L'imbarcazione dell'armatrice Piera Belpanno conquista il terzo posto del Trofeo Salina, a bordo nella giornata finale anche le nostre telecamere
MESSINA – Un’esperienza da sogno andare in barca a vela che tutti, specie i siciliani, dovrebbero provare. Grazie all’ospitalità del team Ursula Diciotto Dieci e la collaborazione del comitato gara della Eolian Cup organizzata dallo Yacht Club Capo d’Orlando anche Tempostretto è stato letteralmente in gara nelle giornata conclusiva a stretto contatto con partecipanti, equipaggi e lo loro rispettive imbarcazioni. Qui i risultati della quarta edizione e le dichiarazioni di organizzatori e vincitori.
In particolare sull’imbarcazione dell’armatrice Piera Belpanno, la “Parisienne” con il team che la manovrava “Ursula DiciottoDieci”. La prova degli “orange”, ormai riconoscibili dalle magliette ma che hanno fatto breccia in questo mondo regalando sorrisi, simpatia e una buona dose di follia positiva, è stata anche discreta considerando che l’equipaggio si è ritrovato insieme dopo comunque poche regate e l’imbarcazione era alla sua prima uscita sportiva e affiliata con la Lega Navale Italiana di Milazzo, anche se l’equipaggio è composto prevalentemente da messinesi.

Terzo posto nella categoria di appartenenza la Gran Crociera e un ottimo avvio, venerdì, nella prima giornata piazzandosi bene nella regata a bastone. Nella seconda giornata di regate, ancora a bastone attendendo il vento al pomeriggio, altre tre prove, di cui una annullata per caduta del vento proprio quanto sul finale la Parisienne, che era riuscita a gestire alla grande il poco vento, stava per tagliare il traguardo in prima posizione. Ce la racconta così, dal ponte della Parisienne, il tailer Merlino: “Sono uscite fuori le potenzialità dei nostri atleti e la bravura del nostro skipper Luigi Minissale che ha un’esperienza decennale ed è il maestro su questa imbarcazione. Noi cerchiamo di coadiuvarlo e siamo riusciti ad ottenere il terzo posto, nonostante ci fossero altre barche più performanti”.
Ursula Diciotto Dieci e il suo equipaggio
Resta il rammarico perché si poteva migliorare il piazzamento ma per il team Ursula Diciotto Dieci l’importante non era vincere ma ritrovarsi tutti insieme. Lo skipper Luigi Minissale è autorevole sulla barca e con la testa spesso alle prossime manovre, durante la cena degli equipaggi il sabato studiava il vento per la giornata conclusiva della domenica. Il timoniere Alessandro D’Angelo, nonché marito dell’armatrice, è il collante di questo gruppo che ha messo insieme. Seguono i randisti, ovvero coloro che si occupano della randa, la grande vela sull’albero maestro, Antonio “Pippo” Merlino e Francesco Risitano, il primo potremmo definirlo un lupo di mare con tanta esperienza e tanta generosità, il secondo era il membro più giovane del gruppo, appassionatosi di vela e pronto ad imparare. Infine i tailer, coloro che si occupano di manovrare il fiocco, la vela posizionata a prua, c’erano Domenico La Fauci silenzioso ma anche lui grande uomo squadra e di lavoro e i due “chef” a bordo, Antonello Morisciano e Giovanni Rotella, sempre pronti a deliziare i compagni.

Un equipaggio, sempre parafrasando le parole di Merlino, che “è composto da neofiti”, gente a cui piace stare assieme e che compete per passione soprattutto nel mare e nella vela d’altura. “Ci troviamo in questo momento – prosegue Merlino – in un paradiso (l’isola di Salina, ndr), ne approfittiamo per fare i turisti e fare un bagno, molti dell’equipaggio si sono dati ai tuffi acrobatici. Questo è un gruppo che si unisce in questi tipi di eventi, rinsaldiamo la nostra amicizia e anche se durante la regata ci possono essere momenti in cui lo stress può far reagire in maniera sconveniente finisce tutto bevendo e mangiando insieme”.
Il team “Ursula Diciotto Dieci” nasce dall’idea di Alessandro D’Angelo, un militare protagonista purtroppo pure di un attentato. La data era il 18 ottobre e in quella stessa data lui si è sposato con Piera Belpanno, l’armatrice della Parisienne. La prima imbarcazione si chiamava Ursula Diciotto Dieci, si è voluto mantenere il nome per il team e tenere anche quello della nuova imbarcazione la “Parisienne”, una Hanse 400. Un’imbarcazione che serve per stare in un clima familiare, come si è da subito respirato a bordo, ma che un po’ tutto l’equipaggio, senza dirlo troppo forte, vorrebbe potenziare per provare anche sportivamente a raggiungere quel livello che in quanto a simpatia e star bene insieme è insuperabile.
