La Dia di Messina sequestra villa di lusso e altri beni a Vincenzo Galati Rando. VIDEO

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Marco Ipsale

La Dia di Messina sequestra villa di lusso e altri beni a Vincenzo Galati Rando. VIDEO

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giovedì 04 Febbraio 2021 - 12:35

Coinvolto nell'operazione "Mare Nostrum" e in giri di prostituzione e usura

Una villa di lusso a Torrenova e altre disponibilità finanziarie. La Direzione investigativa antimafia di Messina le ha sequestrate a Vincenzo Galati Rando, pregiudicato di Tortorici condannato nell’operazione “Mare Nostrum”, affiliato all’associazione del collaboratore di giustizia Orlando Galati Giordano. Proprio Galati Giordano ha detto che Galati Rando si occupava delle estorsioni a Castell’Umberto.

Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia

Altri collaboratori di giustizia hanno confermato il ruolo di Galati Rando in seno all’associazione mafiosa tortoriciana: Anello Ruggero ha detto che Galati Rando era stato delegato ad acquisire informazioni su alcuni appartenenti ai Bontempo Scavo, in particolare dopo l’omicidio di Luigi Galati Giordano; invece Nicolò Pezzino aveva ribadito che Galati Rando aveva il ruolo di “esattore” delle estorsioni agli imprenditori e che, nel 1991, era sfuggito a un attentato in cui era rimasto ucciso un giovane che gli somigliava. Quell’omicidio, secondo un altro collaboratore, Giuseppe Cipriano, era stato disposto dal clan dei Bontempo, perché Galati Rando era esponente importante del clan contrapposto, capeggiato da “Ninu u ‘ssuntu”.

Da ultimo, le conferme da parte di altri collaboratori di giustizia che all’epoca ruotavano nel clan dei Batanesi: Carmelo Barbagiovanni lo individua come gestore di un’impresa edile di Rocca di Caprileone che favoriva i Batanesi; Giuseppe Marino Gammazza lo identifica come persona che segnalava i cantieri da sottoporre poi a estorsione.

Prostituzione e usura

Galati Rando è risultato coinvolto anche nella gestione del giro di prostituzione in tre frequentati locali, “mascherati” da circoli privati: il “Dubai Night Club” di Caronia e il “Dolce Vita” e il “Deja Vu” di Torrenova.

Nell’”Operazione Pecunia”, invece, Galati Rando era coinvolto, insieme ad altri, in un giro di usura.

Profitti illeciti

Nel tempo, secondo le indagini della Dia, sarebbe riuscito “ad incrementare il suo patrimonio attraverso il reimpiego di profitti illeciti verosimilmente provenienti dai fatti penali, per alcuni dei quali è stato già condannato, pur non avendo redditi ufficiali proporzionati”.

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