ogni giorno,nonostante i valori non erano favorevoli per la sua ripresa e lui non mostrava volontà, tutto il personale non ha mai mollato, dando a lui un motivo in più per continuare a lottare e a noi, che lo guardavamo dietro un vetro, ogni giorno un motivo in più per

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  7. erano favorevoli per la sua ripresa e lui non mostrava volontà, tutto il personale non ha mai mollato, dando a lui un motivo in più per continuare a lottare e a noi, che lo guardavamo dietro un vetro, ogni giorno un motivo in più per crederci.
    Sempre attenti e gentili,pronti a rispondere a qualsiasi nostro dubbio o preoccupazione. Mai una parola di troppo o una risposta scortese. Lì si lotta davvero tra la vita e la morte, e il filo che lega ogni paziente ai medici è davvero unico.
    Le notti in bianco del prof. Benedetto accanto al nonno,a vegliare ogni suo minimo respiro…questo non è solo lavoro. È amore!

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  8. erano favorevoli per la sua ripresa e lui non mostrava volontà, tutto il personale non ha mai mollato, dando a lui un motivo in più per continuare a lottare e a noi, che lo guardavamo dietro un vetro, ogni giorno un motivo in più per crederci.
    Sempre attenti e gentili,pronti a rispondere a qualsiasi nostro dubbio o preoccupazione. Mai una parola di troppo o una risposta scortese. Lì si lotta davvero tra la vita e la morte, e il filo che lega ogni paziente ai medici è davvero unico.
    Le notti in bianco del prof. Benedetto accanto al nonno,a vegliare ogni suo minimo respiro…questo non è solo lavoro. È amore!

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  9. mah..eccellenza in citta’,io con mio padre…fra papardo e policlinico…ho vissuto l’inferno…quindi la penso in maniera contraria..; Mio padre per non portarlo in terapia intensiva..( sostenevono che non c’erano posti..)dopo un interverto per rimuovere un tumore al cervelletto, al policlinico..( in ogni caso a seguito di perizia medica, ci e’ stato detto che mio padre non andava toccato..e/o operato..) ha contratto un batterio..poi divenuto fatale..alias decesso di mio padre…quindi..io tutte queste eccellenze..in citta’ non li vedo..tranne qualche eccezione…

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  10. mah..eccellenza in citta’,io con mio padre…fra papardo e policlinico…ho vissuto l’inferno…quindi la penso in maniera contraria..; Mio padre per non portarlo in terapia intensiva..( sostenevono che non c’erano posti..)dopo un interverto per rimuovere un tumore al cervelletto, al policlinico..( in ogni caso a seguito di perizia medica, ci e’ stato detto che mio padre non andava toccato..e/o operato..) ha contratto un batterio..poi divenuto fatale..alias decesso di mio padre…quindi..io tutte queste eccellenze..in citta’ non li vedo..tranne qualche eccezione…

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  11. GRAZIE PROF. BENEDETTO E LA SUA EQUIPE. Il giorno 24 novembre 2015 è arrivato in elicottero mio nonno di 89 anni (compiuti in terapia intensiva) con aorta addominale curva e dilatata di 8.4, la sua vita ormai era appesa ad un filo, ma lei dopo 10 ore di intervento è riuscito a farcelo godere ancora e sta benissimo. Non scorderemo mai la Sua gentilezza nel parlare e la sua dedizione al lavoro. GRAZIE GRAZIE GRAZIE

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  12. GRAZIE PROF. BENEDETTO E LA SUA EQUIPE. Il giorno 24 novembre 2015 è arrivato in elicottero mio nonno di 89 anni (compiuti in terapia intensiva) con aorta addominale curva e dilatata di 8.4, la sua vita ormai era appesa ad un filo, ma lei dopo 10 ore di intervento è riuscito a farcelo godere ancora e sta benissimo. Non scorderemo mai la Sua gentilezza nel parlare e la sua dedizione al lavoro. GRAZIE GRAZIE GRAZIE

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  13. Un grazie a tutti coloro che operano con professionalità,serietà,spirito di abnegazione nel silenzio nonostante le difficoltà giornaliere.
    GRAZIE di cuore

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  14. Un grazie a tutti coloro che operano con professionalità,serietà,spirito di abnegazione nel silenzio nonostante le difficoltà giornaliere.
    GRAZIE di cuore

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  15. Confermo,l’equipe della chirurgia vascolare è formata da medici competenti umani ed empatici,ho avuto modo di vederli lavorare sul campo ,in quanto quattro anni fa hanno operato mio marito purtroppo non ce l’ha fatta ma so che nel mese in cui è stato in terapia intensiva nulla di intentato è stato lasciato

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  16. Confermo,l’equipe della chirurgia vascolare è formata da medici competenti umani ed empatici,ho avuto modo di vederli lavorare sul campo ,in quanto quattro anni fa hanno operato mio marito purtroppo non ce l’ha fatta ma so che nel mese in cui è stato in terapia intensiva nulla di intentato è stato lasciato

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