La richiesta ad Accorinti e Barrile: istituire il Registro per il Testamento Biologico

La richiesta ad Accorinti e Barrile: istituire il Registro per il Testamento Biologico

La richiesta ad Accorinti e Barrile: istituire il Registro per il Testamento Biologico

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martedì 08 Ottobre 2013 - 07:39

L’onlus “Mariella Bivona”, associazione per sostenere la ricerca scientifica in campo oncologico, scrive al sindaco ed alla presidente del Consiglio comunale. “Si tratta – scrive il presidente dell’associazione, Franco Martino – di un irrinunciabile strumento di civiltà per dare ai cittadini la possibilità di esprimere la propria volontà”

Si chiama Registro Comunale delle Dichiarazioni Anticipate di Volontà e riguarda il cosiddetto Testamento Biologico. La Dav è stata introdotta negli Stati Uniti d’America nel 1991 (Living Will) ed è in vigore nella maggior parte degli Stati Europei. Nel nostro Paese, l’art.32 della Costituzione recita “nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”.

L’onlus “Mariella Bivona”, associazione per sostenere la ricerca scientifica in campo oncologico, ha scritto al sindaco Accorinti ed alla presidente del Consiglio comunale, Barrile, per chiedere di provvedere all’istituzione del Registro.

“Si tratta – scrive il presidente dell’associazione, Franco Martino – di un irrinunciabile strumento di civiltà per dare ai cittadini la possibilità di esprimere la propria volontà in ordine alle cure mediche, nel caso in cui una malattia o un trauma lo impediscano a causa di danni cerebrali. Il vuoto legislativo che al momento si registra, non avendo ancora il Parlamento legiferato, rende ancor pìù necessaria la creazione del registro D.A.V. così potendo fornire ai cittadini un servizio che riguarda un’importantissima fase della vita, durante la quale spesso sia la famiglia, che il personale medico sanitario agiscono senza conoscere la reale volontà della persona interessata”.

E’ un passo che hanno compiuto già alcune città italiane e l’associazione chiede che Messina si aggiunga tra le prime per il riconoscimento “di questo importantissimo diritto. L’impegno di spesa – conclude Martino – è più che modesto e le unità di personale da utilizzare sono limitate”.

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