Il fondatore della società giallo-viola sui piani futuri rallenta: “Le spese sono tante cerchiamo supporto in amministrazione e imprenditoria locale perché siamo una realtà che aiuta i giovani e reinveste sul territorio”
MESSINA – Con la stagione chiusa da poco, ma la salvezza ottenuta tempo fa, il Castanea Basket non viaggia spedito a programmare la prossima stagione sportiva perché il campionato di serie B Interregionale è a rischio. Ha dichiarato così Filippo Frisenda, fondatore e dirigente gialloviola, che nella giornata di martedì ha ricevuto la visita del presidente del consiglio comunale Nello Pergolizzi. “Sono orgoglioso quando qualcuno – spiega Frisenda – viene a guardare i lavori che stiamo portando avanti, il presidente Pergolizzi ha visto e percepito l’impegno che mettiamo”.
Un impegno e un lavoro in un quartiere difficile e con tanti ragazzi, tra cui anche migranti e persone diversamente abili, che è messo a rischio dai costi importanti a cui far fronte tra anche le difficoltà di avere un palazzetto in gestione al cui interno non si può giocare. In particolare Frisenda vorrebbe che l’amministrazione e l’imprenditoria locale supportino di più le attività della prima squadra perché viste come ritorno economico sul territorio, atleti che vengono da fuori e restano a Messina e squadre avversarie che traghettano e pernottano in città, ma soprattutto una “valvola di sfogo” per quei giovani che hanno un luogo in cui raccogliersi e un obiettivo a cui mirare, ovvero la prima squadra in serie B.
Frisenda quali sono ora i piani per il futuro del Castanea?
“In questo momento è tutto fermo e colgo l’occasione per comunicare che la società è ferma perché deve capire se riuscirà a iscriversi nuovamente in serie B. Dobbiamo capire se amministrazione e imprenditoria locale ci sostengono, abbiamo dimostrato di poter fare bene ma c’è bisogno del sostegno. Non ho intenzione di mollare ed è il messaggio che do ai ragazzi e ai tifosi, stiamo parlando un po’ con diversi interlocutori per trovare sostegno. In tutto quello che facciamo serve l’obiettivo che deve essere la prima squadra per i nostri ragazzi”.
Resta la questione di avere l’impianto in gestione dove non giocate.
“Noi gestiamo un impianto in cui investiamo risorse e poi andiamo a giocare in un altro impianto. C’è la difficoltà logistica perché giocavamo sempre fuori casa rispetto a dove ci allenavamo. La società si ritrova a gestire un impianto per gli altri e a seguito dei lavori fatti chiederemo agli uffici competente a giocare la serie B qui. Ho visto in giro impianti più piccolini e fatiscenti e non capisco perché non si possa trovare una deroga per giocare una serie B qui”.
Quanto costa il vostro campionato?
“In serie B ogni tesseramento senior costa 4mila euro a queste si aggiungono spese di stipendi, trasferte, vitto e alloggio, diventa una cifra importante. Chiediamo un investimento ad una città metropolitana di 250mila abitanti in cui abbiamo marchi, brand e aziende con fatturati importanti. Nessuno obbliga nessuno ma chiediamo di investire su una realtà che rinveste sul territorio e soprattutto la possibilità, per l’impresa, di recuperare l’investimento. Ad esempio noi essendo gestori di impianto abbiamo il credito d’imposta a cui si può accedere. Abbiamo bisogno di essere scoperti o che l’amministrazione ci metta in contatto”.
