La beffa del certificato di laurea in inglese

La beffa del certificato di laurea in inglese

La beffa del certificato di laurea in inglese

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venerdì 10 Settembre 2010 - 13:46

Salve, vorrei segnalare l’ennesima inefficienza tipica della nostra città (Messina).

Ho avuto la necessità, nei giorni scorsi, di rivolgermi alla segreteria della facoltà di scienze politiche di Messina per richiedere il rilascio di un certificato di laurea in inglese, attestante, tra l’altro, le materie sostenute durante la carriera universitaria. “Mi dispiace – mi dice l’impiegata, comunque gentile e disponibile come sempre (forse un po’ vittima del sistema anche lei) – ma non siamo abilitati al servizio. Deve andare al comune oppure al tribunale”. Armata di molta pazienza mi reco verso palazzo Zanca, chiedo all’URP e al front office lì accanto, ma di questo servizio nessuna notizia. Senza perdermi d‘animo m’incammino verso palazzo Piacentini dove m’informano che per avere questo certificato devo portare copia del documento già tradotto e due marche da bollo, una di € 14,62 e l’altra di € 3,54. Il giorno dopo, puntuale ritorno al tribunale, percorro il corridoio di sinistra, poi giro a destra e consegno il tutto. Finalmente ce l’ho fatta, penso soddisfatta e ignara, ma il cancelliere, dopo aver semplicemente timbrato il documento e attaccato le marche mentre mi consegna il documento mi chiede: “Signorina ma questo documento lo deve presentare all’estero?” e io: -No al comune di caropepe… ovvio che si!-. -Ma allora – replica il cancelliere – deve salire su al secondo piano alla procura della repubblica. Ha bisogno di un’altra firma!- Non ci volevo e potevo credere, sembrava di essere protagonista di una barzelletta, cosa che me ne dovevo fare di un certificato in inglese in Italia? Nuovamente armata, questa volta avrei voluto anche di altro, di abbondante pazienza, salgo le scale e mi ritrovo davanti alle porte dell’ufficio che cercavo. Gli impiegati mi chiedono quale sia lo stato in cui il certificato doveva essere presentato… Vistosamente alterata, ma comunque ancora composta, rispondo che deve essere allegato ad un curriculum da presentare in vari stati, europei e non. -Non è possibile – mi sento replicare – ogni stato ha un proprio protocollo, mi dispiace ma me li deve specificare!- A quel punto mi sono arresa, me ne sono andata sconfitta e in silenzio, salutando ovviamente… E pensare che a Roma lo rilascia direttamente la segreteria dell’università, gratuitamente, in tempo reale e con le valutazioni e i parametri internazionali, con un solo click!

Giusy Sciliberto

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