Incentivi al Cas liquidati "a loro insaputa". Ecco i particolari di Tekno 2

Incentivi al Cas liquidati “a loro insaputa”. Ecco i particolari di Tekno 2

Alessandra Serio

Incentivi al Cas liquidati “a loro insaputa”. Ecco i particolari di Tekno 2

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giovedì 13 Aprile 2017 - 00:16

Ecco come i dirigenti del Cas avevano stravolto le norme sugli incentivi progettuali, rendendo "criminogeno" un accorgimento introdotto per far risparmiare la pubblica amministrazione. E coinvolgendo ignari dipendenti. Il dettaglio dei sequestri.

Settanta lavori messi in cantiere tra il 2012 e il 2013, da effettuarsi sulla Messina – Catania, Messina Palermo e Catania-Siracusa.-Gela. Nella maggior parte dei casi si è trattato di lavori di somma urgenza. In tutti i casi, di opere di manutenzione, straordinaria o ordinaria, che hanno molto a che vedere con la sicurezza degli automobilisti.

Sono i progetti che il Consorzio ha affidato ai Rup interni, liquidati attraverso gli incentivi progettuali. Per i quali la Dia, due anni fa, ha chiesto al Cas le “pezze d’appoggio” delle spese di liquidazione. Pezze d’appoggio del tutto mancanti, nella maggior parte dei casi. Consistenti in elaborati progettuali di scarsa consistenza, in altri casi, o già effettuati nell’ambito dell’attività ordinaria dei dipendenti, ma pagati anche come straordinari. Non sempre, poi, i cantieri partiti attivavano a compimento.

E’ questo lo sconfortante quadro tracciato da Tekno 2, l’indagine della Procura di Messina sul consorzio che ieri ha portato alla sospensione per 6 dirigenti, il sequestro di beni per altri sei, non più in servizio all’ente di contrada Scoppo perché sospesi per via di precedenti inchieste o perché in pensione.

Alcuni esempi riportati dal Gip Tiziana Leanza nel provvedimento cautelare e di sequestro spiccato su richiesta del pm Stefania LA Rosa e dell’aggiunto Sebastiano Ardita.

Per i lavori di stabilizzazione della frana che incombeva sullo svincolo d Brolo il dirigente Gasapare Sceusa ha firmato il decreto che ha liquidato incentivi per oltre 39 mila euro a Rup, direttore dei lavori, coordinatore della sicurezza e collaboratori tecnici amministrativi, tutti interni al Cas: manca rilevante documentazione riguardante la fase progettuale. Decreto che liquida oltre 36 mila euro di incentivi per la manutenzione straordinaria e il ripristino dell’illuminazione degli svincoli e delle gallerie sulla A18 e la A20: documentazione a supporto assente.

Decreto 189 del 22/11/2012, lavori urgenti e indifferibili per rimuovere le condizioni di pericolo alla sede stradale dell’A20 in seguito al cedimento della scarpata in conseguenza dell’alluvione lungo la tratta Tremestieri- Barcellona: quasi 10 mila euro di incentivi liquidati complessivamente: manca rilevante documentazione riguardante la fase progettuale, la fase esecutiva e quella contabile.

A spingere gli investigatori a bussare alle porte del Cas e verificare gli incentivi liquidati in due anni è stata una conversazione telefonica intercettata nel 2013 in cui gli stessi vertici del Cas si dicono perplessi su come i dirigenti “sfruttino” questo sistema, introdotto per risparmiare. In teoria.

La teoria, o meglio la norma, vorrebbe infatti che in alcuni casi specifici alcune figure richieste per i lavori possano essere individuate all’interno dello stesso ente appaltante, qualora ne abbiano le competenze. A questi può essere in alcuni casi liquidato un incentivo appunto, non superiore ad una certa soglia. Il sistema non può essere adoperato per tutti i tipi di lavoro, e si può applicare per i lavori sotto i 200 mila euro, quelli cioè che possono essere affidati senza gara.

Queste le norme generali, che fissano all’1.50% del totale del ribasso di gara il massimo da liquidare con incentivi, e che non comprendono i lavori di somma urgenza.

Nella pratica del Cas, però, e queste sono le prime anomalie che sottolinea il giudice, è successo che il Consorzio ha “alzato” la soglia al 2%, e non calcolato sul ribasso di gara ma sul totale del lavoro. E che in quasi tutti i casi gli incentivi sono stati liquidati per lavori affidati con somma urgenza, così che non è stato varato bando di gara, malgrado i relativi importi superassero i 200 mila euro.

Quando la Dia si è accorta del lungo elenco di incentivi liquidati senza progetti a sostegno, ha avvisato ben 58 dipendenti, chiamandoli tutti per interrogarli. Ben 51 di loro hanno preferito avvalersi della facoltà di non rispondere.

Soltanto in sette hanno scelto di collaborare con la magistratura.

Raccontando di aver scoperto ex post di essere stati inclusi in progetti ad incentivo, senza neppure averlo mai saputo o senza incarico specifico. E di aver “contribuito”, in tutti quei casi, con attività già svolta ordinariamente, nei normali orari di ufficio, o che avrebbero comunque dovuto svolgere nell’ambito delle loro ordinarie mansioni.

Mi sono accorto che nel Tfr mi erano stato liquidati straordinari per mansioni svolte nelle ore di servizio”, ha detto uno dei dipendenti interrogati.

Alla fine degli accertamenti, il Gip Leanza ha disposto la sospensione dal servizio o dal pubblico ufficio per sei mesi i 6 dipendenti individuati, compreso il sindaco di Montagnareale Anna Sidoti e Stefano Magnisi, attualmente rientrato al Comune di Messina, all'ufficio ragioneria.

Il sequestro preventivo è scattato invece per Carmelo Cigno – fino a 111 mila euro; Lelio Frione – fino a 47 mila euro; Carmelo Indaimo- fino a 67 mila euro; Antonio Lanteri – fino a 60 mila euro; Stefano Magnisi – fino a 34 mila euro; Angelo Puccia – fino 42 mila euro; Gaspare Sceusa – fino a 186 mila euro; Alfonso Schepisi- fino a 143 mila euro; Anna Sidoti-fino a 69 mila euro; Antonio Francesco Spitaleri – fino a 46 mila euro; Antonio Liddino-fino a 38 mila euro; Corrado Magro – fino a 147 mila euro.

Alessandra Serio

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