La lettera di un lettore: Messina città senza speranza?

La lettera di un lettore: Messina città senza speranza?

La lettera di un lettore: Messina città senza speranza?

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domenica 10 Maggio 2009 - 23:51

Emanuele Ferrara, nostro concittadino residente a Prato

Gentile Direttore,

chi Le scrive è un messinese residente ormai da molti anni in Toscana, e come tanti particolarmente legato alla sua città natale, una città sfortunata e mortificata. Apprezzo molto il Suo giornale che segnala quotidianamente l’inerzia, e l’abbandono di molte zone della nostra Messina, una città che non riesce ad alzare la schiena, e che vive di effimero e di apparenza. Sono trascorsi 100 anni da quel terribile giorno che la vide completamente distrutta, ma 100 anni non sono bastati a ricostruire un tessuto sociale e culturale avanzato,100 anni non sono stati sufficienti a far rinascere veramente la città. Non sto qui ad elecarLe quali e quanti siano i problemi che affliggono ormai da decenni la città di Messina, ma credo che oggi i messinesi onesti e disinteressati non possono più accettare giri di parole e promesse mai mantenute. In Sicilia ed a Messina in particolare è quasi certo che non cambierà mai nulla ed il Meridione d’Italia rimarrà ancora per molti anni la cassaforte del qualunquismo. Spetta pertanto agli onesti ed ai più illuminati, promuovere un’azione politica che rompa definitivamente questa cappa di indifferenza. Ma perchè viene sempre premiata una classe politica che ci mantiene nel sottosviluppo? Una spiegazione teorica sta nel fatto che in Sicilia la politica non opera indirizzando il sistema verso gli investimenti e lo sviluppo, bensì esclusivamente verso il consenso, con una pratica semplicemente distributiva. Da noi non ci sono -diritti e doveri-, ma -favori e scambi-. Quando i siciliani vanno a votare pensano sempre a chi offre loro di più, non pensano affatto agli interessi generali della regione. Ecco cosa succede ormai da molti anni in Sicilia, ed ecco perchè in Sicilia, rispetto alle grandi risorse che entrano non si crea mai occupazione. Tutto ciò non può che alimentare il bisogno e la precarietà, elementi indispensabili per mantenere inalterato il bacino elettorale. In questo contesto socio-economico, si infiltra la mafia, che trova il terreno fertile e adatto alle sue capacità espansive. Ecco, sono questi semplici concetti che andrebbero spiegati ai cittadini. Per quanto concerne la nostra Messina, penso ad una città che ponga al centro della sua rinascita -il Lavoro- con la ripresa della cantieristica navale, con il risanamento dei quartieri destinando molte aree al verde pubblico attrezzato e creando luoghi di svago per bambini e anziani, promuovendo una politica nuova e lungimirante che sappia guardare al futuro dei nostri giovani, sviluppando il settore turistico alberghiero che se dotato delle necessarie infrastrutture, potrebbe essere una grande fonte di benessere per tutto il territorio. Messina in questi ultimi decenni sta vivendo un lungo processo di recessione che oltre a colpire tutte le aree dell’economia reale, mortifica e affievolisce sempre di più il morale delle nuove generazioni.

Siamo per numero di abitanti la tredicesima città d’Italia, ma sicuramente per senso civico, innovazione tecnologica, crescita culturale e servizi, siamo purtroppo fra le ultime città del Pese. Molto di tutto questo è avvenuto e continua ad avvenire tra l’indifferenza e l’incompetenza di chi ci amministra. I nostri cervelli scappano da Messina, non trovando le giuste opportunità di lavoro. In questa sistuazione di grande sconforto la vicenda politica ben si configura a modello dello stato in cui versa la città. Tutti aspettano che altri risolvano i nostri problemi, ma una domanda è lecita: chi può risolvere i nostri problemi se non noi stessi? E allora perchè non confidare sulla benigna natura e sul nostro splendido mare per rilanciare con ferma convinzione un -grande progetto di sviluppo- che faccia di Messina uno dei più grandi porti turistici del Mediterraneo? Perchè non fare di Messina la Rimini del Sud? Perchè non creare le condizioni che rendano compatibili le vocazioni di un porto commerciale e di un porto turistico con le occasioni di riqualificazione urbana e ambientale della città? A volte nella storia sono bastate poche idee per accendere una speranza, ma la riuscita di un progetto del genere sono indispensabili due fattori: -la competenza e l’onestà-, virtù ahimè molto rare nell’attuale classe politica messinese. Nel ringraziarLa per l’attenzione che vorrà dare alla presente, mi è gradito porgerLe i miei più cordiali saluti.

Emanuele Ferrara da Prato

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