Nastri d’Argento 2011: il trionfo di Nanni Moretti

Nastri d’Argento 2011: il trionfo di Nanni Moretti

Nastri d’Argento 2011: il trionfo di Nanni Moretti

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martedì 28 Giugno 2011 - 06:20

Con “Habemus Papam”, il regista di Brunico si è aggiudicato sei premi su sette nomination

Alla fine l’ha spuntata lui. Nessuna sorpresa, per carità. Da giorni, nella magica aria taorminese che da poco aveva salutato la prima parte dell’annuale festival del cinema, si respirava odore di vittoria. E, puntuale, sabato sera è arrivata la consegna: “Hamebus Papam” e Nanni Moretti hanno fatto incetta di riconoscimenti, sei su sette nomination: miglior regia, miglior film, miglior produttore (lo stesso Moretti e Domenico Procacci), miglior fotografia, scenografia e costumi.
Del resto, oramai, Moretti è un habitué di Taormina. Quelli di “Habemus Papam” sono soltanto gli ultimi riconoscimenti in ordine cronologico ottenuti dal regista di Brunico; dopo aver vinto la candidatura al miglior soggetto originale nel 1978 per “Ecce Bombo” e nel 1990 per “Palombella Rossa”, il primo Nastro d’Argento come miglior regista del miglior film era arrivato con “Caro Diario”nel 1994, successo bissato nel 2001 con “La stanza del figlio”. Nel 2007, poi, Moretti era stato premiato come miglior produttore per “Il caimano”; da allora sono passati quattro anni, sufficienti per girare un film che gli ha permesso di fare incetta di premi con un film che, come accade sempre con Moretti, aveva suscitato polemiche prima ancora di essere distribuito nelle sale: la storia del Papa – di un uomo, in fondo, come tutti noi – che, al momento della proclamazione, viene colto da una grave crisi di panico, al punto da spingere i cardinali a chiamare uno psicoanalista per farlo visitare e capire cosa gli sia successo.
A Moretti – lo abbiamo appurato nel corso di questi decenni – non manca certo il coraggio di affrontare certi temi e di portare sullo schermo storie e personaggi non facili: come dimenticare la rappresentazione di Silvio Berlusconi nel “Caimano”. Adesso – sebbene non fosse la prima volta: basta ricordare “La messa è finita” del 1985 – Moretti porta sullo schermo un’altra istituzione, quella Chiesa che avrebbe potuto rappresentare in mille modi polemici, ma che, in realtà, è soltanto il teatro di un dramma nient’altro che umano.
Si può dire tutto di questo regista. Il suo cinema, le sue idee possono piacere o non piacere. Ma questo ulteriore riconoscimento, proveniente dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani, attesta una verità ineccepibile: che Nanni Moretti rappresenta un pilastro indiscusso del nostro cinema contemporaneo.

(ENRICO ANASTASI)

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