Le elezioni del Consiglio Metropolitano rischiano di slittare al 20 gennaio 2017

Le elezioni del Consiglio Metropolitano rischiano di slittare al 20 gennaio 2017

Rosaria Brancato

Le elezioni del Consiglio Metropolitano rischiano di slittare al 20 gennaio 2017

Tag:

martedì 25 Ottobre 2016 - 10:56

La motivazione ufficiale è quella burocratica, quella reale è politica. La guerra interna alla maggioranza, la volontà di aspettare l'esito del referendum dietro il possibile slittamento del voto al 20 gennaio 2017

Nei giorni scorsi Tempostretto ha pubblicato le modalità ed i tempi in vista delle elezioni per il Consiglio Metropolitano fissate al 20 novembre (leggi qui).

Ma da quanto trapela da Palermo le elezioni del Consiglio Metropolitano e dei Liberi Consorzi rischiano di slittare al 20 gennaio 2017.

Da un lato c’è la motivazione “ufficiale”, ovvero legata ad un errore materiale nella circolare regionale e ad un ricorso al Tar presentato subito dopo il decreto.

Dall’altro c’è quella politica, legata invece ad una guerra per le poltrone interna alla maggioranza Crocetta. Infine, ed anche questo ha il suo peso, c’è la generale volontà di attendere l’esito del referendum del 4 dicembre, diventato spartiacque tra diverse possibili alleanze.

Così nelle ultime ore si è fatta strada tra gli alleati la volontà di far slittare di due mesi le consultazioni di secondo livello, che stanno diventando un banco di prova di alleanze per le regionali ma che, sin dai primi vagiti rischiano di rivelarsi un flop tra litigi, veleni, conti che non quadrano.

A Messina poi i partiti preferiscono attendere cosa succederà dopo la sentenza nei confronti di Francantonio Genovese e Franco Rinaldi prevista tra dicembre e gennaio nell’ambito di uno dei due tronconi di Corsi d’oro.

Insomma di carne al fuoco ce n’è abbastanza per star quasi certi che la data del 20 novembre è destinata a slittare.

L’INTOPPO BUROCRATICO

La circolare del dipartimento regionale degli Enti locali relativa alle modalità di voto, presentazione delle liste, predisposizione degli elenchi (è infatti previsto il voto ponderato), non chiarisce in che modo debbano andare alle urne i comuni commissariati. Non si tratta dell’unico aspetto poco chiaro sotto il profilo delle istruzioni. Per non parlare del fatto che si affidano ai singoli uffici elettorali ed alle segreterie comunali, tempi strettissimi per la parte tecnica e organizzativa.

In più c’è il ricorso al Tar presentato da Filippo Drago.

LO SCONTRO POLITICO

Anche in Sicilia il mondo politico guarda all’esito del referendum del 4 dicembre. Gli alleati di Crocetta, Udc e Ncd dovranno poi decidere se sposarsi definitivamente con il Pd (anche a costo di divorzi interni ai rispettivi partiti) o concretizzare l’Area Popolare. In queste condizioni è difficile guardare con serenità alle elezioni del 20 novembre. Ma a rendere più complicata la questione è stata la guerra per i sottogoverni. Nelle scorse settimane gli alleati di ferro di Crocetta, gli uomini di Sicilia Futura, hanno incassato la presidenza della Sac, la società che gestisce l’aeroporto di Catania, andata a Nico Torrisi. Adesso Crocetta vuol sistemare un suo fedelissimo, il tunisino Sam Ben Abdelaali, da tempo consulente della presidenza della regione, alla guida dell’Ircac. In gioco però ci sono altre due presidenze, cioè Irfis e Crias. In questo quadro Udc e Pd scalpitano, perché i conti non tornano. Crocetta infatti ha messo suoi uomini un po’ ovunque, da Vincenzo Lo Re a Sicilia Patrimonio Immobiliare, Faraci al Cas, Finocchiaro all’Ast, Ingroia a Sicilia Servizi, Fiumefreddo a Riscossione Sicilia, per non parlare delle poltrone nei Cda.

Una sistematica “occupazione” di ruoli che ha spinto Pd, Udc e Ncd a dire no alla nomina di Abdelaali. E non hanno affatto gradito la presidenza finita a Sicilia Futura.

L’idea originaria di liste uniche di maggioranza per le elezioni del 20 novembre è quindi naufragata su questi scontri. Sicilia Futura infatti ha preannunciato che vuol correre da sola (contando anche sul sistema proporzionale per l’assegnazione dei seggi). A questo punto anche Udc-Ncd dovrebbero presentare la lista in “tandem”, lasciando quindi il Pd da solo. Un quadro troppo rischioso che, qualora non dovesse trovarsi la quadra farà saltare il banco e quindi porterà lo slittamento delle elezioni.

MESSINA

Già da giorni fioccano, come abbiamo scritto in altri articoli, le indiscrezioni sulle liste che devono essere presentate entro il 31 ottobre.

La decisione di Sicilia Futura di non inserire nomi nel listone unico fa saltare molti equilibri. Se il Pd punta sui sindaci di Milazzo Giovanni Pino e di Savoca Nino Bartolotta, i centristi di D’Alia e Germanà devono iniziare a far prove di “matrimonio”. Diversi i nomi, dal sindaco di Lipari Giorgianni (quota Udc) a Daniela Faranda o il sindaco di Brolo Irene Ricciardello (per la parte Germanà). Il gruppo Picciolo era pronto a schierare nel listone Rita La Paglia ma il discorso si farà diverso in caso di lista “solitaria” per creare una formazione da “battaglia”. In questo caso i nomi saranno altri. A sinistra non è detto che dalla provincia non arrivino sorprese da battitori liberi, sindaci che hanno dimostrato di saper amministrare nonostante i gravi problemi economici, come ad esempio Nicola Merlino a Rometta. A Messina nel gruppo Cambiamo Messina dal basso c’è Maurizio Rella che sta pensando ad una candidatura da outsider. A destra c’è lo schieramento guidato dal sindaco di Barcellona Roberto Materia, che vedrà in lista anche consiglieri ex An, mentre a Messina Forza Italia punta su Giovanna Crifò, (che negli ultimi giorni sembra propensa a declinare l’invito). L’area genovesiana, nelle ultime ore, scommette su Nora Scuderi al posto di Giuseppe Santalco e punta a fare il pienone contando sul fatto che, con il voto ponderato, la preferenza di un consigliere comunale di Messina vale 8 punti e mezzo (rispetto all1,5 o al 2,5 di altri comuni). La presidente del consiglio comunale di Messina Emilia Barrile vuol pesarsi e misurarsi in vista delle successive competizioni e schiera Carlo Abbate (probabilmente nella stessa lista di Santalco).

Ma è proprio la corazzata genovesiana che punta a portare a casa 6 sui 14 componenti del Consiglio Metropolitano (grazie al voto ponderato) ad essere la motivazione in più per un rinvio del voto a gennaio. Il centro-sinistra messinese infatti, ipotizza possibili conseguenze alla sentenza sui corsi d’oro e quindi ad un depotenziamento dei numeri dell’area.

Tutto è quindi in evoluzione. La posta in gioco è alta: i 14 componenti del Consiglio Metropolitano dovranno essere eletti con preferenze ed in base al voto ponderato. Un mix tale che fa presagire novità a breve.

Rosaria Brancato

2 commenti

  1. Bella la democrazia del SI! Un uomo solo al comando come Crocetta in Sicilia.

    0
    0
  2. Bella la democrazia del SI! Un uomo solo al comando come Crocetta in Sicilia.

    0
    0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007