Inaugurato il MACHO, finestra sull’arte contemporanea

Inaugurato il MACHO, finestra sull’arte contemporanea

Redazione

Inaugurato il MACHO, finestra sull’arte contemporanea

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mercoledì 29 Luglio 2015 - 12:01

La Fondazione Horcynus Orca ha presentato il nuovo museo di arte contemporanea ospitato nella Torre degli Inglesi. A curare il progetto la storica dell’arte Martina Corgnati.

Dopo l’anteprima eoliana di sabato 26, entra nel vivo la tredicesima edizione dell’Horcynus Festival con l’inaugurazione del MACHO (Museo di Arte Contemporanea Horcynus Orca). Il polo espositivo, curato da Martina Corgnati (storica dell’arte, docente all’Accademia di Brera di Milano, membro del Comitato Scientifico e direttore del settore Arti Visive della Fondazione Horcynus Orca), nasce da un progetto di ricerca sulle arti visive dei contesti culturali e geo-politici mediterranei intrapreso dal momento stesso della nascita della Fondazione Horcynus Orca, le cui attività espositive sono sempre state concepite non solo come evento effimero ma come strumento di arricchimento permanente del territorio e di sviluppo di una collezione, aperta a comprendere tutti i generi artistici e i linguaggi della creatività contemporanea.

La formazione di questa collezione aperta e in continuo arricchimento, è stata resa possibile grazie alla generosità dei numerosi donatori, artisti, collezionisti, critici e teorici, che hanno creduto nella Fondazione e, nel tempo, hanno scelto di collaborarci. Oggi il MACHO propone una collezione di un centinaio di opere, esposte nel percorso di visita permanente, e un archivio video di circa 500 titoli, opera di 200 artisti e più. L’inaugurazione costituisce un’importante tappa dell’infrastrutturazione culturale del territorio e insieme trasforma i percorsi di ricerca della Fondazione in Bene Comune della Città. Nelle dieci sale si incontrano i percorsi dell’astrazione italiana, alcune personalità fra le più importanti emerse nel mondo arabo dal 2000 in poi, il progetto Signes de Rencontre, realizzato a Tunisi nel 2012 da Agostino Ferrari e Nja Mahdaoui, l’installazione dello spagnolo Ramon De Soto e i lavori dell’israeliano Tsibi Geva. E ancora le opere di uno dei più celebri artisti italiani contemporanei, Emilio Isgrò e quelle dell’artista palestinese Emily Jacir, esposte insieme ad Agnese Purgatorio e Natividad Navalon. Le opere esposte sono frutto di donazioni da parte degli artisti o della curatrice.

Nuovo appuntamenti di grande interesse in programma quest’oggi: l’Horcynus Festival indaga il tema della memoria, al centro dell’edizione 2015, che si intitola, significativamente, Ricordare per Dimenticare. Ricordare, cercando la verità delle ferite aperte – dalla storia dell’Italia contemporanea al genocidio del popolo armeno del 1915 – perché solo dalla ricerca della verità può arrivare la pacificazione con la storia. Si comincia alle ore 19 con la sezione A come Armenia e la presentazione, a cura di Martina Corgnati, della seconda parte del film “Armenia 2015” di Matteo Bernardini. Il focus sul paese ospite, nel centenario del Metz Yeghérn, Il “Grande Male”, termine con il quale si indica la strage di un milione e mezzo di armeni ad opera dei Giovani Turchi, prosegue con la presentazione del documentario su Armin Wegner, testimone oculare del Genocidio Armeno e Giusto delle Nazioni. Alle ore 21.45 l’attenzione si sposta dal genocidio armeno all’Italia contemporanea, con l’evento speciale dedicato alla Rete degli Archivi per non dimenticare. Come ogni anno, l’Horcynus Festival torna a indagare alcuni dei misteri dell’Italia repubblicana, attraverso i documenti d’archivio. Su questi temi e sulla storia del Mezzogiorno, la Fondazione Horcynus Orca possiede una delle più ricche collezioni di documenti, organizzati nella banca dati multimediale “Boris Giuliano e Carmelino Di Fazio”, entrato a far parte nel 2014 della Rete degli archivi per non dimenticare, che lavora per conservare e rendere accessibili le fonti documentarie sui temi legati al terrorismo, lo stragismo, la violenza politica e la criminalità organizzata.

Proprio il promotore della Rete, il Senatore Sergio Flamigni e la responsabile Ilaria Moroni sono gli ospiti della serata, che sarà l’occasione per fare il punto sul lavoro della Rete degli archivi per non dimenticare e della Fondazione Horcynus Orca in fatto di ricerca, divulgazione e narrazione sui grandi segreti italiani. A partire dal caso Moro, al centro della presentazione del libro Patto di omertà – Il sequestro e l’uccisione di Aldo Moro: i silenzi e le menzogne della versione brigatista, scritto dal Senatore Flamigni per Kaos Edizioni. A presentare il libro con l’autore e Ilaria Moroni, anche il regista Paolo Benvenuti, i docenti universitari Antonella Cocchiara e Federico Martino e il drammaturgo Massimo Barilla.

Il Senatore Sergio Flamigni riceverà il Premio Horcynus Orca 2015 per la vocazione democratica che percorre l'intera sua biografia: dalla lotta per la liberazione dell'Italia dal nazifascismo all'attività sindacale, fino all'impegno nel PCI, alle battaglie in Parlamento, all'attività di ricerca e di studio su terrorismo e stragi, resa nota attraverso numerose pubblicazioni. Da sempre ha avuto presente la funzione pubblica delle carte del suo archivio; in anni recenti la convinzione che la democrazia, non meno della storia, ha bisogno della memoria, lo ha spinto a dar vita al Centro di Documentazione che porta il suo nome. Alle ore 22.45 si cambia registro con l’inaugurazione della sezione Arcipelaghi della visione, lo sguardo che l’Horcynus Festival lancia alla cinematografia del Mediterraneo, per allargarlo all’Europa e al Mondo. Il filo conduttore del 2015 è l’amore, inteso in ogni accezione, in un’ideale ricerca di tutti i battiti del cuore. Il film proposto il 29 luglio è “Belluscone. Una storia siciliana” di Franco Maresco (Italia, 2014), un documentario che racconta la storia d'amorose corrispondenze tra Silvio Berlusconi e la Sicilia. Un viaggio "in solitaria" tra costume e politica, musica di piazza e cultura mafiosa, finanza e televisioni private.

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