Il jazz sublime del Vijay Iyer Trio di scena a Messina

Il jazz sublime del Vijay Iyer Trio di scena a Messina

Redazione

Il jazz sublime del Vijay Iyer Trio di scena a Messina

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sabato 21 Marzo 2015 - 09:25

Tappa siciliana per una delle formazioni più interessanti del panorama jazzistico internazionale. Iyer è stato definito “colui il quale ha il potenziale di cambiare il linguaggio e la prospettiva del piano jazz per sempre” (JazzWise).

Imperdibile appuntamento musicale a Messina domenica 22 marzo al Palacultura, ore 18, con il Vijay Iyer Trio, probabilmente la più apprezzata formazione jazz degli ultimi anni. Il trio che si esibirà per la Filarmonica Laudamo, è formato da Vijay Iyer al pianoforte, Stephan Crump al contrabbasso e Marcus Gilmore alla batteria. E’ la formazione “storica” di Iyer, che ha raccolto un innumerevole quantità di riconoscimenti con i leggendari album “Historicity” (2009) e “Accelerando” (2012) (Album dell’Anno per il New York Times, Los Angeles Times, Chicago Tribune, Detroit Metro Times, National Public Radio, the Village Voice Jazz Critics Poll, Downbeat, nominato per il Grammy per il miglior Album Strumentale, vincitori dell’ Echo Award).

Appena uscito per la ECM il terzo cd del trio “Break Stuff” e sarà questa una grande occasione per ascoltare alcuni brani in esclusiva. Vijay Iyer, da almeno un lustro, è considerato il più straordinario talento del jazz contemporaneo, colui il quale ha inventato un vero e proprio personale linguaggio pianistico, e non solo. Eletto più volte “pianista dell’anno” dalla Jazz Journalists Association, referendum dei più autorevoli critici in circolazione, nel 2012 ha ricevuto da Downbeat una “quintuple crown” senza precedenti nella storia della rivista jazz più prestigiosa: Musicista dell’Anno, Pianista dell’Anno, Album dell’Anno, Compositore dell’Anno, Gruppo dell’Anno.

Per la incisiva chiarezza di pensiero estetico, culturale e politico e per le implicazioni della sua musica” (Point of Departure). Iyer è considerato “colui il quale ha il potenziale di cambiare il linguaggio e la prospettiva del piano jazz per sempre” (Jazzwise).

Quarantaduenne, di origini indiane, ma cresciuto negli Stati Uniti, è laureato in fisica, musicista – ha cominciato a suonare il violino a tre anni – e musicologo. Tuttavia, al pianoforte, è principalmente un autodidatta. Uno dei suoi mentori è stato Steve Coleman, ma ha anche collaborato intensamente con Roscoe Mitchell e George Lewis.

Gli interessi musicali di Iyer sono oceanici, così come è incredibile la diversità dei progetti musicali che manovra e sperimenta. Collabora stabilmente con il poeta hip-hop Mike Ladd, con il quale ha pubblicato nel 2003 “In What Language?” e soprattutto nel 2012 “Holding It. The Veterans’ Dream Project”, poema musicale multimediale sul disagio sociale ed i sogni dei veterani dall’Iraq e Afghanistan. Nel 2014 ha pubblicato Mutations per la ECM, suite in 10 movimenti per pianoforte e quartetto d’archi che si ispira al post-11 settembre. E, sempre per la ECM ha musicato il documentario Radhe-Radhe, ispirato alla Sagra della Primavera di Stravinskij, che incontra Holi, la celebrazione della primavera indiana. Iyer, che è anche professore ordinario al Department of Music della Harvard University, è stato insignito del “Genius Grant” della MacArthur Foundation, uno dei più importanti riconoscimenti americani in assoluto, che riguarda tutte le categorie della conoscenza, in cui si investe nelle straordinarie potenzialità di un soggetto per il benessere futuro del pianeta.

Prossimo appuntamento della Filarmonica Laudamo domenica 29 marzo al Palacultura alle ore 18 con l’ensemble di musica antica Alta Musicae.

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