"La Banda del Bosco" è stato realizzato all'interno della Cartoon School da studenti delle quinte classi primarie e studenti delle medie
MESSINA – Per il secondo anno consecutivo l’Istituto Comprensivo Enzo Drago di Messina ha fatto provare l’esperienza dell’animazione ai propri studenti. La scuola della dirigente Virginia Ruggeri infatti ha permesso agli studenti della quinte classi primarie, una quarantina di ragazzi, più alcuni ragazzi della secondaria, altri trentacinque circa, di vivere una settimana di formazione e poi pratica dell’animazione a metà febbraio.
Nella giornata di martedì, presso il Cinema Lux – Largo Seggiola, si è tenuta la proiezione del cortometraggio “La Banda del Bosco” a conclusione del progetto Cartoon School con la visione oltre che del corto di sei minuti del backstage. Nei cinque giorni del progetto i ragazzi sono stati impegnati innanzitutto nella scrittura del soggetto, poi nella divisione tra chi ha creato graficamente i personaggi disegnandoli e i musicisti che invece hanno realizzato la colonna sonora e curato tutta la parte rumoristica. Alcuni di loro poi hanno dato la voce ai personaggi doppiandoli.
“Un piccolo tassello di un progetto molto più grande”, lo definisce la responsabile scientifica Laura Marino. “Piccole Lanterne Magiche 2” è il contenitore più grande, finanziato dal Ministero dell’Istruzione e il Ministero della Cultura, a sua volta all’interno del grande progetto Cinema per la Scuola. Alla manifestazione, che si è aperta con i saluti portati dell’assessora alle Politiche Giovanili Liana Cannata, hanno preso parte la Dirigente Scolastica, Prof.ssa Virginia Ruggeri, la referente del progetto, prof.ssa Laura Marino, Mirko Fabbreschi di Cartoon School dell’Associazione Koete, e le professoresse Nancy Antonazzo e Silvia Messina dell’Associazione Terremoti di Carta, partner preziosi nella realizzazione del percorso.
Le dichiarazioni dei professori
Così la dirigente dell’istituto Virginia Ruggeri: “Un progetto rivolto principalmente ai bambini, per far capire loro cosa vuol dire cinema e cosa c’è dietro. Gli studenti si sono impegnati tantissimo in tutte le fasi, hanno fatto un’esperienza molto produttiva e avrà una ricaduta non solo sul video finale, ma sulle loro vite e la loro percezione di uno schermo. Inoltre si rendono conto che il lavoro a scuola non resta in quelle quattro mura, ma uscire da lì, essere apprezzato e li mette a confronto con altre realtà”.
Laura Marino, responsabile scientifico del progetto: “Si è iniziato con la formazione per docenti e ragazzi, l’educazione all’immagine e proponendo la visione in sala. La Cartoon School poi ha permesso ai ragazzi di sviluppare competenze importanti che non si riescono a fare nella normale didattica e li ha resi protagonisti nel processo di ideazione e realizzazione di un cartone animato. Avevano un tema, quello dell’inclusione, e da questo i ragazzi hanno sviluppato l’idea costruendo poco a poco la sceneggiatura, i personaggi che poi hanno disegnato e a cui hanno prestato la loro voce doppiandoli. Hanno anche creando la musica e i suoni, con la colonna sonora e i rumori”.
Il personaggio Mirko Fabbreschi
Mirko Fabbreschi si definisce “un incosciente”. Musicista, compositore di colonne sonore per cinema e tv da 30 anni con il gruppo di lavoro che si chiama Raggi Fotonici, realizza anche sigle di cartoni animati per Rai Cartoon Network e presta la sua voce al doppiaggio, che pratica da 20 anni, per esempio è la voce di Telespalla Bob nei Simpson e quando canta di Gumball.
In particolare Mirko Fabbreschi ha spiegato così il lavoro svolto in questo progetto a Messina: “Cartoon School è una vera e propria metodologia didattica che impiega proprio l’animazione come il linguaggio, come direbbero quelli bravi, ipermediale. Unisce tante forme di comunicazione, la narrazione, la letteratura, la musica, il disegno, la tecnologia per raccontare qualcosa, noi abbiamo voluto raccontare il valore della solidarietà e l’abbiamo fatto usando appunto il linguaggio dell’animazione, solitamente i ragazzi sono un po’ soggetti passivi dell’animazione, che sia un videogioco e quindi l’animazione 3D o l’animazione tradizionale, quella televisiva, li abbiamo voluti rendere strumenti attivi alfabetizzandoli a questo linguaggio e chiaramente la risposta è sempre clamorosa e sorprendente”.
